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Minorca

HOLA!

Piero: dopo le Cicladi, il Dodecaneso e la Sicilia perché non continuare con la scoperta delle isole del Mediterraneo?

Angela: dove si va questa volta?

Piero: pensavo alle Baleari e a qualcosa di tranquillo.

Angela: mi sembra un’ottima idea, ma se pensiamo a qualcosa di tranquillo, dobbiamo escludere Ibiza e Formentera; rimangono Maiorca e Minorca.

Piero: comincerei proprio da quest’ultima: incantevole e facile da raggiungere!

Angela: il volo da Milano infatti dura poco più di un’ora e l’isola non è grandissima e ci permette di girarla comodamente. E poi è considerata l’isola della calma, per chi come noi cerca un po' di relax e tranquillità per le nostre famiglie.

Piero: il tutto ovviamente circondato da un mare meraviglioso, con un’ottantina di spiagge e calette, molte delle quali incontaminate e immerse nel verde della macchia mediterranea. Non mancano poi la buona cucina e le cose da vedere.

Angela: ci passiamo allora una settimana in un piccolo villaggio turistico nei pressi di Ciutadella. L’isola ha un clima fantastico per buona parte dell’anno; chiaramente i mesi estivi sono i più affollati, ma maggio, in parte giugno e settembre sono straordinari. Noi abbiamo scelto l’ultima settimana di maggio: poca gente e clima già meraviglioso.

ALLA SCOPERTA DI MINORCA

Piero: Minorca è un’isola di piccole dimensioni, lunga meno di cinquanta chilometri e larga sedici. La sua bellezza naturalistica è tale da essere dichiarata dall’UNESCO Riserva della Biosfera. L’isola è stata abitata probabilmente a partire dall’età del bronzo, come testimoniano alcuni resti archeologici. La sua posizione strategica, insieme alle altre Baleari, tra la penisola iberica e l’Italia, ne hanno fatto da sempre una terra di conquista; prima i fenici che la battezzarono "Isla de Nura", “terra di fuoco”, poi i Greci che la chiamarono "Meloussa", ovvero “luogo per il bestiame”; fu poi la volta dei Cartaginesi che, nel 205 a.C., fondarono la città di Mahón, dal nome del loro condottiero, il generale Magón; un secolo dopo è la volta dei romani che fanno di "Portus Magonis" un importante punto strategico e di Mahón una prospera città; con la caduta dell’impero, Minorca passa ai vandali del nord dell'Africa e subito dopo ai bizantini.

Angela: nel 903 d.C. gli arabi del Califfato di Cordova conquistarono l'isola e fecero di Ciutadella la nuova capitale. Il periodo arabo dura quattro secoli ed è davvero significativo per la storia, la cultura e la toponomastica minorchina. Si passa poi agli aragonesi e successivamente al Regno di Spagna, nel XV secolo. Il primo periodo spagnolo è fatto di continue invasioni piratesche, tra cui la più nota è quella del pirata Barbarossa. Dopo una serie continua di conquiste inglesi e francesi, Minorca chiude la sua travagliata storia tornando territorio spagnolo solo all’inizio del XIX secolo.

Piero: come per molti altri territosi simili, l’inizio del XX secolo è stato caratterizzato da una forte emigrazione fino alla scoperta del turismo, che è diventato rapidamente la sua principale fonte di ricchezza. I minorchini però non vedono di buon occhio questo sviluppo così rapido del turismo, perché lo considerano, in molti casi a ragione, aggressivo e poco rispettoso per l'isola. Chiaramente l’inserimento dell’isola nella Riserva della Biosfera da parte dell’Unesco può portare ad uno sviluppo più sostenibile e soprattutto rispettoso nei confronti del patrimonio naturale ed ecologico.

Angela: insieme al turismo, molto conosciuto a Minorca è anche l'artigianato, soprattutto per la bigiotteria e le scarpe: sono molto famose le avarcas dette anche menorchine, particolari sandali in pelle o tessuto.

LE CITTA’ DI MINORCA: CIUTADELLA E MAHON

Piero: abbiamo parlato di due città dell’isola, Mahon e Ciutadella. Piccole e molto belle, ciascuna a modo loro, Mahon dal fascino inglese e Ciutadella con la sua architettura signorile.

Angela: Mahon, Maò per i locali, è il capoluogo dell’isola ed è anche il comune più orientale di tutta la Spagna. Qui i trova l’aeroporto che consente di raggiungere Minorca. Si trova in un fiordo naturale, uno dei più grandi d'Europa; proprio per questa particolare conformazione è stata storicamente, come detto, la porta di accesso di numerose civiltà; in pratica una fortezza naturale aperta al mare, rifugio dai venti di tramontana,  dalla furia del mare e soprattutto dalle incursioni nemiche.

Piero: due curiosità. Ogni anno, tra il 6 ed il 9 di settembre, si celebra la festa de La Mare de Déu de Gràcia con il jaleo, dove i cavalli ed i loro cavalieri vestiti con divise bianche e nere sfilano per le vie della città tra due ali di folla facendo impennare e saltare i cavalli sulle zampe posteriori al ritmo della musica tipica; il tutto si svolge bevendo la bevanda tipica di questa festa, la pomada, un mix di gin minorchino e limonata. L’altra curiosità è che probabilmente dal nome della città deriva quello della maionese: forse i fenici preparavano una salsa simile a quella attuale o forse, più recentemente, deriva da un’altra salsa preparata dai cuochi francesi sull’isola. 

Angela: Mahon è un mix di storia, architettura moderna e natura, con la sua costa che a sud scende a picco sul mare formando scogliere alte fino a trenta metri. La città mostra un forte influsso inglese testimoniato anche da una distilleria di gin e da una fortezza inglese. E’ molto tranquilla di giorno e vivace di notte; tantissimi sono i bar e i ristoranti ed è impossibile rinunciare allo shopping…

Piero: vale sicuramente la pena visitare le chiese di Santa Maria e di San Francesco, oltre a quelle di Nostra Signora del Carmine e della Concezione. Sicuramente da non perdere il Pont de Sant Roc, il portale, costituita da due imponenti torri, unico retaggio dell’antica cinta muraria.

Angela: la città si gira tranquillamente tutta a piedi. Il centro di Mahon è collegato al porto grazie ad una scalinata che porta a Baixamar, il lungomare dove si incontrano caffè, negozi e ristoranti. Da non perdere la passeggiata verso levante dove si estende la parte più bella con le vecchie case dei pescatori dalle grandi porte arrotondate.

Piero: se si entra in città dal porto, lungo il fiordo si incontrano due isole: si tratta di Illa Llatzaret e Illa Plana. Entrambe le isole hanno avuto la funzione di lazzaretto; la più grande delle due, Illa Llatzaret, in origine era una penisola, trasformata in un’isola per garantire maggiore isolamento ai malati solo nel 1900, grazie alla costruzione del Canal de Sant Jordi.

Angela: ancora da vedere sono sicuramente la fortezza de la Mola, all’imboccatura del porto, e la piazza del comune con il suo palazzo adornato dall’orologio portato dagli inglesi.

Piero: Ciutadella si trova dalla parte opposta dell’isola, a occidente. E’ una cittadina molto signorile dove non mancano gli elementi tipici medievali. Vale assolutamente la pena perdersi tra le viuzze del centro storico per godere appieno dell’affascinante mix di architettura araba e medievale.

Angela: il punto di partenza è certamente Plaça d’es Born, la piazza principale, con il suo obelisco al centro che ricorda le vittime dell’invasione turca. Su questa piazza si tengono gli eventi e le manifestazioni più importanti della città, a cominciare dalla festa di San Juan. Da qui parte Carrer Ses Voltes, che è la via dello shopping nel cuore della città vecchia; da qui si arriva al caratteristico porticciolo, che ospita bar e ristoranti di ogni genere.

Piero: da non perdere certamente la cattedrale di Ciutadella, costruita fra il XIII e il XIV secolo, sui resti di un'antica moschea, è l'edificio gotico più importante di Minorca.

Angela: per abbracciare con un solo colpo d’occhio tutta la bellezza di Ciutadella, conviene salire al Mirador che si trova sopra la cittadina.

Piero: un particolare fenomeno atmosferico colpisce il porto di Ciutadella in estate in particolari condizioni: si tratta della risacca; in pratica, il mare comincia ad oscillare molto rapidamente finché non trabocca; il livello del mare si alza ed è spettacolare vedere come le barche sembrano essere su di un ascensore, salendo di livello in pochi minuti.

LE SPIAGGE DI MINORCA

Angela: chiaramente a Minorca l’attrazione principale sono le spiagge. Partiamo da nord ed esattamente da Arenal d’en Castell, uno spettacolare tratto di costa a forma di mezzaluna:  una striscia di sabbia dorata che prosegue con un tratto verdeggiante e poi una scogliera affacciata sulle acque cristalline; è perfetta per ospitare famiglie con bambini.

Piero: poco distante, sempre a nord, si trova la spiaggia chiamata Cavalleria. E’ certamente una delle spiagge naturali più belle dell’isola, grazie soprattutto all’assenza di strutture organizzate. Ideale per una bella nuotata, si possono raggiungere le piccole isole al centro della baia; bisogna ai ricci di mare, questo tratto di mare ne è pieno.

Angela: bellissima anche la spiaggia Cala Morell; più che di spiaggia vera e propria, si tratta di un delizioso tratto di costa rocciosa, poco adatta ai bambini, ma sicuramente interessante per chi vuole scattare qualche bella foto o fare immersioni.

Piero: dalla parte opposta, a sud-est si trova Binibeca: anche qui sabbia bianchissima e soffice e una pineta a fare da cornice, ma attenzione, questa è una delle più affollate dell’isola. Immancabile la sosta al bar “Los Bucaneros”, una capanna di pescatori riconvertita a locale di tendenza.

Angela: sempre a sud si trova Cala Galdana, con le sue rocce bianche che emergono dalle acque cristalline. La spiaggia è molto bella ma tutto intorno sono state costruite parecchie strutture alberghiere che un po' hanno deturpato la costa.

Piero: la costa meridionale di Minorca ospita anche la spiaggia chiamata Santo Tomás; anche questa è circondata da una bellissima pineta ed è frequentata perlopiù da residenti.

Angela: continuando sempre a sud, si incontra Son Bou, la spiaggia più lunga di Minorca, con i suoi due chilometri e passa di litorale.

Angela: arriviamo adesso alle spiagge più belle di Minorca. Sicuramente tra queste rientra Cala Turqueta; come anticipa il nome, le acque sono davvero di un azzurro intenso, limpide e cristalline. Chiaramente la spiaggia è spesso affollata, ma ne vale assolutamente la pena.

Piero: non lontano si trova Son Saura, bellissima e selvaggia: sabbia bianca e soffice, acque incontaminate e una splendida pineta dove trovare ristoro nelle ore più calde della giornata, fanno di questa spiaggia una delle più ricercate dell’isola, nonostante non sia facilissimo raggiungerla e non ci siano strutture balneari.

Angela: a questo punto arriviamo alle due spiagge più famose e belle dell’isola, Macarella con la vicina Macarelleta. Si tratta di due calette non grandissime bagnate da un mare turchese e cristallino e circondate da scogli bianchi. Macarella, la più grande, è sicuramente idea per tutta la famiglia, anche se tende ad essere abbastanza affollata, viste la fama e la bellezza. Più piccola e più tranquilla è sicuramente la vicina Macarelleta, che si raggiunge in un quarto d’ora di cammino sulle rocce e in mezzo alla pineta. Attenzione alle vertigini: alcuni tratti sono ripidi e non protetti… La bellezza della spiaggia vale però lo sforzo; in questo caso, attenzione ai bambini: la piccola spiaggetta è luogo di ritrovo di naturisti.

Piero: anche se non si trova negli elenchi delle spiagge più belle, merita una citazione la spiaggia vicina al nostro villaggio, tranquilla e affascinante: si tratta di Cala en Bosch.

Angela: e che dire poi della vicinissima Cala en Brut? Il nome sembra dire tutt’altro, ma le immagini testimoniano di una vera meraviglia!

MINORCA: NON SOLO MARE

Piero: chiaramente non ci saremmo accontentati della fantastiche spiagge di Minorca e siamo andati alla ricerca di altri gioielli da scoprire a Minorca.

Angela: per cominciare, visitando la spiaggia di Cala Morell vale assolutamente la pena fare una visita alla necropoli che si trova nelle vicinanze. Si tratta di un complesso di grotte usate appunto come cimitero che è possibile esplorare agevolmente.   

Piero: sempre sulla costa nord, si trova il villaggio di Es Fornells; si tratta di un piccolo villaggio di pescatori, dove gli abitanti ancora oggi sono dediti alla pesca delle aragoste.

Angela: poco fuori il villaggio, raggiungibile facilmente a piedi si trova la torre di Es Fornells, che domina il promontorio e da cui si gode un fantastico panorama sulla scogliera, sulla baia sull’isololotto che si trova di fronte, Isla de Ses Sargantanes.

Piero: non distante da qui e dalla spiaggia di Cavalleria, si trova un bellissimo faro, costruito sulla sommità di una scogliera a strapiombo sul mare. Si tratta del faro più antico e più a nord di Minorca.

Angela: a proposito di fari, a Minorca si trovano ben sette fari. Oltre a quello di Cap Cavalleria, vale la pena visitare quello di Punta Nati, nell’estremità nord -est dell'isola, a poca distanza da Ciutadella. Il paesaggio intorno è arido, quasi lunare , a causa dei forti venti da nord. Si raggiunge percorrendo una stretta via, delimitata da muretti in pietra che sembrano non finire mai. L’ideale è raggiungere questo posto tranquillo in prossimità del tramonto.

Piero: come detto prima, Minorca è stata abitata fin dall’età del bronzo. Vi si trovano dunque alcune testimonianze di quell’epoca, primi fra tutti i talayot. Si tratta di  costruzioni preistoriche a forma di torre che si trovano nelle due isole Baleari maggiori e sono molto simili ai nuraghi della Sardegna. L’esempio più noto a Minorca è quello della Naveta d'Es​ Tudons. Certamente è il monumento più antico delle Baleari, ma qualcuno azzarda che lo sia di tutta Europa. Si tratta di monumenti funerari, costruiti interamente in pietra circa 3000 anni fa ed il nome deriva dall’aspetto tipico di una nave rovesciata. Oggi è possibile visitarla solo esternamente.

Angela: prima di lasciare Minorca, non si può non percorre un tratto del Camí de Cavalls, il sentiero dei cavalli: per gli amanti delle passeggiate e del trekking si tratta del sentiero storico che percorre tutto il perimetro dell'isola. Si tratta di un totale di ben 185 chilometri diviso in venti sezioni, il cui punto di partenza si trova al porto di Mahon; percorrerlo, per almeno qualche tratto, è forse il modo migliore per scoprire la bellezza di Minorca, senza dimenticare il fatto che molte calette dell’isola sono raggiungibili solo attraverso questo sentiero.

Piero: è così chiamato per il grande amore dei minorchini nei confronti dei cavalli, forse ereditato dalla dominazione araba; ricorderai infatti che la principale festa dell’isola riserva un grande spazio a cavalli e cavalieri.

Angela: isola meravigliosa questa, come immagino anche le altre Baleari...  

Piero: ci torneremo presto allora, ma nel frattempo clicca QUI per rivedere tutte le immagini.