Salvatore Midili Salvatore Midili

Heraklion – Il Museo, la città, il tempo

Heraklion è più di una semplice tappa di viaggio: è un crocevia dove passato e presente si incontrano e dialogano. Dopo la visita ai grandi siti archeologici dell’isola, il Museo Archeologico di Heraklion è il luogo che permette di ricomporre il mosaico della storia minoica. Ogni sala è un racconto. Ogni oggetto, un testimone. Dai meravigliosi pendenti d’oro come il Bee Pendant alle statuette delle dee dei serpenti, dal Disco di Festo – con i suoi misteriosi simboli a spirale – agli affreschi restaurati del Principe dei gigli o della Parigina, tutto vibra di bellezza e mistero. Il percorso è intelligente, coinvolgente, quasi emozionante. Si esce con la sensazione di aver conosciuto davvero il mondo minoico.

La visita continua poi nel cuore della città. Heraklion è viva, concreta, con un porto animato da pescatori e barche colorate, sullo sfondo la solenne Fortezza di Koules. Da lì si sale verso la Cattedrale di San Tito, la Loggia veneziana e la Fontana Morosini, scoprendo una città che forse non ha l’incanto di altre località cretesi, ma sa ancora sorprendere con scorci autentici e tracce storiche importanti. È un luogo che unisce il respiro lungo dei secoli alla vita quotidiana. E proprio per questo merita tempo, attenzione e rispetto.

Angela: poco lontano da Cnosso, ci spostiamo nel capoluogo dell’isola di Creta, Heraklion.

Piero: dopo aver visitato Cnosso, Festo e Gortyna, ci serviva un luogo che mettesse insieme tutto ciò che avevamo visto, sentito, immaginato. E quel luogo è proprio il Museo Archeologico di Heraklion. E da qui iniziamo la nostra visita.

Angela: sì, perché i palazzi, per quanto emozionanti, sono frammenti. Quello che manca – i colori, i volti, i dettagli – lo trovi qui. In questo museo ogni pietra prende voce, ogni simbolo un significato, ogni mito una forma.

Piero: il percorso è costruito con grande intelligenza: non si salta da un'epoca all’altra, ma si avanza piano, come se si seguisse il filo di Arianna nella storia di Creta. Si comincia con il neolitico e si arriva al mondo romano, ma è il cuore minoico a rubare la scena.

Angela: uno dei primi oggetti che ci attrae è un piccolo capolavoro d’oro: il celebre Bee Pendant, il pendente delle api. Due api affrontate, perfettamente simmetriche, reggono con le zampe una minuscola goccia di miele. Le ali traforate, il corpo stilizzato… è un oggetto antico di quasi 4.000 anni, ma con una bellezza che parla anche a noi.

Piero: simbolo di natura, armonia e lavoro collettivo. Ritrovato a Mallia, ci racconta che i Minoici sapevano fondere spiritualità, tecnica e bellezza in un’unica immagine. Ed è solo uno dei tanti gioielli (nel vero significato letterale) che troviamo in questo museo.

Angela: e poi ci sono le dee dei serpenti. Minuscole, ma fortissime. Donne con occhi grandi, seni scoperti, serpenti tra le mani. Il potere femminile nella religione minoica non è secondario: è centrale, sacro, dominante. Quelle statuette sembrano vive.

Piero: arriva poi il momento che più aspettavo: il Disco di Festo. Lo avevamo già evocato tra le rovine del palazzo, ma qui lo vediamo per davvero. Piccolo, in terracotta, inciso a spirale con simboli che nessuno ha mai decifrato. È misterioso, ipnotico. Lo guardi e ti sembra che possa ancora raccontare qualcosa, se solo sapessimo ascoltare.

Angela: ha un diametro di circa 16 cm, è realizzato in argilla cotta e presenta su entrambi i lati una spirale composta da 241 segni stampati con timbri. I simboli (45 diversi) rappresentano oggetti, animali, strumenti, figure umane stilizzate. Il testo segue un andamento a spirale, partendo dall’esterno verso il centro su un lato e dal centro verso l’esterno sull’altro, ma non è chiaro quale sia il lato "principale" né il verso di lettura.

Piero: a renderlo sensazionale è innanzitutto il fatto che è l’unico esempio conosciuto di scrittura “a timbro” del mondo antico: i segni non sono incisi a mano ma stampati, come un moderno carattere tipografico. È per questo che alcuni studiosi lo considerano la più antica forma di “stampa” della storia. Ancora, è scritto in una lingua sconosciuta, forse pre-ellenica, e non ha confronti diretti né con il Lineare A né con il Lineare B.

Angela: ma soprattutto non è mai stato decifrato con certezza, anche se sono state proposte oltre un centinaio di interpretazioni: preghiera, inno sacro, calendario agricolo, lista di nomi, formula magica, perfino un gioco da tavolo o un oggetto decorativo: alcuni pensano che sia un testo religioso, forse una litania rituale per il culto della Dea Madre; altri lo vedono come un documento amministrativo, magari una lista di offerte o sacrifici; altri ancora ipotizzano che sia un oggetto non cretese, importato da un’altra civiltà o addirittura extra-terreste e rimasto unico perché non parte di un sistema scrittorio diffuso.

Piero: una curiosità: nel 2022 è stato pubblicato uno studio che ipotizza che il disco sia fonico: un testo destinato ad essere cantato o recitato, simile a un “disco” in senso moderno. Ma anche questa resta un’ipotesi suggestiva tra molte.

Angela: e poi gli oggetti quotidiani: pithoi in miniatura, ceramiche decorate, coppe, vasi, amuleti, strumenti musicali. E ancora armi,  con tanti esempi della già citata ascia bipenne. Ogni cosa è curata, modellata, pensata anche per essere bella, oltre che utile.

Piero: uno dei pezzi che più colpisce è il rhyton a testa di toro, scolpito in pietra con dettagli accuratissimi, gli occhi intarsiati, le corna probabilmente dorate. Era usato nei rituali, forse per versare vino o sangue durante le cerimonie sacre.

Angela: da qui il percorso si apre verso le stanze degli affreschi. Ritroviamo le scene viste a Cnosso, ma qui ci appaiono come erano davvero: il Principe dei gigli che avanza in mezzo ai fiori, il Salto del toro con quei corpi sospesi in aria, la Parigina con lo sguardo fiero e il trucco perfetto. Sono immagini che ci restituiscono l’anima elegante e danzante della civiltà minoica.

Piero: ci sono poi le tavolette in Lineare A e Lineare B, le iscrizioni religiose, i modelli di edifici, le offerte votive dei santuari montani. Tutto è pensato per raccontare una storia lunga e coerente, ma anche per restituire l’emozione del dettaglio.

Angela: e adesso, posso dirlo: questo museo mi ha colpito profondamente. Non è solo una raccolta di oggetti: è un’esperienza. Curato, elegante, coinvolgente. È come se ci avesse preso per mano e ci avesse accompagnati nella mente dei Minoici, nella loro visione del mondo, del sacro, della vita.

Piero: siamo entrati per vedere delle cose. Ma siamo usciti avendo conosciuto a fondo i Minoici che dopo questa esperienza non sono più solo una civiltà antica, sono diventati reali. E per questo non dimenticheremo mai questo museo.

Angela: appena usciti dal museo, siamo andati verso il mare.

Piero: iniziamo la nostra visita alla città. Una premessa è doverosa. Non è una città indimenticabile, ma qualche ora dopo il museo vale la pena trascorrerla.

Angela: la nostra visita della di Heraklion inizia dal porto con il suo brulicare di barche colorate, reti, pescatori che sistemano il pescato e un vento salmastro che riempie l’aria.

Piero: il porto è un luogo di vita vera. I gabbiani volano in cerchio, le imbarcazioni dondolano dolcemente, e sullo sfondo si staglia la sagoma massiccia della Fortezza di Koules. Un guardiano silenzioso che domina l’orizzonte.

Angela: abbiamo camminato lungo la banchina, assaporando il profumo di mare e sentendo il ritmo lento e antico di questo porto, crocevia di storie e culture. Le barche di legno, i colori vivaci, i pescatori che chiacchierano: tutto racconta una tradizione ancora viva.

Piero: lasciando il porto alle spalle, ci siamo avventurati verso il centro storico. La prima tappa è stata la cattedrale di San Tito, dedicata al primo vescovo di Creta.

Angela: una chiesa piena di luce e spiritualità, con icone bizantine e un’atmosfera che invita alla calma. Ci ha colpito la storia di questa cattedrale, che è stata più volte distrutta e ricostruita, proprio come la città.

Piero: da lì abbiamo raggiunto la Loggia Veneziana, un elegante edificio rinascimentale con portici e colonne, un tempo sede del potere veneziano, oggi cuore amministrativo della città.

Angela: e infine la nostra passeggiata ci ha portato alla Fontana Morosini, con i suoi quattro leoni scolpiti che ancora oggi zampillano acqua fresca. Intorno, il brusio di mercatini, bar e persone che vivono la città.

Piero: con il sole adesso a picco su di noi, siamo tornati al porto per una passeggiata lenta, quasi meditativa. La Fortezza di Koules, vista ora da vicino, ci ha mostrato tutta la sua imponenza.

Angela: abbiamo camminato lungo le sue mura, ascoltando il rumore delle onde che si infrangono sulle rocce, mentre il sole potente del primo pomeriggio la colora di un ocra intenso. La giusta chiusura della nostra visita.

Piero: Heraklion è tutto questo: un mix di vita, storia, mare e resistenza. Una città che comunque ti prende per mano e ti accompagna dal passato al presente in un respiro unico.

Scopri di più