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Alla scoperta di Bobbio

Piero: per la nostra prima gita, andiamo appena fuori dalla regione, anche se di pochissimo.

Angela: dove andiamo esattamente?

Piero: pensavo a Bobbio, nel piacentino.

Angela: tutta la provincia di Piacenza per tradizione e cultura è molto vicina alla Lombardia e Bobbio in particolare: lo sapevi che fino al 1923 era in provincia di Pavia?

Piero: si, avevo letto. Bobbio è un bellissimo borgo medievale che ha avuto nel tempo diversi riconoscimenti: è Bandiera Arancione del Touring Club Italiano dal 2005, fa parte dei Borghi più Belli d'Italia dal 2006 e nel 2019 si è aggiudicata il titolo di Borgo dei Borghi 2019.

Angela: da Milano dista appena 130 chilometri e ci si impiega un’ora e mezza circa, con un percorso abbastanza semplice: autostrada A1 fino a Piacenza Sud, tratto di tangenziale  e poi su per la statale 45 della Val Trebbia che, a metà del suo percorso verso Genova, attraversa proprio Bobbio.

Piero: arriviamo presto al mattino perché abbiamo in programma di vedere diverse cose e vogliamo goderci un buon pranzo in una delle tante osterie.

Angela: questa è una zona che ha una fantastica tradizione culinaria, con tanti sapori indimenticabili da provare!

Piero: arrivati in paese, parcheggiare non è difficilissimo: ci sono diversi parcheggi nel cuore del borgo o in alternativa si può parcheggiare nelle vie appena fuori il centro e fare un breve tratto a piedi.

La straordinaria storia di Bobbio

Angela: Bobbio è un piccolo comune di 3500 abitanti nella zona appenninica della provincia di Piacenza; è il centro più importante della Val Trebbia e sorge sulla sponda sinistra dell’omonimo fiume, ai piedi del Monte Penice. Si trova al centro di una zona detta “Appennino delle quattro province”, dove le montagne delle province di Piacenza, Genova, Alessandria e Pavia confinano.

Piero: questo piccolo centro ha una storia antichissima che risale ai tempi del neolitico; passa sotto il dominio romano nel 14 a.C., diventando un centro importante grazie alla costruzione del ponte oggi noto come Ponte Gobbo. E’ a partire dal medioevo però che Bobbio vede crescere la sua importanza, diventando uno dei centri più importanti del monachesimo occidentale. Infatti, proprio qui, il monaco irlandese San Colombano fonda, nel 614 d.C., un monastero che in breve tempo diventa famoso per il suo scriptorium e per la biblioteca, una delle più importanti e prestigiose di tutta la cristianità e dove sono conservati ancora oggi alcuni dei manoscritti latini più antichi e pregiati della storia. Attorno al monastero di San Colombano si sviluppa la città ed è proprio grazie a questo che Bobbio è considerata la Montecassino del nord. Nel 1014, Bobbio acquisisce il titolo di città, diventando anche sede vescovile; con i Franchi diventa un potente feudo imperiale per poi diventare signoria con i Malaspina, contea autonoma della famiglia Dal Verme e marchesato con i Savoia; con la proclamazione del Regno d'Italia, viene annessa a Pavia e solo dal 1923 rientra nella provincia di Piacenza. Dei fasti di un tempo, Bobbio conserva il sapore e la magia medioevali del borgo, fatto di vie strette, case in pietra e palazzi signorili, a cui si uniscono i suggestivi paesaggi della vallata e del fiume, tanto da farne una delle principali località di villeggiatura del piacentino.

A spasso per Bobbio

Angela: cominciamo la nostra passeggiata per il centro storico; percorriamo il reticolo di strade strette fatte di ciottoli circondati da edifici antichi e splendidi palazzi nobiliari, testimonianza delle vicende delle famiglie più importanti della città come i Castelli o i Calvi che nel tempo hanno fatto a gara ad abbellire le loro abitazioni. Tra le residenze nobiliari più importanti ci sono Palazzo Alcalini o Casa di Teodolinda, Palazzo Olmi e Palazzo Malaspina.

Piero: la prima tappa è il monastero di San Colombano. Come detto, la struttura originaria è stata edificata dal santo irlandese nel 614 attorno all’antica chiesa di San Pietro, nei pressi del castello. La struttura era semplice e ricalcava il modello dei monasteri irlandesi, costituiti da capanne in legno, raccolte intorno ad una chiesa, circondati da una palizzata. Nei secoli successivi alla morte di San Colombano, il monastero accrebbe la sua influenza religiosa, culturale e sociale sino a divenire uno dei più importanti centri monastici d’Europa, con vasti possedimenti in Emilia ma anche in Toscana, Liguria e sul Lago di Garda; ma la sua fama la deve soprattutto allo scriptorium e alla biblioteca. La vita si svolgeva in modo austero, nonostante le ricchezze. Solo alla fine dell’XI secolo, vista la crescita costante dell’importanza del monastero, viene completata la costruzione di una struttura più ampia nella posizione attuale. Nel XV secolo subentrano i monaci benedettini che ristrutturano ed ampliano ancora il monastero: quello che si vede adesso risale proprio a questo periodo, mentre poco rimane dell’originale monastero.

Angela: in epoca napoleonica l’Abbazia viene soppressa e molti dei suoi beni, primi tra i quali i preziosi codici vengono messi all’asta: ciò che è rimasto oggi è conservato tra le altre presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, la Biblioteca Vaticana di Roma e la Biblioteca Nazionale di Torino.

Piero: dal monastero ci spostiamo al Duomo che risale al XV secolo e ospita alcuni affreschi molto interessanti che sono stati da poco riscoperti sotto uno strato di calce steso alcuni secoli più tardi. Si trova proprio sulla piazza principale della città, appunto Piazza del Duomo.

Angela: da non perdere a Bobbio è il Castello Malaspina, costruito nel corso del XV secolo e famoso per essere stato la roccaforte dei Guelfi durante le lotte con i Ghibellini di Piacenza. La sua imponente torre domina su tutta la zona circostante e dalla sua cima si gode di una bella vista panoramica della città, degli Appennini alle sue spalle e della Val Trebbia.

Piero: è ora di pranzo adesso: sarà stata la camminata, saranno state le numerose osterie che abbiamo incontrato nella passeggiata o i numerosi negozi che vendono le prelibatezze della zona, ma mi è venuta veramente fame…

Angela: non si può non assaggiare le specialità culinarie di questa zona: la loro fama le precede! Molti dei piatti tipici seguono ancora una tradizione semplice e basata su ciò che stava intorno alla casa, nei campi, nell’orto e nell’aia. Assaggiamo il classico della zona, ossia pisarei e fasò: piatto molto semplice fatto di gnocchetti di pane raffermo accompagnati dai fagioli dell’orto e conditi con un sugo a base di fagioli, lardo, cipolla e pomodoro. Vale sicuramente la pena assaggiare anche i maccheroni alla bobbiese, realizzati con l’utilizzo di un ferro da calza e cotti in un gustoso sugo di carne. Chiaramente non possono mancare i pregiati salumi locali…

I meandri di San Salvatore e Brugnello

Piero: ben sazi, dopo pranzo riprendiamo le nostre auto e ci spostiamo di pochi chilometri, risalendo la valle, verso la località di San Salvatore: in questa zona il fiume Trebbia diventa tortuoso e il suo percorso crea dei meandri estremamente affascinanti. Queste anse sembrano scavate nelle montagne, dando l’impressione di percorrere un piccolo canyon.

Angela: aggrappato alla roccia a strapiombo sul fiume sorge il piccolissimo borgo di Brugnello. E’ un davvero un bellissimo e antico centro abitato fatto di qualche decina di case in sasso e di una piccola chiesa, tutti perfettamente restaurati nello stile medievale originale.

Piero: la parte più bella di questa visita arriva però quando raggiungiamo la terrazza della chiesetta: la vista sui meandri di San Salvatore è davvero sbalorditiva!  

Il Ponte del Diavolo

Angela: a questo punto torniamo nuovamente a Bobbio per l’ultima tappa della nostra gita. Ci rimane da vedere il simbolo per eccellenza di Bobbio, il leggendario Ponte Vecchio.

Piero: il ponte che attraversa il Trebbia, noto anche come “Ponte Gobbo” o “Ponte del Diavolo”, è lungo 280 metri e risale all’epoca romana. La particolarità risiede nel suo aspetto insolito: è sghembo ed ha un profilo ondulato, con undici arcate di altezza irregolare. Il ponte è legato alla leggenda di San Colombano e al suo scontro con il Diavolo: si racconta infatti che il diavolo si sia presentato al monaco irlandese offrendosi di costruire il ponte in una sola notte in cambio della prima anima mortale che lo avrebbe attraversato; San Colombano però, con un inganno, fa attraversare il ponte a un cane rendendo furibondo il diavolo.

Angela: attraversando il ponte termina la nostra visita. Siamo pronti a far ritorno a casa felici di aver visitato una splendida località, trascorso una bella giornata e, cosa che non guasta, di aver mangiato davvero bene.

Piero: Bobbio è perfetta da visitare in ogni stagione dell’anno: in inverno la città è spesso imbiancata dalla neve, offrendo un’atmosfera magica e affascinante; in primavera la natura rigogliosa dell’Appennino dà il meglio di sé offrendo un fresco rifugio dalla calura della Pianura Padana; l’autunno, infine, dona ai boschi attorno alla cittadina una incredibile varietà di colori che vanno dal ramato al rosso per panorami davvero mozzafiato. In estate Bobbio diventa una specie di località balneare, con i bagnanti attratti dalle acque fresche del fiume e dalla possibilità di godersi il sole.

Angela: godiamoci tutto il percorso cliccando QUI per rivedere tutte le immagini.

Piero: ma soprattutto non perdetevi il video!