Salvatore Midili Salvatore Midili

Le gite fuori porta

Tutto inizia con un'idea.

Angela: non sempre riusciamo ad organizzare i nostri viaggi e prendere tutto il tempo che sarebbe necessario per andare lontano e scoprire le meraviglie del mondo.

Piero: poco male! Alle volte ci sono delle meraviglie da scoprire anche a due passi da casa. Non saranno sempre per forza località indimenticabili, ma certamente ci sono tante opportunità per soddisfare la nostra voglia di vedere posti nuovi conciliandoli con la necessità di concentrate tutto anche solo in una giornata. 

Angela: le fantastiche gite fuori porta…

Piero: esattamente! A meno di due ore da Milano ci sono un’infinità di luoghi ricchi di storia, tradizione e bellezza che possiamo visitare.

Angela: partiamo allora! Non vedo l’ora di cominciare…

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Piero: eccole allora:

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Alla scoperta di Bobbio

Piero: per la nostra prima gita, andiamo appena fuori dalla regione, anche se di pochissimo.

Angela: dove andiamo esattamente?

Piero: pensavo a Bobbio, nel piacentino.

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Angela: tutta la provincia di Piacenza per tradizione e cultura è molto vicina alla Lombardia e Bobbio in particolare: lo sapevi che fino al 1923 era in provincia di Pavia?

Piero: si, avevo letto. Bobbio è un bellissimo borgo medievale che ha avuto nel tempo diversi riconoscimenti: è Bandiera Arancione del Touring Club Italiano dal 2005, fa parte dei Borghi più Belli d'Italia dal 2006 e nel 2019 si è aggiudicata il titolo di Borgo dei Borghi 2019.

Angela: da Milano dista appena 130 chilometri e ci si impiega un’ora e mezza circa, con un percorso abbastanza semplice: autostrada A1 fino a Piacenza Sud, tratto di tangenziale  e poi su per la statale 45 della Val Trebbia che, a metà del suo percorso verso Genova, attraversa proprio Bobbio.

Piero: arriviamo presto al mattino perché abbiamo in programma di vedere diverse cose e vogliamo goderci un buon pranzo in una delle tante osterie.

Angela: questa è una zona che ha una fantastica tradizione culinaria, con tanti sapori indimenticabili da provare!

Piero: arrivati in paese, parcheggiare non è difficilissimo: ci sono diversi parcheggi nel cuore del borgo o in alternativa si può parcheggiare nelle vie appena fuori il centro e fare un breve tratto a piedi.

La straordinaria storia di Bobbio

Angela: Bobbio è un piccolo comune di 3500 abitanti nella zona appenninica della provincia di Piacenza; è il centro più importante della Val Trebbia e sorge sulla sponda sinistra dell’omonimo fiume, ai piedi del Monte Penice. Si trova al centro di una zona detta “Appennino delle quattro province”, dove le montagne delle province di Piacenza, Genova, Alessandria e Pavia confinano.

Piero: questo piccolo centro ha una storia antichissima che risale ai tempi del neolitico; passa sotto il dominio romano nel 14 a.C., diventando un centro importante grazie alla costruzione del ponte oggi noto come Ponte Gobbo. E’ a partire dal medioevo però che Bobbio vede crescere la sua importanza, diventando uno dei centri più importanti del monachesimo occidentale. Infatti, proprio qui, il monaco irlandese San Colombano fonda, nel 614 d.C., un monastero che in breve tempo diventa famoso per il suo scriptorium e per la biblioteca, una delle più importanti e prestigiose di tutta la cristianità e dove sono conservati ancora oggi alcuni dei manoscritti latini più antichi e pregiati della storia. Attorno al monastero di San Colombano si sviluppa la città ed è proprio grazie a questo che Bobbio è considerata la Montecassino del nord. Nel 1014, Bobbio acquisisce il titolo di città, diventando anche sede vescovile; con i Franchi diventa un potente feudo imperiale per poi diventare signoria con i Malaspina, contea autonoma della famiglia Dal Verme e marchesato con i Savoia; con la proclamazione del Regno d'Italia, viene annessa a Pavia e solo dal 1923 rientra nella provincia di Piacenza. Dei fasti di un tempo, Bobbio conserva il sapore e la magia medioevali del borgo, fatto di vie strette, case in pietra e palazzi signorili, a cui si uniscono i suggestivi paesaggi della vallata e del fiume, tanto da farne una delle principali località di villeggiatura del piacentino.

A spasso per Bobbio

Angela: cominciamo la nostra passeggiata per il centro storico; percorriamo il reticolo di strade strette fatte di ciottoli circondati da edifici antichi e splendidi palazzi nobiliari, testimonianza delle vicende delle famiglie più importanti della città come i Castelli o i Calvi che nel tempo hanno fatto a gara ad abbellire le loro abitazioni. Tra le residenze nobiliari più importanti ci sono Palazzo Alcalini o Casa di Teodolinda, Palazzo Olmi e Palazzo Malaspina.

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Piero: la prima tappa è il monastero di San Colombano. Come detto, la struttura originaria è stata edificata dal santo irlandese nel 614 attorno all’antica chiesa di San Pietro, nei pressi del castello. La struttura era semplice e ricalcava il modello dei monasteri irlandesi, costituiti da capanne in legno, raccolte intorno ad una chiesa, circondati da una palizzata. Nei secoli successivi alla morte di San Colombano, il monastero accrebbe la sua influenza religiosa, culturale e sociale sino a divenire uno dei più importanti centri monastici d’Europa, con vasti possedimenti in Emilia ma anche in Toscana, Liguria e sul Lago di Garda; ma la sua fama la deve soprattutto allo scriptorium e alla biblioteca. La vita si svolgeva in modo austero, nonostante le ricchezze. Solo alla fine dell’XI secolo, vista la crescita costante dell’importanza del monastero, viene completata la costruzione di una struttura più ampia nella posizione attuale. Nel XV secolo subentrano i monaci benedettini che ristrutturano ed ampliano ancora il monastero: quello che si vede adesso risale proprio a questo periodo, mentre poco rimane dell’originale monastero.

Angela: in epoca napoleonica l’Abbazia viene soppressa e molti dei suoi beni, primi tra i quali i preziosi codici vengono messi all’asta: ciò che è rimasto oggi è conservato tra le altre presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, la Biblioteca Vaticana di Roma e la Biblioteca Nazionale di Torino.

Piero: dal monastero ci spostiamo al Duomo che risale al XV secolo e ospita alcuni affreschi molto interessanti che sono stati da poco riscoperti sotto uno strato di calce steso alcuni secoli più tardi. Si trova proprio sulla piazza principale della città, appunto Piazza del Duomo.

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Angela: da non perdere a Bobbio è il Castello Malaspina, costruito nel corso del XV secolo e famoso per essere stato la roccaforte dei Guelfi durante le lotte con i Ghibellini di Piacenza. La sua imponente torre domina su tutta la zona circostante e dalla sua cima si gode di una bella vista panoramica della città, degli Appennini alle sue spalle e della Val Trebbia.

Piero: è ora di pranzo adesso: sarà stata la camminata, saranno state le numerose osterie che abbiamo incontrato nella passeggiata o i numerosi negozi che vendono le prelibatezze della zona, ma mi è venuta veramente fame…

Angela: non si può non assaggiare le specialità culinarie di questa zona: la loro fama le precede! Molti dei piatti tipici seguono ancora una tradizione semplice e basata su ciò che stava intorno alla casa, nei campi, nell’orto e nell’aia. Assaggiamo il classico della zona, ossia pisarei e fasò: piatto molto semplice fatto di gnocchetti di pane raffermo accompagnati dai fagioli dell’orto e conditi con un sugo a base di fagioli, lardo, cipolla e pomodoro. Vale sicuramente la pena assaggiare anche i maccheroni alla bobbiese, realizzati con l’utilizzo di un ferro da calza e cotti in un gustoso sugo di carne. Chiaramente non possono mancare i pregiati salumi locali…

I meandri di San Salvatore e Brugnello

Piero: ben sazi, dopo pranzo riprendiamo le nostre auto e ci spostiamo di pochi chilometri, risalendo la valle, verso la località di San Salvatore: in questa zona il fiume Trebbia diventa tortuoso e il suo percorso crea dei meandri estremamente affascinanti. Queste anse sembrano scavate nelle montagne, dando l’impressione di percorrere un piccolo canyon.

Angela: aggrappato alla roccia a strapiombo sul fiume sorge il piccolissimo borgo di Brugnello. E’ un davvero un bellissimo e antico centro abitato fatto di qualche decina di case in sasso e di una piccola chiesa, tutti perfettamente restaurati nello stile medievale originale.

Piero: la parte più bella di questa visita arriva però quando raggiungiamo la terrazza della chiesetta: la vista sui meandri di San Salvatore è davvero sbalorditiva!  

Il Ponte del Diavolo

Angela: a questo punto torniamo nuovamente a Bobbio per l’ultima tappa della nostra gita. Ci rimane da vedere il simbolo per eccellenza di Bobbio, il leggendario Ponte Vecchio.

Piero: il ponte che attraversa il Trebbia, noto anche come “Ponte Gobbo” o “Ponte del Diavolo”, è lungo 280 metri e risale all’epoca romana. La particolarità risiede nel suo aspetto insolito: è sghembo ed ha un profilo ondulato, con undici arcate di altezza irregolare. Il ponte è legato alla leggenda di San Colombano e al suo scontro con il Diavolo: si racconta infatti che il diavolo si sia presentato al monaco irlandese offrendosi di costruire il ponte in una sola notte in cambio della prima anima mortale che lo avrebbe attraversato; San Colombano però, con un inganno, fa attraversare il ponte a un cane rendendo furibondo il diavolo.

Angela: attraversando il ponte termina la nostra visita. Siamo pronti a far ritorno a casa felici di aver visitato una splendida località, trascorso una bella giornata e, cosa che non guasta, di aver mangiato davvero bene.

Piero: Bobbio è perfetta da visitare in ogni stagione dell’anno: in inverno la città è spesso imbiancata dalla neve, offrendo un’atmosfera magica e affascinante; in primavera la natura rigogliosa dell’Appennino dà il meglio di sé offrendo un fresco rifugio dalla calura della Pianura Padana; l’autunno, infine, dona ai boschi attorno alla cittadina una incredibile varietà di colori che vanno dal ramato al rosso per panorami davvero mozzafiato. In estate Bobbio diventa una specie di località balneare, con i bagnanti attratti dalle acque fresche del fiume e dalla possibilità di godersi il sole.

Angela: godiamoci tutto il percorso cliccando QUI per rivedere tutte le immagini.

Piero: ma soprattutto non perdetevi il video!

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La Cascata del Cenghen

Piero: pronti per una nuova gita fuori porta?

Angela: direi di si. Cosa hai in mente questa volta?

Piero: prepariamo il nostro van e rimaniamo in Lombardia. Ancora un luogo incantevole, immerso nella natura…

Angela: si cambia abbigliamento stavolta: devo preparare le scarpe da trekking?

Piero: magari proprio le scarpe da trekking no, ma il nostro programma prevede una bella comminata immersi nel verde.

Angela: dove andiamo esattamente?

Piero: ci dirigiamo verso il lago di Como, sulla sua sponda orientale, esattamente ad Abbadia Lariana, in provincia di Lecco.

Angela: spesso andiamo a cercare il fascino di posti lontani, dimenticando che ci sono posti molto belli e così vicini a noi.

Piero: proprio così! La Grigna ospita un vero gioiello naturale: le cascate del Cenghen! Passeremo la giornata immersi nella natura, facendo questa facile escursione alla scoperta di un angolo spettacolare della Val Monastero.

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Arrivare alla cascata

Angela: siamo a poco più di cinquanta chilometri da Milano; percorriamo la statale 36, la Milano-Lecco, superiamo Lecco ed usciamo proprio ad Abbadia Lariana.

Piero: parcheggiare non è semplicissimo se non si arriva presto al mattino. C’è un piccolo parcheggio in paese proprio all’inizio del sentiero; in alternativa occorre superare l’abitato e sfruttare uno degli spazi disponibili, percorrendo un tratto di strada a piedi.

Angela: ci siamo organizzati già da casa per il nostro pic-nic; chiaramente è necessario portarsi dietro tutto il necessario: lungo la camminata nel bosco si trova solo qualche fontana per bere e rinfrescarsi. Tutto il percorso è ben coperto dalla vegetazione e quindi anche nei giorni d’estate si sta al riparo dal caldo; nelle altre stagioni, è consigliabile coprirsi se si affronta il percorso nelle prime ore del mattino.  

Piero: per i ragazzi poi, un cambio è necessario, l’acqua li attrae facilmente...

Angela: come dicevi, non servono le scarpe da trekking, ma sicuramente delle comode scarpe da passeggio, per affrontare un sentiero comunque sterrato.

Piero: il percorso non è complicato e neppure troppo ripido; ci sono alcuni tratti con una discreta pendenza, qualche altro leggermente più stretto e ancora qualcuno in cui il passaggio dell’acqua rende fangoso il percorso. Si tratta di poco più di due chilometri con un dislivello di 300 metri circa: un’oretta di cammino senza soste e ad un passo moderato. Le indicazioni lungo il percorso non sono tante e non sono facilmente visibili; tuttavia è impossibile perdersi. Tutto sommato però è davvero un itinerario semplice, alla portata di tutti, anche di bambini e ragazzi.

Angela: zaini in spalla allora cominciamo la nostra avventura!

Si parte!

Piero: sono diversi i punti di partenza per affrontare il percorso, noi scegliamo di partire dalla frazione di Linzanico, perché ci era stato indicato come il percorso più breve e più semplice. L’imbocco del sentiero si trova proprio accanto all’antico lavatoio, in Piazza Papa Giovanni XXIII, ed è ben segnalato.

Angela: seguiamo quindi questa mulattiera abbastanza ampia nella prima parte che offre dei panorami incantevoli sul lago di Como e sulle montagne.

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Piero: continuiamo la nostra camminata tra uliveti, frutteti e campi coltivati; arrivati ad una vecchia casa, il sentiero si biforca: niente paura però: tutte e due le strade portano alle cascate. Il sentiero di destra è leggermente più lungo ma molto panoramico; noi per l’andata scegliamo quello di sinistra per arrivare prima alle cascate. Al ritorno faremo l’altro sentiero godendoci il panorama e cercando uno spiazzo per il nostro pic-nic.

Angela: addentrandoci nel bosco, il sentiero spesso si restringe, mai tanto però da diventare pericoloso.

Piero: dopo mezz’ora di cammino, cominciamo a sentire il rumore dell’acqua: un piccolo ruscello (il torrente Zerbo) scorre alla destra del sentiero. E’ segno che le cascate si avvicinano!

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Angela: si arriva a quota 650 metri sul livello del mare. La Cascata del Cenghen è davvero affascinante: l’acqua scende impetuosa attraversando una stretta spaccatura della roccia creando un colpo d’occhio veramente notevole. La forza della cascata è impressionante, con un salto di ben cinquanta metri!

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Piero: alla base della cascata si forma una piccola piscina di acqua cristallina. E’ possibile azzardare un bagno se si è ben attrezzati con un cambio, ma l’acqua è davvero fredda! Qualcuno addirittura si sofferma sotto il potente getto d’acqua della cascata…

Angela: da dove deriva il nome della cascata?

Piero: non saprei dirlo esattamente: ho letto da qualche parte che forse ha origini celtiche o più semplicemente deriva dal nome del vecchio proprietario del terreno dove si trovano le cascate (Francesco).

Angela: dopo aver ammirato tanta meraviglia facciamo ritorno sui nostri passi. Come detto prima, per l’ultimo tratto scegliamo il percorso più panoramico che attraversa degli ampi prati in cui è possibile fermarsi per una sosta o un picnic con vista sul lago.

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Piero: prima di rientrare facciamo una breve sosta a visitare il borgo di Linzanico ed una passeggiata a bordo lago per un gelato ad Abbadia Lariana.  

Angela: abbiamo trascorso una giornata incantevole alla scoperta di un angolo di natura meraviglioso a due passi da Milano!

Piero: proprio così! Se vi va, potete rivedere tutte le immagini cliccando QUI o tutto il percorso in questo breve video.

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