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Tre giorni a Oporto!

Piero: il quarto giorno a Oporto prevede una lunga passeggiata a piedi per la città (clicca QUI per vedere tutte le immagini).

Le Chiese do Carmo e das Carmelitas

Angela: si comincia dalla Chiesa do Carmo; edificio molto interessante in stile barocco e rococò, con una bellissima facciata laterale coperta interamente da un pannello di azulejos che racconta la fondazione dell’Ordine dei Carmelitani.

Piero: a prima vista, non ci si rende conto subito che accanto c’è una seconda chiesa: quella das Carmelitas. A separare le chiese gemelle un edificio largo appena un metro che un tempo era semplicemente il muro divisorio tra frati e suore carmelitane.

Angela: La facciata non è entusiasmante, ma l’interno è davvero affascinante e sfarzoso, con le decorazioni in legno intagliato e dorato.

La libreria Lello

Piero: ci spostiamo adesso a pochissima distanza, verso la libreria dei fratelli Lello & Irmao, più semplicemente nota come Libreria Lello.

Angela: anche se non abbiamo intenzione di comprare libri in portoghese, vale assolutamente la pena di visitare questo splendido gioiello neogotico, fondato dai fratelli che le danno il nome nel 1906.

Piero: in molti, a ragione la considerano come una delle librerie più belle del mondo. A darle lustro ha sicuramente contribuito la saga del famoso maghetto Harry Potter.

Angela: ufficialmente Harry Potter non ha nulla a che spartire con questa deliziosa libreria: non è raccontata nei libri né è stata girata qui alcuna scena di uno dei film, ma la tradizione popolare vuole che J. K. Rowling, nel periodo trascorso a Oporto come insegnante di inglese, abbia preso ispirazione dalla particolare scala arrotondata per dare il là alla saga dei record.

Piero: la visita all’interno vale sia il prezzo del biglietto da pagare sia la lunga coda che spesso c’è da fare per l’ingresso.

Angela: oltre alla bellezza dei libri, si rimane affascinati dalle pareti intarsiate e dalla labirintica scala: sembrano in legno ma in realtà sono in calcestruzzo e gesso dipinto.

Piero: meravigliosa anche la vetrata del soffitto, con la scritta voluta dai fratelli Lello, «Decus in labore» («dignità nel lavoro»). E tutto è esattamente come era all’origine!

Angela: l’ambiente ammaliante della libreria unito al fascino misterioso della città, suggeriscono facilmente che la saga di Harry Potter abbia potuto trovare ispirazione proprio qui!

La torre Dos Clerigos

Piero: rimaniamo in zona e ci spostiamo verso la chiesa Dos Clerigos: splendido esempio di barocco, progettata dall’architetto di origine italiana Nasoni, con una particolare pianta ellittica e una ricchissima facciata.

Angela: sicuramente vale la pena visitarla, con i suoi interni in granito e marmo, rivestiti di rilievi barocchi; ma ciò che rende questo edificio uno dei più visitati ad Oporto è sicuramente l’omonima torre che si trova di fianco.

Piero: con i suoi 76 metri è la torre più alta di tutto il Portogallo. Costruita in pietra di granito, è uno dei simboli della città.

Angela: vale la pena salire i 225 gradini della scala a chiocciola, che verso la sommità diventa sempre più stretta: la ricompensa per la fatica sarà una delle viste panoramiche più belle della città.

Piero: superate le vertigini, si potranno scattare delle meravigliose foto. Attenzione alle 49 campane che suonano all’improvviso, spaventando i visitatori!

Angela: la nostra giornata finisce qui, in anticipo: c’è da prepararsi per il Capodanno!

Piero: trovare un ristorante da prenotare all’ultimo dell’anno è un’impresa davvero ardua, se non impossibile! Se l’idea è quella di cenare in un locale, è necessario organizzarsi con abbondante anticipo.

Angela: non è la nostra scelta perché decidiamo di passare un ultimo dell’anno completamente diverso, senza cenone!

Piero: ci arrangeremo quindi con qualche specialità di strada ed un buon gelato.

Angela: la bellezza dell’ultimo dell’anno, ce la regalano le piazze piene di gente, di musica, di colori e di allegria!

Piero: a ridosso della mezzanotte ci avviciniamo alle rive del Douro, dove daremo il benvenuto al nuovo anno con un buon brindisi e la meraviglia dei fuochi d’artificio sul fiume!

Angela: il nostro quinto giorno in Portogallo, il primo dell’anno, inizia discretamente presto. La città dorme ancora; rapidamente gli addetti ai lavori ripuliscono i segni lasciati dalle tante persone che hanno dato il benvenuto al nuovo anno.

Piero: con difficoltà riusciamo a fare colazione a base di pasteis de nada e il nostro tour ricomincia.

La Chiesa di San Francesco

Angela: decidiamo di cominciare dalla chiesa di São Francisco, forse una delle più belle.

Piero: all’esterno sembra una chiesa gotica, apparentemente austera, con la sua scalinata di ingresso e lo splendido rosone.

Angela: all’interno però ci sorprende uno dei più importanti esempi di barocco in Portogallo. Tutte le superfici in legno intagliato sono ricoperte da fogli d’oro (c’è chi dice 100 kg d’oro, chi addirittura 300 kg!); le figure di monaci e cherubini, i motivi vegetali e tutti gli ornamenti risplendono grazie alla luce che filtra dal rosone.

Piero: da ammirare, nella navata laterale sinistra, l’Albero di Jesse, una scultura di legno policromo che rappresenta la genealogia di Cristo.

Angela: usciti dalla chiesta, ci spostiamo nel palazzo di fianco che ospita il museo ecclesiastico e, nell’interrato, le catacombe.

La Sé

Piero: a questo punto ci dirigiamo verso un altro simbolo della città: la Cattedrale di Porto, la Sé.

Angela: si trova in cima ad una collina (ancora gradini!), imponente e massiccia, e domina il dedalo medievale di stradine e di scale.

Piero: l’esterno, la facciata in granito ricorda una fortezza, con le sue alte torri laterali e la struttura merlata; dal sagrato si gode una splendida vista della città, fino al fiume Douro.

Angela: da vedere il chiostro e la loggia, decorati con splendidi azulejos.

Alla scoperta del vino Porto

Piero: a metà mattina, continuiamo la nostra camminata avvicinandoci al ponte Dom Luìs I grazie al quale raggiungeremo Vila Nova de Gaia.

Angela: il ponte è un altro dei simboli della città: uno dei tanti ponti cosiddetti “Eiffel” presenti in Portogallo.

Piero: in effetti, la sua struttura in ferro e la sua architettura richiamano i progetti tipici dell’ingegnere francese. In realtà questo ponte è stato progettato da uno dei suoi collaboratori e allievi, il belga Seyrig.

Angela: nella sua struttura è costituito da un arco in ferro e, alla sommità ed alla base, dalle due strutture lineari destinate al traffico; il livello superiore oggi è percorso esclusivamente dai treni della metrotranvia cittadina e dai pedoni.

Piero: è lungo quasi 400 metri ed è alto 45. Percorrendo la via pedonale alla sommità, si ha una fantastica vista panoramica della città e del fiume Douro. Ed è da qui che decidiamo di passare.

Angela: attraversato il ponte, non senza aver scattato qualche foto, ci troviamo a Vila Nova de Gaia; questo quartiere deve la sua fama ad una delle produzioni tipiche della città: il vino Porto.

Piero: è il XVII secolo quando i mercanti inglesi aggiungono una piccola quantità di brandy al vino locale, dando origine al famoso nettare liquoroso.

Angela: da questa parte, la riva del Douro è costellata di antiche cantine che offrono visite e degustazioni.

Piero: raggiungiamo il quartiere dalla collina, avendo attraversato il ponte dalla sommità; ci attrae subito il monastero di Serra de Pilar; dalla terrazza antistante ammiriamo il Jardim do Morro con le sue palme.

Angela: decidiamo di raggiungere a piedi la riva del fiume, attraverso le tipiche vie e le scalinate. In alternativa, si può utilizzare il Teleférico de Gaia, la funivia che collega appunto la sommità del ponte con la riva del fiume.

Piero: per pranzo ci fermiamo in uno dei tanti ristoranti a disposizione e decidiamo di assaggiare le famose francesinhas, il tipico panino ripieno di carne e ricoperto di uovo fritto e formaggio: una bomba!

Angela: ci rilassiamo adesso con una bellissima passeggiata lungo la riva del fiume. Il tempo sembra essersi fermato: da una parte, le cantine sembrano ancora quelle di una volta, dall’altra, sul fiume, si vedono ormeggiatele le stupende, tradizionali e tipiche imbarcazioni per il trasporto del vino.

Piero: riprendiamo a questo punto la strada del rientro e decidiamo di attraversare questa volta il ponte dalla base: meno affascinante ma più pratico.

La Ribeira

Angela: raggiungiamo il quartiere Ribeira, praticamente la cartolina tipica della città, Patrimonio dell’Umanità.

Piero: questa zona, fra l’altro vista al tramonto, rimane nel cuore: le case addossate le une sulle altre sembrano la tavolozza di un’artista, nei loro affascinanti colori pastello; i vicoli medievali che serpeggiano verso il fiume sembrano formare un labirinto; e infine le tascas, le taverne sul fiume.

Angela: non mancate di fermarvi ad assaggiare uno shortino di vino Porto o di ginja (il delizioso liquore a base di ciliegia più tipico di Lisbona che di Porto, ma poco importa…) servito in un bicchierino di cioccolato, da mangiare dopo aver bevuto: una vera delizia!

Piero: a questo punto si rientra, con le gambe molli sicuramente per la stanchezza delle lunghe camminate ma anche per i due, tre, forse quattro bicchierini in Ribeira…

Angela: per cena proviamo una delle tascas che abbiamo visto al pomeriggio, la Taberna d’Avo, per assaggiare due specialità tipiche, i petiscos (le tapas) ed il bacalhau (il baccalà).

Piero: finisce qui anche questa splendida giornata.

Si torna a casa

Angela: l’ultimo giorno è quello del rientro purtroppo.

Piero: avendo il volo nel primo pomeriggio, abbiamo però il tempo per una sorpresa da fare ai nostri ragazzi: la visita al nuovissimo stadio Do Dragão.

Angela: visitiamo spogliatoi, tribune, campo, panchine e il museo; il tempo di comprare qualche souvenir ed è già ora di raggiungere l’aeroporto.

Piero: il Portogallo è una terra meravigliosa! Ogni angolo che abbiamo visitato, ogni sapore, ogni colore ci è rimasto nel cuore.

Angela: chiaramente con il tempo a disposizione non si poteva vedere tutto; poco male però: vorrà dire che ci ritorneremo presto! Obrigado!!!