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Malà Strana e dintorni

Angela: il secondo giorno a Praga lo dedichiamo alla visita di Malà Strana, il piccolo quartiere.

Piero: si tratta di una città nella città, rimasta uguali nei secoli, a partire dalla sua fondazione nel Medioevo. E’ un continuo di caffè, pub, birrerie e per strada gli artisti squattrinati che contribuiscono a creare un’atmosfera bohemien. A Malà Strana, nei palazzi barocchi di Nerudova, hanno anche sede molte delle ambasciate. Il quartiere ha questo fascino parte popolare e parte aristocratico: le due anime opposte convivono da quando gli aristocratici viennesi hanno abbandonato il quartiere per tornare in Austria e i poveri di Praga ne hanno ripreso possesso. Questo forse è l’unico quartiere rimasto originale a differenza di molti altri a Praga segnati dal risanamento edilizio. Case e palazzi portano ancora i nomi e i simboli che si usavano nel Medioevo e che derivavano dal mestiere di chi ci abitava o dal simbolo naturale e religioso scelto: cervi, unicorni, aquile, chiavi e violini.

Karlova

Angela: partiamo quindi da Staré Město, la città vecchia, esattamente dalla Porta delle Polveri in direzione Karlova: è la via stretta e tortuosa che collega i due storici quartieri di Praga.

Piero: Karlova era la via che il corteo imperiale dove attraversare per raggiungere il castello nel giorno dell’incoronazione. Oggi la via è un susseguirsi di bellissimi palazzi gotici, rinascimentali e barocchi, intervallati da caffè e negozietti di souvenir: il Serpente d’Oro, il primo caffè di Praga, Karlova Crystal, il negozio di porcellane, gioielli e lampadari boemi, e infine il palazzo Ai Pozzi d’Oro, con i suoi bellissimi stucchi barocchi.

Angela: Karlova termina nel piazzale da cui si accede ad un altro dei simboli di Praga: Ponte Carlo! E’ il ponte sul fiume Moldava che bagna Praga e che collega Malà Strana e Staré Město.

Ponte Carlo

Piero: ai due estremi del ponte si trovano due torri: la torre dal lato della Città Vecchia è più recente di quella di Malà Strana che risale al XII secolo. La costruzione del ponte inizia nel 1357 per volere di Carlo IV con la precisa volontà di collegare le due principali città da cui nasce l’attuale Praga, in sostituzione della precedente passerella fatta di tronchi d’albero che veniva distrutta ad ogni inondazione. Il Ponte di Pietra, era questo il nome originale, fu completato nel 1402 ad opera dell’architetto Parler, famoso in città per essere anche autore della Cattedrale di san Vito e del Castello che vedremo tra poco. Al centro del piazzale di accesso al ponte, troneggia la statua del sovrano ideatore del ponte. I bordi del ponte sono decorati da trenta statue barocche di santi: di particolare rilievo è quella di San Giovanni Nepomuceno: questo vescovo di Praga si è opposto alle oppressioni di re Venceslao IV che lo fece imprigionare, torturare e lanciare giù dal ponte con una pietra ai piedi; la tradizione sostiene che accarezzare la statua porta fortuna per ben 10 anni!

Angela: il ponte poggia su sedici arcate ed è lungo poco più di cinquecento metri. Al ponte, così come a tutta la città di Praga, sono legati miti e leggende che da sempre incuriosiscono gli appassionati di esoterismo. La sua prima pietra è stata posata dal re Carlo IV alle 5.31 del 9 luglio 1357; si tratta di una curiosità particolare perché se scritti nell’ordine anno, giorno mese e ora, danno una scala prima crescente e poi decrescente dei numeri dispari da 1 a 9 che avrebbero un significato esoterico. Dal XVIII secolo ad oggi il ponte è illuminato dalle stesse lanterne ad olio che rendono l’atmosfera del ponte ancora più magica e misteriosa.    

Piero: attraversare il ponte è un’esperienza meravigliosa e consente di assaporare la bellezza della città da un punto di vista unico!

Malà Strana

Angela: arriviamo così al Piccolo Quartiere, un meraviglioso groviglio di vie che si girano facilmente a piedi ma con il rischio di perdersi. Raggiungiamo la via principale, Nerudova per ammirare i suoi bellissimi palazzi.

Piero: una curiosità: la via è intitolata a Jan Nepomuk Neruda, lo scrittore autore de “I racconti di Malá Strana” da cui il più famoso Neruda, il poeta cileno Pablo, si ispirò nella scelta del suo psuedonimo.

Angela: raggiungiamo la piazza principale del quartiere, dove si trovano la Chiesa di san Nicola (un’altra!) il Palazzo Lichtenstein, facilmente riconoscibile dal colore azzurro, sede dell’Accademia della Musica, e anche il Radnice, l’edificio del vecchio Municipio di Malá Strana, che risale ai tempi in cui Praga era ancora divisa.

Piero: al centro della piazza si trova la Colonna della Vergine, costruita come ringraziamento dei sopravvissuti alla terribile peste che ha colpito la città nel all’inizio del XVIII secolo.

Il Castello e la Cattedrale di San Vito

Angela: da qui ci muoviamo verso altri due simboli di Praga: la cattedrale di San Vito ed il castello.

Piero: La Cattedrale di San Vito è la più grande e importante cattedrale di Praga dove si svolgevano le incoronazioni dei re boemi. Anche questa costruzione si deve a Carlo IV e la sua costruzione, durata circa 600 anni, è terminata solo nel 1929. All’interno si conserva la testa di San Luca Evangelista che lo stesso Carlo IV ha ottenuto da un viaggio in Italia.

Angela: entrati dal portale principale, colpisce la luminosità della cattedrale grazie alle grandi e coloratissime vetrate alte 14 metri. Da non perdere la Cappella di San Venceslao che ospita le reliquie del santo patrono di Praga.  

Piero: la cattedrale si trova nel complesso della costruzione del Castello che sorge su una delle nove alture su cui si sviluppa la capitale ceca. La costruzione è stata avviata nel IX secolo ed è uno dei castelli più grandi del mondo. Nonostante risalga al periodo medievale, non ha per nulla l’aspetto tipico fortificato dei castelli di quell’epoca: è formato da una serie di bellissimi palazzi ed edifici, circondati da piccole e caratteristiche stradine. Il suo massimo splendore si raggiunge durante il regno di Carlo IV e continua ininterrottamente nel periodo in cui Praga è capitale del Sacro Romano Impero. Dal 1918 è la sede del Presidente della Repubblica.

Angela: la visita del castello inizia a Hradčanské Náměstí, la piazza dove si trova il cancello d’ingresso principale: le due grandi statue situate ai lati riproducono fedelmente la gigantomachia. Al di là dei cancelli si trova la corte d’onore che ospita allo scoccare di ogni ora il cambio della guardia. Da non perdere sicuramente il Vicolo d’Oro, un piccolo e affascinante vicolo all’interno del recinto del castello, con case colorate, in passato occupate da orefici. Con esso non si possono perdere l’antico Palazzo Reale, la Basilica e il Convento di San Giorgio e tutte le torri che completano questo meraviglioso castello. Tutto il complesso è veramente immenso e per visitarlo al meglio occorrerebbe forse una giornata intera.  

Josefov: il quartiere ebraico

Piero: dopo pranzo facciamo ritorno verso la Città Vecchia questa volta passando dalla scalinata del castello e attraversando nuovamente Ponte Carlo. Ci dirigiamo adesso verso Josefov, il quartiere ebraico, che si trova poco distante dalla Piazza della Città Vecchia.

Angela: è uno dei quartieri più antichi di Praga e deve il suo nome all’imperatore Giuseppe II che per primo abolì le discriminazioni nei confronti degli ebrei a partire dal 1781. La presenza di comunità ebraiche a Praga risale al X secolo e per questo, storicamente la capitale ceca è considerata uno dei più antichi e famosi centri ebraici dell'Europa centrale. Quella che visitiamo oggi è la versione “ristrutturata” del ghetto ebraico avvenuta alla fine del 1800, quando le case in stile Liberty sostituirono molte case barocche e gotiche. Prima di allora il ghetto era un intricato sistema di vicoli, stradine minuscole e senza uscita, rozze e decadenti in cui hanno vissuto per secoli gli ebrei di Praga, costretti ad indossare un cappello giallo se volevano uscire dal ghetto e andare nelle altre parti di Praga.

Piero: numerose sono le sinagoghe nel quartiere: bellissima quella Spagnola con le sue decorazioni arabeggianti; c’è poi la Sinagoga Vecchia-Nuova, la più antica sinagoga d’Europa ancora funzionante; ancora, la Sinagoga Pinkas, che ospita un memoriale delle vittime della Shoah e una mostra con i disegni realizzati dai bambini del ghetto di Terezín, ed infine la Sinagoga Maisel.

Angela: una curiosità: secondo una leggenda nella sinagoga Vecchia-Nuova è conservato il Golem, una figura antropomorfa tipica della tradizione ebraica e medievale; il Golem di cui parlo sarebbe stato creato dal rabbino Loew, rispettatissimo all’interno della comunità ebraica praghese. La leggenda racconta che il rabbino nascose la sua creatura nella soffitta della sinagoga e, per evitare che cadesse in mani sbagliate, fece togliere le scale esterne che portavano alla soffitta.

Piero: ultima tappa nel ghetto è la visita al cimitero ebraico, che, insieme alla Sinagoga Vecchia-Nuova è la testimonianza più antica e importante del quartiere. Nel tempo si sono accumulate qui ben 12.000 tombe, perché gli ebrei neanche da morti potevano lasciare il ghetto: nel corso dei secoli quindi il cimitero si è allargato per quanto possibile ma poi le tombe sono state via via sovrapposte le une alle altre: seguendo un sentiero si può passeggiare tra le tombe per ammirarle più da vicino. La tomba più importante e più visitata è sicuramente quella del rabbino Loew.

La Casa Danzante

Angela: a questo punto siamo veramente stanchi! La giornata è stata densa di cose da vedere ed abbiamo percorso più di dieci chilometri a piedi! Abbiamo bisogno di rifocillarci con una buona birra per noi e con una bevanda calda per i ragazzi. Scegliamo una meta particolare per rifocillarci: la Casa Danzante che all’ultimo piano ospita un elegante cafè oltre ad una bellissima terrazza panoramica.  

Angela: si tratta di un palazzo costruito negli anni ’90 in uno spazio sul lungofiume lasciato libero dopo la distruzione di un’altra costruzione durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Originariamente era stato chiamato Fred and Ginger (da Fred Astaire e Ginger Rogers) perché il palazzo ricorda vagamente una coppia di ballerini. Nell’idea del suo sponsor principale, il presidente ceco Václav Havel, la casa doveva ospitare alcune iniziative culturali: in realtà è sede di alcune multinazionali e di attività commerciali. Il palazzo è molto diverso dallo stile tipico di Praga, ma forse anche per questo merita di essere visitato.

Piero: ci rilassiamo quindi all’ultimo piano con un’altra buona birra e soprattutto godiamo della splendida vista al tramonto della città vista dalla terrazza panoramica: imperdibile! Stanchi chiudiamo qui la nostra giornata.

Angela: prima però ci viene un’idea: avendo oramai visitato la gran parte delle meraviglie di Praga, decidiamo di dedicare una parte della nostra ultima giornata alla visita del campo di concentramento di Terezín. Direttamente on line acquistiamo il voucher per la visita che comprende il trasferimento da e per la cittadina e la guida in loco in lingua italiana. Ce ne sono diverse tra cui scegliere e tutte sono sicuramente valide: il costo è accessibile, la durata è di mezza giornata e l’organizzazione è di buon livello.