Arriviamo!
Tutto inizia con un'idea.
Piero: abbiamo promesso ai nostri ragazzi di far visitare tutte le capitali europee prima che siano in età da poterle visitare da soli…
Angela: a quale stai pensando?
Piero: direi di cominciare non tanto dalle principali, quanto da una delle più belle e sicuramente più affascinanti: Praga.
Angela: è una delle tradizionali capitali europee. La magnifica capitale della repubblica Ceca è certamente una delle più belle città dell’Europa continentale. Magnifica eleganza classica, tanti monumenti da vedere, vie, ponti e piazze meravigliose ed un castello bellissimo ne fanno una capitale imperdibile, meta ogni anno di turisti provenienti da ogni parte del mondo.
Piero: niente van questa volta: raggiungeremo Praga in aereo; i voli sono comodi e frequenti e l’aeroporto non è molto distante dal centro della città. Prenotiamo il nostro volo con Easyjet da Malpensa a metà mattinata, atterrando a Praga per l’ora di pranzo.
Angela: avremo a disposizione tre giorni interi per la visita della città, più che sufficienti per vedere le principali attrazioni: Praga si gira bene a piedi perché il suo centro storico è compatto.
Piero: per la nostra sistemazione abbiamo la fortuna di trovare forse due degli appartamenti tra i più belli in cui siamo stati: si tratta del Four Trees Aparthotel.
Angela: Four Trees è un residence moderno ed ecologico situato nel centro di Praga (la Porta delle Polveri e la Piazza della Città Vecchia sono a soli 5 minuti a piedi). Il residence offre un design naturale unico in tutti i suoi appartamenti: tutti i materiali utilizzati per le finiture e gli arredi interni sono naturali e rispettosi dell'ambiente; ogni appartamento offre interni dal design originale con colori caldi ed elementi naturali che creano un'atmosfera rilassante, oltre ad essere dotati di ogni confort e di una cucina completa per ogni necessità.
Piero: le foto sul sito ci avevano attirati e le aspettative erano già alte in fase di prenotazione. La realtà è anche meglio: gli appartamenti sono molto ampi, comodi, puliti e tenuti in ordine; il servizio di reception è preciso, disponibile ed efficiente. Unico piccolo neo è quello di non avere a disposizione il servizio per la colazione: pazienza, lo sapevamo e ci siamo organizzati.
Angela: la struttura che ci ospita ci ha anche organizzato il transfer dall’aeroporto, con una modesta cifra in aggiunta al soggiorno: ci dobbiamo quindi preoccupare solo di disfare i bagagli e organizzare un veloce pranzo e, essendo in pieno centro, siamo già pronti ad iniziare la nostra visita della città.
Piero: come detto, Praga è la capitale della Repubblica Ceca, oltre ad esserne la città più grande ed importante. Ha una storia particolare e non nasce come una città unica. E’ stata capitale della Cecoslovacchia fino al 1992, anno nel quale il centro storico di Praga è stato inserito tra i siti considerati Patrimonio dell’Umanità per l’UNESCO.
Angela: la storia di Praga inizia con l’insediamento dei boi, una tribù celta dal cui nome deriva quello di Boemia, che occuparono la zona in cui attualmente si trova Praga. Nell’XI secolo Praga divenne il luogo di residenza dei duchi di Boemia: nasce così la Città Vecchia. Nel XIII secolo, i conflitti con le popolazioni tedesche spinsero Otaker II a fondare una seconda città: la Piccola Città , "Malà Strana" per i cechi. Addirittura, nei secoli seguenti, furono fondate una terza ed una quarta città di Praga: si arriva all’unificazione in una sola città solo nel 1784, con Giuseppe II. Nel XVI secolo, Fernando I fu nominato re di Boemia e, fino al 1918, la storia di Praga rimarrà strettamente legata a quella dell’Austria e alla dinastia degli Asburgo, diventandone anche la capitale dell’impero. Dopo la "Defenestrazione di Praga" del 23 maggio 1618, in cui due rappresentanti imperiali furono scaraventati giù dalle finestre del palazzo reale, Fernando I decise di trasferire la capitale a Vienna. Da questo momento il rapporto tra Praga e gli austriaci si inclina fino ad arrivare al 1848, alla cosiddetta "Primavera dei Popoli" in cui i cechi, come altre popolazioni dell’impero austriaco, si ribellarono per ottenere la propria autonomia; sommosse popolari che furono placate con i bombardamenti delle truppe imperiali. Con la caduta dell’impero austroungarico, nel 1918 fu fondato il nuovo stato di Cecoslovacchia con Praga capitale. Nel marzo 1939, Praga fu invasa dall’esercito nazista, che ne creò un protettorato. Terminata la seconda guerra mondiale, ebbe inizio una nuova tappa nella storia della Cecoslovacchia, con l'avvento del regime comunista. L’orgoglio nazionalista dei cechi portò nel 1968 ad un tentativo di sommossa contro il comunismo sovietico: si è trattato della famosa Primavera di Praga che fu prontamente stroncata dall'intervento dell’URSS. Nel 1989, approfittando della crisi sovietica, a Praga ebbe luogo una rivoluzione non violenta, chiamata la "Rivoluzione di Velluto", con la quale i cechi riuscirono a ottenere la propria indipendenza dall’Unione Sovietica. Da allora, il 17 novembre è il giorno della festa nazionale della Repubblica. Nel 1993, dopo la divisione della Cecoslovacchia in due stati, Praga divenne la capitale della Repubblica Ceca.
Piero: Praga oggi è conosciuta come la città delle cento torri, il sogno di pietra o la città dorata; o magari la “città magica e maledetta” come è stata definita da Kafka. Più semplicemente una città meravigliosa, dal fascino e dall’eleganza coinvolgenti. Le sue chiese, i suoi castelli e i suoi palazzi testimoniano della sua storia millenaria, mischiando tra loro diverse epoche e stili: dal medioevo al barocco, dal gotico al rococò, dal rinascimento fino ad alcuni esempi di art nouveau. La sua atmosfera quasi surreale avvolge e conquista ad ogni angolo, ad ogni vicolo, ad ogni piazza: Praga è considerata a ragione una delle città più belle d’Europa. Prepariamoci quindi a scoprirla: cliccate QUI per vedere tutte le più belle immagini! Ecco il nostro programma:
Alla scoperta della Città Vecchia
Tutto inizia con un'idea.
Angela: dopo pranzo, dedichiamo il nostro primo pomeriggio ad un primo giro della città.
Piero: il nostro tour inizia dalla Porta delle Polveri (Prašná Brána) che si trova vicinissima ai nostri appartamenti. La torre, alta 44 metri, risale al 1475 ed è uno dei più importanti monumenti tardo gotici di Praga: è il monumentale punto di accesso alla Città Vecchia (Staré Město), attraverso il quale passava il corteo dell’incoronazione dei re boemi. Si chiama così perché un tempo veniva utilizzata come deposito della polvere da sparo.
La piazza della Città Vecchia
Angela: da qui, ci spostiamo al cuore del centro storico di Praga: la Piazza della Città Vecchia sulla quale si affacciano alcuni degli edifici più importanti della città, come la Chiesa di San Nicola, il Municipio con l’orologio astronomico e la Chiesa di Santa Maria di Tyn.
Piero: a questa piazza sono legati alcuni degli eventi più importanti della storia del paese e al centro di essa si trova la statua di Jan Hus, personaggio simbolo del nazionalismo ceco e anticipatore della riforma protestante.
Angela: la chiesa di San Nicola è un bellissimo esempio di barocco, forse unico per il genere a queste latitudini. La sua cupola ha un diametro di 20 metri mentre il suo punto più alto tocca i 49 metri. E’ la più antica chiesa della città vecchia: vale la pena una visita all’interno per gli affreschi del tetto e delle volte e per le sculture che decorano le pareti.
Piero: una delle principali attrazioni della piazza è sicuramente il monumentale orologio astronomico: tappa obbligata allo scoccare di ogni singola ora del giorno! L’orologio, che si trova sulla facciata del municipio, risale al medioevo, con aggiunte che sono avvenute nei secoli successivi, ed ha un meccanismo molto complesso, ancora oggi perfettamente funzionante. Tutti gli elementi che lo compongono hanno un valore fortemente simbolico ed al suo fascino contribuisce anche un alone di mistero legato al suo inventore che non ha mai voluto svelare ad alcuno il meccanismo di funzionamento. Sostanzialmente si suddivide in tre parti: in alto si vedono due finestrelle ai lati di un gallo d’oro, che si aprono ogni ora dalle 9 alle 23 facendo partire il corteo degli apostoli; la parte centrale è quella puramente astronomica, dove si trovano tutte le informazioni relative alla posizione del sole e della luna con intorno i segni dello zodiaco e la terra al centro, nella visione medievale; il quadrante rotondo più in basso invece rappresenta una specie di calendario in cui sono raffigurati i dodici mesi dell’anno, ciascuno in un medaglione. Una particolarità: ai lati dei due quadranti inferiori si trovano delle figure molto significative; ai lati del quadrante astronomico si trovano le quattro figure che rappresentano i vizi capitali: lo scheletro che ricorda la morte, il turco ad indicare la lussuria ed il piacere, un uomo vanitoso con uno specchio in mano a simboleggiare la vanità e un viandante con un sacco di denaro in mano, che rappresenta l’avarizia; anche queste figure si animano insieme al corteo degli apostoli; ai lati del calendario in basso si riconoscono invece le figure che rappresentano la scienza e la sapienza: un saggio con in mano un libro che rappresenta la filosofia, un angelo con spada e scudo che identifica la teologia, un secondo saggio con un cannocchiale che rappresenta l’astronomia ed un ultimo saggio che simboleggia la matematica o la storia.
Angela: una meraviglia starlo a guardare, non fosse stato per la tempesta di vento di quel giorno…
Piero: altro monumento simbolo della piazza e di Praga è la Chiesa di Santa Maria di Tyn con le sue celebri guglie gotiche che dominano la piazza. Le due torri campanarie sono alte circa 80 metri ed hanno la particolarità di essere leggermente diverse tra loro, una più snella e bassa dell’altra, a raffigurare metaforicamente la bellezza femminile e quella maschile. A differenza di altre chiese maestose non si mostra in tutta la sua grandezza in quanto è coperta da un gruppo di case costruite proprio a ridosso delle mura: per questo la si può ammirare in tutta la sua imponente bellezza soltanto da una considerevole distanza. Trovare l’ingresso non è facile: vi si accede da un vicolo nascosto che parte dalla piazza; vale la pena visitare l’interno, con il suo patrimonio artistico di opere gotiche, rinascimentali e barocche.
Angela: da non perdere ancora Palazzo Kinský, un edificio rococò testimone di molti eventi storici di Praga e oggi sede della Galleria Nazionale. Kafka vi ha studiato quando qui vi era un importante liceo e, il 25 febbraio 1948, sul balcone del palazzo, tenne il suo discorso Klement Gottwald, dando così inizio all’era comunista in Cecoslovacchia.
Piero: alle soglie dell’inverno Praga è già molto fredda e le giornate sono corte. Per questo e per la stanchezza del viaggio decidiamo di concludere il nostro pomeriggio in un pub a gustare una buonissima Staropramen, la buonissima birra di Praga! Una, chiaramente, si fa per dire…
Malà Strana e dintorni
Tutto inizia con un'idea.
Angela: il secondo giorno a Praga lo dedichiamo alla visita di Malà Strana, il piccolo quartiere.
Piero: si tratta di una città nella città, rimasta uguali nei secoli, a partire dalla sua fondazione nel Medioevo. E’ un continuo di caffè, pub, birrerie e per strada gli artisti squattrinati che contribuiscono a creare un’atmosfera bohemien. A Malà Strana, nei palazzi barocchi di Nerudova, hanno anche sede molte delle ambasciate. Il quartiere ha questo fascino parte popolare e parte aristocratico: le due anime opposte convivono da quando gli aristocratici viennesi hanno abbandonato il quartiere per tornare in Austria e i poveri di Praga ne hanno ripreso possesso. Questo forse è l’unico quartiere rimasto originale a differenza di molti altri a Praga segnati dal risanamento edilizio. Case e palazzi portano ancora i nomi e i simboli che si usavano nel Medioevo e che derivavano dal mestiere di chi ci abitava o dal simbolo naturale e religioso scelto: cervi, unicorni, aquile, chiavi e violini.
Karlova
Angela: partiamo quindi da Staré Město, la città vecchia, esattamente dalla Porta delle Polveri in direzione Karlova: è la via stretta e tortuosa che collega i due storici quartieri di Praga.
Piero: Karlova era la via che il corteo imperiale dove attraversare per raggiungere il castello nel giorno dell’incoronazione. Oggi la via è un susseguirsi di bellissimi palazzi gotici, rinascimentali e barocchi, intervallati da caffè e negozietti di souvenir: il Serpente d’Oro, il primo caffè di Praga, Karlova Crystal, il negozio di porcellane, gioielli e lampadari boemi, e infine il palazzo Ai Pozzi d’Oro, con i suoi bellissimi stucchi barocchi.
Angela: Karlova termina nel piazzale da cui si accede ad un altro dei simboli di Praga: Ponte Carlo! E’ il ponte sul fiume Moldava che bagna Praga e che collega Malà Strana e Staré Město.
Ponte Carlo
Piero: ai due estremi del ponte si trovano due torri: la torre dal lato della Città Vecchia è più recente di quella di Malà Strana che risale al XII secolo. La costruzione del ponte inizia nel 1357 per volere di Carlo IV con la precisa volontà di collegare le due principali città da cui nasce l’attuale Praga, in sostituzione della precedente passerella fatta di tronchi d’albero che veniva distrutta ad ogni inondazione. Il Ponte di Pietra, era questo il nome originale, fu completato nel 1402 ad opera dell’architetto Parler, famoso in città per essere anche autore della Cattedrale di san Vito e del Castello che vedremo tra poco. Al centro del piazzale di accesso al ponte, troneggia la statua del sovrano ideatore del ponte. I bordi del ponte sono decorati da trenta statue barocche di santi: di particolare rilievo è quella di San Giovanni Nepomuceno: questo vescovo di Praga si è opposto alle oppressioni di re Venceslao IV che lo fece imprigionare, torturare e lanciare giù dal ponte con una pietra ai piedi; la tradizione sostiene che accarezzare la statua porta fortuna per ben 10 anni!
Angela: il ponte poggia su sedici arcate ed è lungo poco più di cinquecento metri. Al ponte, così come a tutta la città di Praga, sono legati miti e leggende che da sempre incuriosiscono gli appassionati di esoterismo. La sua prima pietra è stata posata dal re Carlo IV alle 5.31 del 9 luglio 1357; si tratta di una curiosità particolare perché se scritti nell’ordine anno, giorno mese e ora, danno una scala prima crescente e poi decrescente dei numeri dispari da 1 a 9 che avrebbero un significato esoterico. Dal XVIII secolo ad oggi il ponte è illuminato dalle stesse lanterne ad olio che rendono l’atmosfera del ponte ancora più magica e misteriosa.
Piero: attraversare il ponte è un’esperienza meravigliosa e consente di assaporare la bellezza della città da un punto di vista unico!
Malà Strana
Angela: arriviamo così al Piccolo Quartiere, un meraviglioso groviglio di vie che si girano facilmente a piedi ma con il rischio di perdersi. Raggiungiamo la via principale, Nerudova per ammirare i suoi bellissimi palazzi.
Piero: una curiosità: la via è intitolata a Jan Nepomuk Neruda, lo scrittore autore de “I racconti di Malá Strana” da cui il più famoso Neruda, il poeta cileno Pablo, si ispirò nella scelta del suo psuedonimo.
Angela: raggiungiamo la piazza principale del quartiere, dove si trovano la Chiesa di san Nicola (un’altra!) il Palazzo Lichtenstein, facilmente riconoscibile dal colore azzurro, sede dell’Accademia della Musica, e anche il Radnice, l’edificio del vecchio Municipio di Malá Strana, che risale ai tempi in cui Praga era ancora divisa.
Piero: al centro della piazza si trova la Colonna della Vergine, costruita come ringraziamento dei sopravvissuti alla terribile peste che ha colpito la città nel all’inizio del XVIII secolo.
Il Castello e la Cattedrale di San Vito
Angela: da qui ci muoviamo verso altri due simboli di Praga: la cattedrale di San Vito ed il castello.
Piero: La Cattedrale di San Vito è la più grande e importante cattedrale di Praga dove si svolgevano le incoronazioni dei re boemi. Anche questa costruzione si deve a Carlo IV e la sua costruzione, durata circa 600 anni, è terminata solo nel 1929. All’interno si conserva la testa di San Luca Evangelista che lo stesso Carlo IV ha ottenuto da un viaggio in Italia.
Angela: entrati dal portale principale, colpisce la luminosità della cattedrale grazie alle grandi e coloratissime vetrate alte 14 metri. Da non perdere la Cappella di San Venceslao che ospita le reliquie del santo patrono di Praga.
Piero: la cattedrale si trova nel complesso della costruzione del Castello che sorge su una delle nove alture su cui si sviluppa la capitale ceca. La costruzione è stata avviata nel IX secolo ed è uno dei castelli più grandi del mondo. Nonostante risalga al periodo medievale, non ha per nulla l’aspetto tipico fortificato dei castelli di quell’epoca: è formato da una serie di bellissimi palazzi ed edifici, circondati da piccole e caratteristiche stradine. Il suo massimo splendore si raggiunge durante il regno di Carlo IV e continua ininterrottamente nel periodo in cui Praga è capitale del Sacro Romano Impero. Dal 1918 è la sede del Presidente della Repubblica.
Angela: la visita del castello inizia a Hradčanské Náměstí, la piazza dove si trova il cancello d’ingresso principale: le due grandi statue situate ai lati riproducono fedelmente la gigantomachia. Al di là dei cancelli si trova la corte d’onore che ospita allo scoccare di ogni ora il cambio della guardia. Da non perdere sicuramente il Vicolo d’Oro, un piccolo e affascinante vicolo all’interno del recinto del castello, con case colorate, in passato occupate da orefici. Con esso non si possono perdere l’antico Palazzo Reale, la Basilica e il Convento di San Giorgio e tutte le torri che completano questo meraviglioso castello. Tutto il complesso è veramente immenso e per visitarlo al meglio occorrerebbe forse una giornata intera.
Josefov: il quartiere ebraico
Piero: dopo pranzo facciamo ritorno verso la Città Vecchia questa volta passando dalla scalinata del castello e attraversando nuovamente Ponte Carlo. Ci dirigiamo adesso verso Josefov, il quartiere ebraico, che si trova poco distante dalla Piazza della Città Vecchia.
Angela: è uno dei quartieri più antichi di Praga e deve il suo nome all’imperatore Giuseppe II che per primo abolì le discriminazioni nei confronti degli ebrei a partire dal 1781. La presenza di comunità ebraiche a Praga risale al X secolo e per questo, storicamente la capitale ceca è considerata uno dei più antichi e famosi centri ebraici dell'Europa centrale. Quella che visitiamo oggi è la versione “ristrutturata” del ghetto ebraico avvenuta alla fine del 1800, quando le case in stile Liberty sostituirono molte case barocche e gotiche. Prima di allora il ghetto era un intricato sistema di vicoli, stradine minuscole e senza uscita, rozze e decadenti in cui hanno vissuto per secoli gli ebrei di Praga, costretti ad indossare un cappello giallo se volevano uscire dal ghetto e andare nelle altre parti di Praga.
Piero: numerose sono le sinagoghe nel quartiere: bellissima quella Spagnola con le sue decorazioni arabeggianti; c’è poi la Sinagoga Vecchia-Nuova, la più antica sinagoga d’Europa ancora funzionante; ancora, la Sinagoga Pinkas, che ospita un memoriale delle vittime della Shoah e una mostra con i disegni realizzati dai bambini del ghetto di Terezín, ed infine la Sinagoga Maisel.
Angela: una curiosità: secondo una leggenda nella sinagoga Vecchia-Nuova è conservato il Golem, una figura antropomorfa tipica della tradizione ebraica e medievale; il Golem di cui parlo sarebbe stato creato dal rabbino Loew, rispettatissimo all’interno della comunità ebraica praghese. La leggenda racconta che il rabbino nascose la sua creatura nella soffitta della sinagoga e, per evitare che cadesse in mani sbagliate, fece togliere le scale esterne che portavano alla soffitta.
Piero: ultima tappa nel ghetto è la visita al cimitero ebraico, che, insieme alla Sinagoga Vecchia-Nuova è la testimonianza più antica e importante del quartiere. Nel tempo si sono accumulate qui ben 12.000 tombe, perché gli ebrei neanche da morti potevano lasciare il ghetto: nel corso dei secoli quindi il cimitero si è allargato per quanto possibile ma poi le tombe sono state via via sovrapposte le une alle altre: seguendo un sentiero si può passeggiare tra le tombe per ammirarle più da vicino. La tomba più importante e più visitata è sicuramente quella del rabbino Loew.
La Casa Danzante
Angela: a questo punto siamo veramente stanchi! La giornata è stata densa di cose da vedere ed abbiamo percorso più di dieci chilometri a piedi! Abbiamo bisogno di rifocillarci con una buona birra per noi e con una bevanda calda per i ragazzi. Scegliamo una meta particolare per rifocillarci: la Casa Danzante che all’ultimo piano ospita un elegante cafè oltre ad una bellissima terrazza panoramica.
Angela: si tratta di un palazzo costruito negli anni ’90 in uno spazio sul lungofiume lasciato libero dopo la distruzione di un’altra costruzione durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Originariamente era stato chiamato Fred and Ginger (da Fred Astaire e Ginger Rogers) perché il palazzo ricorda vagamente una coppia di ballerini. Nell’idea del suo sponsor principale, il presidente ceco Václav Havel, la casa doveva ospitare alcune iniziative culturali: in realtà è sede di alcune multinazionali e di attività commerciali. Il palazzo è molto diverso dallo stile tipico di Praga, ma forse anche per questo merita di essere visitato.
Piero: ci rilassiamo quindi all’ultimo piano con un’altra buona birra e soprattutto godiamo della splendida vista al tramonto della città vista dalla terrazza panoramica: imperdibile! Stanchi chiudiamo qui la nostra giornata.
Angela: prima però ci viene un’idea: avendo oramai visitato la gran parte delle meraviglie di Praga, decidiamo di dedicare una parte della nostra ultima giornata alla visita del campo di concentramento di Terezín. Direttamente on line acquistiamo il voucher per la visita che comprende il trasferimento da e per la cittadina e la guida in loco in lingua italiana. Ce ne sono diverse tra cui scegliere e tutte sono sicuramente valide: il costo è accessibile, la durata è di mezza giornata e l’organizzazione è di buon livello.
Terezín
Tutto inizia con un'idea.
Piero: sveglia presto allora nel nostro ultimo giorno a Praga per raggiungere il punto partenza del nostro tour a Terezín. Il viaggio dura circa un’ora (dista da Praga 60 chilometri) e intorno alle 9 siamo davanti all’ingresso del campo.
Angela: il campo di concentramento di Theresienstadt è stata una struttura di internamento e deportazione utilizzata dalle forze tedesche durante la seconda guerra mondiale. La Gestapo ne prese il controllo il 10 giugno 1940 e trasformò la "Piccola Fortezza" in prigione. La città di Terezín, intorno alla fortezza, invece diventa il luogo in cui vengono concentrati i maggiori artisti, intellettuali, pittori, scrittori e musicisti ebrei mitteleuropei oltre a un gran numero di bambini. Terezín viene presentata dalla propaganda nazista come un esemplare insediamento ebraico, ma fu in realtà un luogo di raccolta e smistamento di prigionieri da indirizzare soprattutto ai campi di sterminio di Treblinka ed Auschwitz: sarebbero 155.000 gli ebrei passati da Theresienstadt fino alla sua liberazione, l'8 maggio 1945: di questi 35.440 morirono, circa 90.000 furono invece deportati. Numeri impressionanti per una realtà che la propaganda nazista aveva mostrato agli ispettori ed al mondo, mediante persino un film, come un luogo accogliente, una città regalata da Hitler agli ebrei…
Piero: la fortezza di Terezin venne costruita sul finire del XVIII secolo per volere dell’imperatore d’Austria Giuseppe II (coincidenza della storia: proprio colui il quale aveva eliminato le discriminazioni nei confronti degli ebrei…) che la fece edificare in onore della madre Maria Teresa d’Austria (Teresa in lingua ceca si dice appunto Terezín). La struttura è divisa in due corpi principali chiamati “Grande Fortezza” e “Piccola Fortezza“ e nacque per difendere Praga dagli attacchi prussiani che arrivavano dai territori del nord. Un secolo dopo, la Piccola Fortezza venne trasformata della monarchia asburgica in un carcere di massima sicurezza in cui venivano reclusi i prigionieri militari e gli oppositori politici della monarchia. Tra gli “ospiti” più famosi si ricorda soprattutto Gavril Princip, autore dell’attentato di Sarajevo nel 1914, in cui fu ucciso l'arciduca Francesco Ferdinando e la moglie Sofia: l’episodio è considerato il casus belli della prima guerra mondiale.
Angela: davanti all’ingresso del campo si trova uno sterminato e silenzioso cimitero ebraico e una grande stella di Davide. All’ingresso della Piccola Fortezza ci accoglie il motto ideato dai nazisti che si trova nella maggior parte dei campi di concentramento: “Arbeit Macht Frei” (“Il lavoro rende liberi”). Le condizioni di vita all’interno delle immense camerate erano inumane: sono ancora lì i letti a castello di tre o quattro piani in cui gli ebrei venivano stipati, con la sporcizia e le malattie che erano all’ordine del giorno. Negli altri locali del campo di concentramento erano invece state adibite ad infermeria, laboratori, celle d’isolamento, obitorio ed alle famose docce comuni, che altro non erano che delle brutali camere a gas utilizzate dai tedeschi per lo sterminio di massa. Sono ancora ben visibili anche i lavatoi e i bagni comuni che contrastano con i locali degli ufficiali tedeschi dotati di confort e piscina. Impressionante il luogo dove venivano consumate le esecuzioni, dove sono ancora intatte le postazioni dei soldati ed il muro di fronte crivellato di colpi. Completiamo la nostra angosciante visita percorrendo il tunnel sotterraneo di circa un chilometro.
Piero: fuori dalla piccola fortezza andiamo a visitare il museo del Memoriale di Terezín, dove sono raccolti documenti, oggetti e testimonianze di ogni tipo di quell’epoca.
Angela: per concludere visitiamo una casa tipica del ghetto, rimasta intatta con ancora tutte le suppellettili ed i vestiti degli abitanti dell’epoca.
Piero: la visita al campo di concentramento di Terezín permette, anche ai ragazzi, di conoscere in prima persona uno dei luoghi più significativi di uno dei periodi più bui e atroci della storia moderna, riportando alla memoria i drammatici eventi che hanno reso protagonista questa piccola cittadina della Repubblica Ceca. Il museo del ghetto e la Piccola Fortezza fanno chiaramente percepire le angoscianti atrocità che i prigionieri ebrei furono costretti a subire in questo campo di concentramento durante l’Olocausto. Le sensazioni che abbiamo provato durante la visita sono state senza dubbio molto forti, specie per i ragazzi, e ci aiuteranno a non dimenticare ciò che è accaduto realmente e saranno da monito per il futuro.
Angela: dedichiamo il viaggio di ritorno a Praga, dopo pranzo, a riflettere su quello che abbiamo visto.
Piero: la bellezza della città, arrivati alla Piazza della Città Vecchia ci permette di ritornare ad un’atmosfera allegra cui contribuisce senz’altro la scoperta di uno dei dolci di strada tipici di Praga: il trdlo, impronunciabile ma buonissimo!
Angela: il manicotto di Boemia (preferisco chiamarlo così) è una sorta di pane dolce preparato avvolgendolo in un apposito rullo: l’esterno viene cosparso di zucchero e cannella, mentre l’interno può essere farcito con crema o nutella. Una vera delizia! Ne mangiamo un paio per addolcire la nostra giornata…
Piero: a questo punto siamo alla fine del nostro viaggio.
Angela: Praga ci ha regalato tre giorni in un’atmosfera fantastica!
Piero: abbiamo scoperto che è la città delle cento torri, una città magica, una città meravigliosa, che avvolge con il suo fascino e la sua eleganza i visitatori. Chiese, castelli e palazzi sono tutti splendidi testimoni di una grande storia millenaria. Abbiamo scoperto come la sua atmosfera quasi surreale avvolge e conquista ad ogni angolo, ad ogni vicolo, ad ogni piazza. Abbiamo avuto la conferma che Praga è senza ombra di dubbio una delle città più belle d’Europa.