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Parco Archeologico Neapolis

Alberto: sveglia ragazzi! E’ un’altra bellissima mattina qui a Siracusa e noi non abbiamo ancora finito di vedere le bellezze di questa città!

Angela: ci siamo! Dicevi che la nostra visita non era ancora finita, ma il tempo a disposizione non è tantissimo: abbiamo solo questa mattina.

Alberto: vedrete che sarà sufficiente. Siracusa offre davvero tanto, ma le cose da non perdere sono sostanzialmente due e la prima la abbiamo già vista.

Piero: la seconda è facile: si tratta del Parco archeologico della Neapolis.

Alberto: esattamente! E’ una vera meraviglia che vi lascerà a bocca aperta. Abbiamo anche la fortuna di visitarlo in una stagione poco calda e sicuramente poco affollata.

Angela: pronti allora! Andiamo!

Eccoci al Parco Archeologico della Neapolis…

Alberto: si trova nel cuore di Siracusa, nella parte nord occidentale della città, e la strada da percorrere è davvero poca: alloggiando in città, dalle parti di Ortigia, si può anche raggiungere a piedi.

Angela: immagino che in primavera ed in estate sia complicato parcheggiare, nonostante la presenza di un ampio parcheggio. Tra Natale e Capodanno facciamo invece veramente poca fatica…

Piero: anche le file per i biglietti e per l’ingresso sono praticamente inesistenti. Attenzione ai mesi del grande turismo di massa: forse è meglio premunirsi acquistandoli on line.

Alberto: facciamo i biglietti e siamo pronti per la nostra visita: prima però facciamo una breve sosta al bar di fronte alla biglietteria per un caffè… 

Piero: un consiglio valido soprattutto per l’estate: se non vi siete portati dietro l’acqua (specie per i bambini), non dimenticate di acquistarla; qui di solito fa davvero caldo e molti tratti del percorso sono scoperti e sotto il sole.

Alberto: per vedere tutto al meglio (e soprattutto per fotografarlo…) ci vorranno circa due ore.

Angela: cominciamo subito!

Immergiamoci nella storia

Alberto: iniziamo subito il nostro cammino nel luogo che forse più di ogni altro a Siracusa rappresenta al meglio la sua storia millenaria.

Piero: il Parco Archeologico della Neapolis così come lo vediamo oggi è il frutto di una lunga e difficile opera di recupero e salvaguardia cominciata negli anni cinquanta del secolo scorso. La parte principale del parco è sicuramente rappresentata dai monumenti di epoca greca e romana, ma non sono da trascurare neppure le testimonianze di altre epoche, da quella preistorica a quella bizantina. La sensazione è quella di trovarsi in un museo a cielo aperto!

Angela: si estende su ben 240 mila metri quadrati, alle pendici meridionali dell’altopiano dell’Epipoli; il vero cuore del parco si trova su un’altura che prende il nome di Temenite, dal greco temenos, che significa santuario: qui infatti sorgeva dedicato ad Apollo. In epoca greca, quest’area si trovava fuori dalle mura che proteggevano la città vera e propria. Ci sono tuttavia testimonianze di insediamenti umani fin dall’età del bronzo.

Piero: se è vero che un primo teatro esisteva già a partire dal V secolo a.C., è al tiranno Jerone II che si deve la gran parte dello splendore di quest’area: grazie a lui, infatti, il teatro è stato completato ed è stata realizzata la grandiosa ara che porta il suo nome. Con i romani, in età augustea, è stato costruito l’anfiteatro, proprio nei pressi del teatro greco.

Angela: grande protagonista di questo parco è sicuramente l’archeologia; a rendere però unico il paesaggio è anche la rigogliosa vegetazione delle latomie: questo termine deriva dal greco ed è composto da lâs, pietra, e tomíai, tagliare; si tratta quindi di cave di pietra o di marmo che nell'antichità greco-romana erano usate per incarcerare schiavi, prigionieri di guerra o delinquenti in genere. Uno spettacolo della natura nello spettacolo dell’archeologia, dunque!

Piero: ricordando quanto visto ad Ortigia e pensando a quello che andremo a vedere adesso è facile capire perché Cicerone descrivesse Siracusa come “la più grande e la più bella fra le

città greche”.

Le Latomie e la Tomba di Archimede

Angela: il nostro percorso inizia proprio dalle latomie: visitiamo in sequenza quella dell’Intagliatella e quella di Santa Venera.

Piero: proseguendo si raggiunge la tomba di Archimede: si tratta però di un falso storico; il monumento infatti è di epoca romana ed è però la tomba più maestosa ed è per questo che si pensava fosse quella del più illustre siracusano di tutti i tempi.   

Angela: si passa poi alla più bella delle latomie, quella del Paradiso. È la più grande e sicuramente la più scenografica con la sua vegetazione lussureggiante fatta di aranci, cedri, limoni, palme, capperi, e fichi d’India. Sembra un luogo incantato e di straordinaria bellezza naturalistica ed il suo percorso è solo parzialmente visitabile; da questa latomia si estraevano i blocchi di pietre più grandi e in alcuni suoi tratti raggiunge la considerevole profondità di 45 metri.

Le grotte e l’Orecchio di Dionisio

Piero: proprio all’interno della latomia del Paradiso si trovano tre grandi cavità che rappresentano altrettanti importanti attrazioni del Parco Archeologico della Neapolis: si tratta dell’Orecchio di Dionisio, della Grotta dei Cordari e della Grotta del Salnitro.

Angela: la Grotta del Salnitro deve il suo nome alla colorazione delle sue pareti, simile alle sfumature proprio del minerale. Non è una grotta naturale poiché poiché si è formata dopo un crollo avvenuto nelle latomie, le cui rocce sono andate a depositarsi dando vita alla sua formazione.

Piero: molto particolare è la Grotta dei Cordari, anch’essa artificiale. Deve il suo nome agli artigiani che, dal medioevo fino al secolo scorso, qui vi producevano proprio le corde fatte di fibre naturali, sfruttando la naturale umidità di questo luogo.  

Angela: arriviamo adesso alla più famosa di queste cavità, l’Orecchio di Dionisio. Si tratta di una grotta davvero imponente: la sua altezza infatti è di 20 metri all'ingresso e aumenta all'interno fino ai 35; la sua larghezza varia tra i 5 e gli 11 metri e si estende in profondità per 65 metri.

Piero: anche in questo caso, si tratta di una grotta artificiale con una forma singolare e un’acustica molto particolare. Proprio collegando queste due caratteristiche, Caravaggio gli ha dato questo nome: la forma infatti ricorda quella di un padiglione auricolare, mentre, grazie all’acustica, il tiranno più famoso di Siracusa poteva ascoltare i discorsi dei suoi prigionieri, amplificati dall’eco. La leggenda vuole infatti che Dionisio facesse rinchiudere qui i propri prigionieri, nella consapevolezza di questa particolarità acustica della grotta, mentre da un piccolo foro poteva ascoltare i discorsi senza essere visto. Chiaramente, se qualcuno diceva qualcosa di sconveniente o complottava, il tiranno lo veniva a scoprire e non gli faceva certo fare una bella fine…

Angela: vale la pena provare l’eco di questa grotta una volta entrati: non è infrequente sentire urla e fischi che consentono di apprezzarne l’acustica.

Il Teatro Greco

Piero: usciti dall’Orecchio di Dionisio, raggiungiamo il vero cuore del Parco Archeologico della Neapolis: il Teatro Greco.

Angela: una vera meraviglia che sembra voler unire mare e cielo!

Piero: si tratta di uno dei teatri più imponenti e noti dell’antichità greca. E’ stato costruito scavandolo nella roccia (è questo forse il motivo per il quale si è conservato così bene) e risale probabilmente al V secolo a.C. Il suo aspetto attuale, come detto, si deve però al tiranno Ierone II che lo ha abbellito e completato nel corso del III sec. a.C..

Angela: la cavea ha un diametro di circa 140 metri, facendone quindi uno dei più grandi del mondo greco e, in origine, aveva 67 ordini di gradini, che potevano contenere ben oltre i diecimila spettatori. La scena doveva essere davvero grandiosa, resa più spettacolare dal panorama e dal gioco di luce naturale del sole.

Piero: per ammirarne la bellezza e l’imponenza, abbiamo diverse possibilità. Per vederlo immediatamente per intero conviene andare alla parte più bassa del teatro. Le gradinate sono ben conservate, mentre le parti riservate allo spettacolo vero e proprio lo sono meno. Da questa posizione si coglie immediatamente la maestosità di quest’opera.

Angela: l’altra opzione per ammirare il Teatro greco di Siracusa è quella di osservarlo dall’alto. Ci si arriva attraverso un sentiero in terra battuta. Consiglio vivamente di fare una sosta intorno alla metà del percorso, dove un passaggio da accesso ai vari settori della gradinata: si possono ammirare da vicino i gradini di pietra con i nomi in greco dei settori.

Piero: sempre attraverso lo stesso sentiero, si arriva alla parte più alta del teatro. Da qui ancora una volta possiamo ammirare tutto il teatro nella sua imponenza, insieme alla baia di Siracusa con il porto grande; guardando ad est, si vede chiaramente l’imponente cupola della Basilica della Madonna delle Lacrime. 

Angela: ogni anno, nei mesi di maggio e giugno si tengono nel Teatro Greco di Siracusa le rappresentazioni classiche: vengono quindi messe in scena le antiche tragedie e commedie degli autori greci. Si tratta di un appuntamento importantissimo per Siracusa, che si ripete ormai da più di un secolo.

Piero: ho avuto il piacere di assistere ad una di queste rappresentazioni e posso assicuravi che è veramente suggestivo!

Angela: sempre da questa posizione, voltando le spalle al teatro, si trova una fontana: si tratta della Grotta del Ninfeo. Molto probabilmente questa era la sede della corporazione degli artisti, dove gli attori si riunivano prima di scendere nel teatro.

Piero: in questa zona, ai lati, si trovano numerose grotte e nicchie scavate nella roccia. Sono di epoca cristiana ed erano delle tombe familiari. Insieme a queste, si trovano numerosi rettangoli scavati nella roccia che servivano a contenere dei quadretti votivi, per il culto degli eroi, come era usanza nel mondo greco.

L’Ara di Ierone

Angela: a questo punto ripercorriamo il sentiero e ci dirigiamo verso la parte bassa del parco ed in direzione dell’uscita. Qui ci aspetta un’altra opera monumentale: l’Ara di Ierone.

Piero: ciò che rimane oggi è quasi esclusivamente il basamento, poiché la struttura superiore è stata asportata quasi completamente nel XVI secolo per essere riutilizzata nella costruzione delle fortificazioni spagnole della città.

Angela: l’altare voluto dal tiranno Ierone II, nella sua opera di completamento della Neapolis, era dedicato a Zeus Eleutherios, ossia liberatore; in suo onore si celebrava la festa delle Eleutheria, con il sacrificio di 450 tori per volta; probabilmente questo altare è il più grande del mondo greco, considerando che il basamento è lungo circa 200 metri e largo 22. L’ingresso era fiancheggiato da due telamoni, di cui restano soltanto i piedi di quello di destra.

L’Anfiteatro Romano

Piero: accanto all’Ara di Ierone, si trova l’ultimo monumento del nostro percorso all’interno del Parco Archeologico della Neapolis: l’Anfiteatro Romano.

Angela: imponente anch’esso e di forma ellittica, con i suoi 190 metri di lunghezza e si suoi 90 metri di larghezza, è scavato nella roccia per tre lati, con l’eccezione del lato sud. Come per l’Ara di Ierone, anche qui molti dei grossi blocchi di pietra che lo costituivano sono stati asportati del XVI secolo dagli spagnoli per costruire i bastioni di difesa dell’isola di Ortigia.

Piero: questo anfiteatro è sicuramente tra i più grandi esistenti ed il più grande della Sicilia. Al centro della struttura si vedono i resti di un ampio sotterraneo utilizzato per macchinari. La datazione è incerta e risale probabilmente all’età augustea, con modifiche in età successive.

Arrivederci Siracusa…

Angela: il Parco Archeologico della Neapolis è davvero fantastico ed è davvero un simbolo dell’antico splendore di Siracusa. Riguardiamolo tutto in questo video:

Piero: è un peccato vedere come però si siano delle evidenti carenze organizzativo-gestionali che hanno un impatto negativo sui visitatori. La manutenzione non è spesso all’altezza del valore storico e architettonico di queste strutture ed è un peccato che in alcuni periodi non si possa accedere ad alcune zone del parco.

Angela: nonostante tutto, il parco e la città tutta sono una meta fantastica per chi ha voglia di scoprirne il fascino di una storia millenaria. Con questa visita si chiude il nostro periodo a Siracusa.

Alberto: vi chiedo però di prendere l’impegno di tornarci! Siracusa offre anche altro insieme ad Ortigia e la Neapolis. E soprattutto non avete ancora visto il mare e le spiagge.

Angela: ci torneremo sicuramente!