Delos

Piero: trascorre una settima a Mykonos e non andare a Delos è come andare a Roma e non vedere il Colosseo! 

Angela: se le isole greche le hai amate dal primo momento, questa per te ha sempre avuto un posto speciale.

Piero: proprio così! Lo considero uno di quei luoghi magici che più di ogni altro mi hanno affascinato. Anzi, affascinato è dire poco: insieme a Olimpia e a Matera, fino ad oggi forse sono i luoghi che mi hanno letteralmente rapito, capaci con la loro bellezza di trasportarmi letteralmente in un’altra dimensione.

Angela: in effetti è uno di quei posti in cui si entra a fare parte della storia dell’umanità e se ne coglie nel profondo l’essenza.

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Piero: Delos, pur essendo una delle isole più piccole dell’arcipelago, con i suoi poco più di tre chilometri quadrati, è da sempre considerata il fulcro delle Cicladi.

Angela: non tanto geograficamente, anche se le Cicladi sembrano formare un vero e proprio cerchio intorno a quest’isola, quanto piuttosto per il fatto di essere considerata la culla della civiltà greca, fino allo sviluppo di Atene.

Piero: l’isola è un immenso sito archeologico a cielo aperto, Patrimonio dell’Umanità dal 1990, che si intreccia con il mito e la storia greca: basti pensare che secondo la leggenda proprio qui sarebbe nato il dio Apollo! 

Angela: aspetta, non ti lanciare subito nel tuo racconto! Prima qualche indicazione pratica. L’isola è completamente disabitata e quindi non è possibile pernottare; si raggiunge agevolmente con poco più di mezz’ora di traghetto da Mykonos. Praticamente tutte le strutture alberghiere e tutti i villaggi offrono pacchetti di visita per l’isola; oltre al costo del traghetto va pagato anche un biglietto per l’accesso al sito archeologico; vale sicuramente la pena farsi accompagnare da una guida esperta: ce ne sono in loco per tutte le lingue.

Piero: non dimenticate di portarvi dietro un cappellino e parecchia acqua da bere: l’isola è praticamente tutta rocciosa e priva di alberi e bisogna camminare tanto sotto il sole per godersi tutte le meraviglie.

Angela: la sensazione di entrare in un’altra dimensione la hai già arrivando al molo dell’isola. Siamo infatti partiti molto presto al mattino e già Mykonos era sveglia e movimentata e arriviamo in quest’isola in cui regna il silenzio; si sentono sole le onde del mare, il vento che muove gli arbusti ed il frinire delle cicale: ti viene quasi il timore che qualunque parola possa essere fuori luogo rispetto alla bellezza che si intravede già dal molo.

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L’Isola Sacra nel mito

Piero: secondo il mito, a Delos sono nati i gemelli Apollo e Artemide; Leto (Latona per i romani), amante di Zeus, si era rifugiata sull’isola per dare alla luce i due figli gemelli del padre degli dei e per sfuggire alle ire di Era. A Leto ed alla sua famiglia di Titani è legata anche la nascita dell’isola: sempre secondo il mito infatti, anche la sorella di Leto, Asteria, sarebbe stata oggetto delle attenzioni di Zeus, donnaiolo evidentemente impenitente; per sfuggire alle grinfie del padre degli dei, Asteria si sarebbe trasformata in una quaglia, mentre l’inseguitore Zeus avrebbe assunto le sembianze di un’aquila; Asteria, disperata, per non essere catturata si gettò in acqua, dando vita ad un’isola nell’Egeo che in origine era solo galleggiante. Solo più tardi Zeus, per celebrare la nascita dei due figli, decise di fissare l’isola in mare. Solo da sua sorella, quindi, Leto poteva trovare rifugio per dare alla luce i gemelli, considerato che Era aveva vietato a chiunque di accogliere la concubina di Zeus.  

Angela: a questi miti è legato anche il nome dell’isola. Il nome originario di Delos era infatti Ortigia, dal greco “isola della quaglia”; dopo la nascita di Apollo e Artemide il nome diventa quello attuale, che dal greco significa proprio “luminosa”, in onore del dio del sole e della dea della luna, Apollo e Artemide appunto.  

Piero: per i greci quindi a Delos è nata la luce, il bene supremo, e per questo motivo l’isola era fra tutte la più celebre e la più sacra. I primi insediamenti sull’isola risalgono al 3000 a.C. sulla cima del monte Cinto (monte si fa per dire: raggiunge appena i cento metri...); intorno all’anno 1000 a.C. arrivano i Micenei e con loro probabilmente il culto di Apollo: l’isola diventa un vero e proprio santuario del dio del sole, che mantiene il suo splendore fino al V secolo a.C.; tutti i greci si radunano qui per celebrare le divinità che vi ci sono nate. In questo periodo Delos era così importante da essere la sede della lega omonima che le città stato greche avevano costituito, dopo le guerre persiane, per difendersi dalle minacce future. Venne costruito così il grande tempio di Apollo che ospitava una statua del dio di dimensioni colossali della quale però nulla è mai stato ritrovato. Nel V secolo a.C. l’isola passa sotto il dominio di Atene dove vengono anche definitivamente trasferite le ingenti somme raccolte dalla lega di Delos. Inizia il decadimento di Delos che raggiunge il suo culmine quando gli ateniesi ne decidono la purificazione: tutte le tombe dell’isola vengono aperte e i resti trasportati in una fossa comune della vicina isola di Rineia (anch’essa oggi disabitata); ma soprattutto viene deciso che nessuno possa più nascere o morire sull’isola sacra. Malati e partorienti quindi da quel momento vennero spostati a Rineia fino a quando, nel 422 a.C. tutti gli abitanti di Delos furono esiliati. Riconquistata l’indipendenza, sull’isola vengono costruiti splendidi edifici e vengono commissionate centinaia di statue di cui oggi rimangono solo i piedistalli con le iscrizioni. Con la conquista da parte dei Romani, l’isola diventa un importantissimo snodo commerciale, grazie alla sua posizione strategica nel centro del mar Egeo. Delos cambia aspetto e diventa una piccola e chiassosa città marittima e commerciale, con l’unica particolarità di mantenere l’antico santuario. L’amicizia con Roma fu la causa della sua definitiva distruzione per mano di Mitridate, re del Ponto, che nel I secolo d.C. era in guerra con i romani. Da allora l’isola fu abbandonata e dimenticata, diventando solo l’approdo di pirati.

Angela: nel 1872 sono iniziati gli scavi sull’isola che hanno riportato alla luce il santuario e i resti della città. Gli scavi continuano ancora oggi e probabilmente sono ancora lontani dal potersi dire conclusi: sculture, statue, vasi e oggetti vari sono oggi custoditi nel museo dell’isola.

Le meraviglie di Delos

Piero: si arriva sull’isola attraccando nel nuovo molo per i battelli turistici: a Delos però vi era un meraviglioso esempio di molo artificiale costruito in granito che era la parte principale del porto sacro. Dal porto inizia la nostra passeggiata verso le vie e le rovine delle case. In questa zona si conservano molte abitazioni che risalgono al II a.C., periodo in cui l’isola divenne “porto franco” ed accolse un numero via via crescente di mercanti provenienti da tutto il Mediterraneo centro-orientale; dovevano essere abitazioni sontuose appartenenti a persone molto ricche come testimonia il fatto che erano ornati da statue ed avevano ambienti decorati con pavimenti a mosaico e pareti dipinte: le più importanti e lussuose sono la casa di Cleopatra, quella di Dioniso e quella del Tridente. Tutte queste case si trovano in prossimità del teatro, ma altre si trovano anche oltre il teatro, vicino alla terrazza che ospita i santuari degli dei stranieri e altre ancora vicino al Lago Sacro.

Angela: tutto intorno non mancano edifici adibiti alle attività sportive che dovevano servire sia per gli allenamenti che per lo svolgimento delle Feste Delie. Si trattava di celebrazioni di origine antichissima che risalgono, secondo il mito, a Teseo che le istituì di ritorno da Creta, per celebrare l’uccisione del Minotauro. Le competizioni si svolgevano con cadenza quadriennale e prevedevano sia gare sportive che teatrali per cui, oltre al teatro, fu prevista la realizzazione di un ippodromo, di uno stadio e di tre palestre; i premi per i vincitori delle specialità consistevano in corone di alloro e rami di palma; la pianta a cui Leto si sarebbe appoggiata durante il parto e simbolo delle celebrazioni. Camminando tra queste rovine, si ha la sensazione di tornare a più di duemila anni fa… 

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Piero: procedendo oltre il teatro si incontra la terrazza degli dei stranieri: a testimonianza ulteriore degli scambi e degli influssi di altri popoli su quest’isola, questa è un’area che ospitava un santuario dedicato alle divinità siriache e soprattutto egizie.

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Angela: facciamo ritorno a questo punto verso il mare e ci dirigiamo verso la via sacra che conduce al santuario di Apollo: un’area recintata che ospita tre templi dedicati al dio, circondati da una moltitudine di edifici di culto e monumenti ex-voto. Siamo a questo punto nel santuario vero e proprio.

Piero: qui sono presenti tre templi dedicati al dio Apollo. Il più antico risale alla seconda metà del VI secolo a.C.; qui era conservata la statua di Apollo, opera di due artisti di Naxos. Il secondo edificio, invece, è noto con il nome di “Gran Tempio” e risale probabilmente all’epoca in cui Delos divenne sede della Lega omonima; la sua costruzione fu sospesa nel 454 a.C., in occasione dello spostamento del tesoro della Lega ad Atene, ma, anche se i lavori sono ripresi con il ritorno all’indipendenza, il tempio non è stato mai completato. Il terzo è il tempio degli Ateniesi o delle Sette Statue: era stato inaugurato infatti dal comandante ateniese Nicia nel 417 a.C. e doveva ospitare al suo interno appunto sette immagini di divinità.

Angela: all’interno dell’area sacra sono anche presenti delle piccole strutture note con il nome di “tesori”: qui venivano ricoverati doni votivi alle divinità: il più importante tra questi è sicuramente il cosiddetto Oikos dei Nassi.

Piero: oltre il santuario, verso nord, si trovava il Lago Sacro che ospitava i cigni di Apollo: è stato realizzato nel punto esatto in cui Leto avrebbe dato alla luce i gemelli; del lago oggi non vi è traccia poiché è stato prosciugato nel 1925 in conseguenza di una epidemia di malaria tra gli archeologi.

Angela: proprio davanti alla zona del lago si trova la famosissima Terrazza dei Leoni. Si tratta di un viale monumentale costeggiato da arcaiche statue di leoni, che, rivolti verso il lago sacro, sembrano voler proteggere l’isola ed il santuario. Risalgono al VII secolo a.C. e sono state donate a Delos dagli straordinari artigiani di Naxos, che le hanno realizzate nel marmo locale. Il numero originario non è certo; probabilmente erano nove o dodici o forse di più: oggi sono rimaste solo cinque statue mentre un sesto è stato portato via nel XVII secolo dai veneziani e ancora oggi fa la guardia davanti all'arsenale.

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Piero: a testimonianza della presenza di commercianti provenienti da tutto il mondo allora conosciuto, al periodo di massimo splendore dell’isola risalgono alcuni edifici che dovevano essere le sedi di corporazioni straniere: tra le più interessanti c’è sicuramente l’agorà degli Italici.

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Angela: la nostra visita dell’isola termina con la visita al museo.

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Piero: il museo contiene molti reperti, oggetti e statue rinvenuti nel tempo sull’isola, una parte importante dei quali si trova al Museo Archeologico Nazionale di Atene. Man mano che venivano effettuati i ritrovamenti si decise di costruire questo museo direttamente in loco a partire dal 1904, procedendo poi con successivi ampliamenti. Vi sono conservate le statue originali dei leoni: quelle oggi visibili sulla terrazza di cui abbiamo detto sono solo copie.

Angela: il museo è l’ulteriore testimonianza della magnificenza di quest’isola e dello splendore della sua storia.

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Delos: un ricordo indelebile! 

Piero: visitare quest’isola è qualcosa di unico e di indimenticabile. Ogni passo è stata una scoperta vissuta immaginando come poteva essere la vita qui duemila e cinquecento anni fa.  

Angela: ogni angolo è speciale e nasconde qualcosa che vale la pena vedere e conoscere.

Piero: pochi posti al mondo come questo ti trasportano con una tale forza: avrei voluto fermarmi molto più tempo di quanto fatto per ammirare e fotografare quanto più possibile.

Angela: non mi sembra che tu non lo abbia fatto... ti abbiamo dovuto trascinare sul traghetto che ci ha riportati a Mykonos!

Piero: un grandissimo ricordo, da rivedere in tutte le immagini cliccando QUI.

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Mykonos