La meraviglia delle isole Cicladi
Piero: un poeta greco scriveva: "Felice l'uomo che prima di morire ha avuto la fortuna di navigare l'Egeo. Molte sono le gioie di questo mondo - le donne, la frutta, le idee - ma poter solcare questo mare in un tenero autunno, mormorando il nome di ogni isola: credo non esista un'altra gioia che più di questa possa elevare il cuore dell'uomo in Paradiso."
Angela: le Cicladi sono isole meravigliose la cui bellezza non ha paragoni; basta nominarle e immediatamente ritorna alla mente il blu delle acque del Mar Egeo e il sole che splende quasi tutto l’anno; e poi ancora il bianco delle case che contrasta con il blu cobalto delle finestre, delle porte e dei tetti; e come dimenticare le città dai vicoli stretti e la miriade di chiesette e cappelle con il tetto a cupola o i mulini a vento…
Piero: clima splendido, mare stupendo ma soprattutto storia e mito che si intrecciano a comporre immagini uniche al mondo!
Angela: alcune di queste isole sono molto conosciute , come Mykonos e Santorini; altre lo sono meno ma spesso hanno una bellezza disarmante, come nel caso di Milos o Delos.
Piero: proprio a Delos è legato il nome di questo arcipelago: la parola Cicladi deriva dal greco kyklos che significa cerchio e sta ad identificare la posizione delle isole dell’arcipelago proprio intorno a Delos, l’isola sacra che ha dato i natali ad Apollo.
Angela: le isole Cicladi sono state il luogo di nascita di una tra le più importanti civiltà del Mediterraneo e possono considerarsi la culla della civiltà greca.
Piero: tutto questo insieme di cose le rende uniche e imperdibili! Cominciamo a scoprirle:
Delos
Piero: trascorre una settima a Mykonos e non andare a Delos è come andare a Roma e non vedere il Colosseo!
Angela: se le isole greche le hai amate dal primo momento, questa per te ha sempre avuto un posto speciale.
Piero: proprio così! Lo considero uno di quei luoghi magici che più di ogni altro mi hanno affascinato. Anzi, affascinato è dire poco: insieme a Olimpia e a Matera, fino ad oggi forse sono i luoghi che mi hanno letteralmente rapito, capaci con la loro bellezza di trasportarmi letteralmente in un’altra dimensione.
Angela: in effetti è uno di quei posti in cui si entra a fare parte della storia dell’umanità e se ne coglie nel profondo l’essenza.
Piero: Delos, pur essendo una delle isole più piccole dell’arcipelago, con i suoi poco più di tre chilometri quadrati, è da sempre considerata il fulcro delle Cicladi.
Angela: non tanto geograficamente, anche se le Cicladi sembrano formare un vero e proprio cerchio intorno a quest’isola, quanto piuttosto per il fatto di essere considerata la culla della civiltà greca, fino allo sviluppo di Atene.
Piero: l’isola è un immenso sito archeologico a cielo aperto, Patrimonio dell’Umanità dal 1990, che si intreccia con il mito e la storia greca: basti pensare che secondo la leggenda proprio qui sarebbe nato il dio Apollo!
Angela: aspetta, non ti lanciare subito nel tuo racconto! Prima qualche indicazione pratica. L’isola è completamente disabitata e quindi non è possibile pernottare; si raggiunge agevolmente con poco più di mezz’ora di traghetto da Mykonos. Praticamente tutte le strutture alberghiere e tutti i villaggi offrono pacchetti di visita per l’isola; oltre al costo del traghetto va pagato anche un biglietto per l’accesso al sito archeologico; vale sicuramente la pena farsi accompagnare da una guida esperta: ce ne sono in loco per tutte le lingue.
Piero: non dimenticate di portarvi dietro un cappellino e parecchia acqua da bere: l’isola è praticamente tutta rocciosa e priva di alberi e bisogna camminare tanto sotto il sole per godersi tutte le meraviglie.
Angela: la sensazione di entrare in un’altra dimensione la hai già arrivando al molo dell’isola. Siamo infatti partiti molto presto al mattino e già Mykonos era sveglia e movimentata e arriviamo in quest’isola in cui regna il silenzio; si sentono sole le onde del mare, il vento che muove gli arbusti ed il frinire delle cicale: ti viene quasi il timore che qualunque parola possa essere fuori luogo rispetto alla bellezza che si intravede già dal molo.
L’Isola Sacra nel mito
Piero: secondo il mito, a Delos sono nati i gemelli Apollo e Artemide; Leto (Latona per i romani), amante di Zeus, si era rifugiata sull’isola per dare alla luce i due figli gemelli del padre degli dei e per sfuggire alle ire di Era. A Leto ed alla sua famiglia di Titani è legata anche la nascita dell’isola: sempre secondo il mito infatti, anche la sorella di Leto, Asteria, sarebbe stata oggetto delle attenzioni di Zeus, donnaiolo evidentemente impenitente; per sfuggire alle grinfie del padre degli dei, Asteria si sarebbe trasformata in una quaglia, mentre l’inseguitore Zeus avrebbe assunto le sembianze di un’aquila; Asteria, disperata, per non essere catturata si gettò in acqua, dando vita ad un’isola nell’Egeo che in origine era solo galleggiante. Solo più tardi Zeus, per celebrare la nascita dei due figli, decise di fissare l’isola in mare. Solo da sua sorella, quindi, Leto poteva trovare rifugio per dare alla luce i gemelli, considerato che Era aveva vietato a chiunque di accogliere la concubina di Zeus.
Angela: a questi miti è legato anche il nome dell’isola. Il nome originario di Delos era infatti Ortigia, dal greco “isola della quaglia”; dopo la nascita di Apollo e Artemide il nome diventa quello attuale, che dal greco significa proprio “luminosa”, in onore del dio del sole e della dea della luna, Apollo e Artemide appunto.
Piero: per i greci quindi a Delos è nata la luce, il bene supremo, e per questo motivo l’isola era fra tutte la più celebre e la più sacra. I primi insediamenti sull’isola risalgono al 3000 a.C. sulla cima del monte Cinto (monte si fa per dire: raggiunge appena i cento metri...); intorno all’anno 1000 a.C. arrivano i Micenei e con loro probabilmente il culto di Apollo: l’isola diventa un vero e proprio santuario del dio del sole, che mantiene il suo splendore fino al V secolo a.C.; tutti i greci si radunano qui per celebrare le divinità che vi ci sono nate. In questo periodo Delos era così importante da essere la sede della lega omonima che le città stato greche avevano costituito, dopo le guerre persiane, per difendersi dalle minacce future. Venne costruito così il grande tempio di Apollo che ospitava una statua del dio di dimensioni colossali della quale però nulla è mai stato ritrovato. Nel V secolo a.C. l’isola passa sotto il dominio di Atene dove vengono anche definitivamente trasferite le ingenti somme raccolte dalla lega di Delos. Inizia il decadimento di Delos che raggiunge il suo culmine quando gli ateniesi ne decidono la purificazione: tutte le tombe dell’isola vengono aperte e i resti trasportati in una fossa comune della vicina isola di Rineia (anch’essa oggi disabitata); ma soprattutto viene deciso che nessuno possa più nascere o morire sull’isola sacra. Malati e partorienti quindi da quel momento vennero spostati a Rineia fino a quando, nel 422 a.C. tutti gli abitanti di Delos furono esiliati. Riconquistata l’indipendenza, sull’isola vengono costruiti splendidi edifici e vengono commissionate centinaia di statue di cui oggi rimangono solo i piedistalli con le iscrizioni. Con la conquista da parte dei Romani, l’isola diventa un importantissimo snodo commerciale, grazie alla sua posizione strategica nel centro del mar Egeo. Delos cambia aspetto e diventa una piccola e chiassosa città marittima e commerciale, con l’unica particolarità di mantenere l’antico santuario. L’amicizia con Roma fu la causa della sua definitiva distruzione per mano di Mitridate, re del Ponto, che nel I secolo d.C. era in guerra con i romani. Da allora l’isola fu abbandonata e dimenticata, diventando solo l’approdo di pirati.
Angela: nel 1872 sono iniziati gli scavi sull’isola che hanno riportato alla luce il santuario e i resti della città. Gli scavi continuano ancora oggi e probabilmente sono ancora lontani dal potersi dire conclusi: sculture, statue, vasi e oggetti vari sono oggi custoditi nel museo dell’isola.
Le meraviglie di Delos
Piero: si arriva sull’isola attraccando nel nuovo molo per i battelli turistici: a Delos però vi era un meraviglioso esempio di molo artificiale costruito in granito che era la parte principale del porto sacro. Dal porto inizia la nostra passeggiata verso le vie e le rovine delle case. In questa zona si conservano molte abitazioni che risalgono al II a.C., periodo in cui l’isola divenne “porto franco” ed accolse un numero via via crescente di mercanti provenienti da tutto il Mediterraneo centro-orientale; dovevano essere abitazioni sontuose appartenenti a persone molto ricche come testimonia il fatto che erano ornati da statue ed avevano ambienti decorati con pavimenti a mosaico e pareti dipinte: le più importanti e lussuose sono la casa di Cleopatra, quella di Dioniso e quella del Tridente. Tutte queste case si trovano in prossimità del teatro, ma altre si trovano anche oltre il teatro, vicino alla terrazza che ospita i santuari degli dei stranieri e altre ancora vicino al Lago Sacro.
Angela: tutto intorno non mancano edifici adibiti alle attività sportive che dovevano servire sia per gli allenamenti che per lo svolgimento delle Feste Delie. Si trattava di celebrazioni di origine antichissima che risalgono, secondo il mito, a Teseo che le istituì di ritorno da Creta, per celebrare l’uccisione del Minotauro. Le competizioni si svolgevano con cadenza quadriennale e prevedevano sia gare sportive che teatrali per cui, oltre al teatro, fu prevista la realizzazione di un ippodromo, di uno stadio e di tre palestre; i premi per i vincitori delle specialità consistevano in corone di alloro e rami di palma; la pianta a cui Leto si sarebbe appoggiata durante il parto e simbolo delle celebrazioni. Camminando tra queste rovine, si ha la sensazione di tornare a più di duemila anni fa…
Piero: procedendo oltre il teatro si incontra la terrazza degli dei stranieri: a testimonianza ulteriore degli scambi e degli influssi di altri popoli su quest’isola, questa è un’area che ospitava un santuario dedicato alle divinità siriache e soprattutto egizie.
Angela: facciamo ritorno a questo punto verso il mare e ci dirigiamo verso la via sacra che conduce al santuario di Apollo: un’area recintata che ospita tre templi dedicati al dio, circondati da una moltitudine di edifici di culto e monumenti ex-voto. Siamo a questo punto nel santuario vero e proprio.
Piero: qui sono presenti tre templi dedicati al dio Apollo. Il più antico risale alla seconda metà del VI secolo a.C.; qui era conservata la statua di Apollo, opera di due artisti di Naxos. Il secondo edificio, invece, è noto con il nome di “Gran Tempio” e risale probabilmente all’epoca in cui Delos divenne sede della Lega omonima; la sua costruzione fu sospesa nel 454 a.C., in occasione dello spostamento del tesoro della Lega ad Atene, ma, anche se i lavori sono ripresi con il ritorno all’indipendenza, il tempio non è stato mai completato. Il terzo è il tempio degli Ateniesi o delle Sette Statue: era stato inaugurato infatti dal comandante ateniese Nicia nel 417 a.C. e doveva ospitare al suo interno appunto sette immagini di divinità.
Angela: all’interno dell’area sacra sono anche presenti delle piccole strutture note con il nome di “tesori”: qui venivano ricoverati doni votivi alle divinità: il più importante tra questi è sicuramente il cosiddetto Oikos dei Nassi.
Piero: oltre il santuario, verso nord, si trovava il Lago Sacro che ospitava i cigni di Apollo: è stato realizzato nel punto esatto in cui Leto avrebbe dato alla luce i gemelli; del lago oggi non vi è traccia poiché è stato prosciugato nel 1925 in conseguenza di una epidemia di malaria tra gli archeologi.
Angela: proprio davanti alla zona del lago si trova la famosissima Terrazza dei Leoni. Si tratta di un viale monumentale costeggiato da arcaiche statue di leoni, che, rivolti verso il lago sacro, sembrano voler proteggere l’isola ed il santuario. Risalgono al VII secolo a.C. e sono state donate a Delos dagli straordinari artigiani di Naxos, che le hanno realizzate nel marmo locale. Il numero originario non è certo; probabilmente erano nove o dodici o forse di più: oggi sono rimaste solo cinque statue mentre un sesto è stato portato via nel XVII secolo dai veneziani e ancora oggi fa la guardia davanti all'arsenale.
Piero: a testimonianza della presenza di commercianti provenienti da tutto il mondo allora conosciuto, al periodo di massimo splendore dell’isola risalgono alcuni edifici che dovevano essere le sedi di corporazioni straniere: tra le più interessanti c’è sicuramente l’agorà degli Italici.
Angela: la nostra visita dell’isola termina con la visita al museo.
Piero: il museo contiene molti reperti, oggetti e statue rinvenuti nel tempo sull’isola, una parte importante dei quali si trova al Museo Archeologico Nazionale di Atene. Man mano che venivano effettuati i ritrovamenti si decise di costruire questo museo direttamente in loco a partire dal 1904, procedendo poi con successivi ampliamenti. Vi sono conservate le statue originali dei leoni: quelle oggi visibili sulla terrazza di cui abbiamo detto sono solo copie.
Angela: il museo è l’ulteriore testimonianza della magnificenza di quest’isola e dello splendore della sua storia.
Delos: un ricordo indelebile!
Piero: visitare quest’isola è qualcosa di unico e di indimenticabile. Ogni passo è stata una scoperta vissuta immaginando come poteva essere la vita qui duemila e cinquecento anni fa.
Angela: ogni angolo è speciale e nasconde qualcosa che vale la pena vedere e conoscere.
Piero: pochi posti al mondo come questo ti trasportano con una tale forza: avrei voluto fermarmi molto più tempo di quanto fatto per ammirare e fotografare quanto più possibile.
Angela: non mi sembra che tu non lo abbia fatto... ti abbiamo dovuto trascinare sul traghetto che ci ha riportati a Mykonos!
Piero: un grandissimo ricordo, da rivedere in tutte le immagini cliccando QUI.
Mykonos
Piero: la Grecia con le sue isole è come le noccioline: impossibile resistere! Una tira l’altra…
Angela: lo avevo capito, ci hai proprio lasciato il cuore.
Piero: zaino pronto allora! Si parte!
Angela: quale hai scelto questa volta?
Piero: vado proprio sul classico, una delle mete più rinomate per il turismo di massa: Mykonos!
Angela: mi stupisci stavolta e non esattamente in positivo: vuoi tornare a fare il giovanotto, goderti il mare, la mondanità e la vita notturna? Hai dimenticato che viaggiamo con mogli e figli?
Piero: assolutamente no! Chi ha detto che voglio cambiare il nostro modo di fare vacanze? Le nostre sono e rimangono vacanze per famiglie con bambini o ragazzi al seguito. E’ assolutamente vero che Mykonos è forse, insieme a Ibiza, la patria del divertimento e della vita notturna ma ti garantisco che c’è parecchio da vedere oltre ad un mare fantastico: basta scegliere il periodo giusto dell’anno! Giugno o settembre ad esempio sono perfetti per una bella vacanza di mare, relax e divertimento in famiglia anche qui; certo luglio ed agosto, per il nostro tipo di vacanze sono assolutamente da evitare…
Angela: si parte allora!
Piero: come per Naxos, decidiamo di trascorrere a Mykonos una settimana intera.
Angela: in questo caso il volo è diretto ma non è comodissimo per via degli orari dei charter non particolarmente favorevoli. Per noi e per i ragazzi è una levataccia, ma pazienza, ne varrà la pena anche questa volta.
Piero: poco meno di tre ore di volo e raggiungiamo Mykonos.
Angela: si trova nel cuore dell’Egeo, vicina a Paros, Tinos, Syros e Naxos. Mykonos non ha la storia e le leggende che rendono alcune isole greche ancor più affascinanti. Soprattutto Mykonos ha sempre vissuto nell’ombra di Delos, l’isola vicinissima nella quale il mito vuole sia nato Apollo; va detto comunque che la vicinanza ha giovato in passato allo sviluppo ed alla ricchezza di quest’isola: certamente il confronto tra le due dal punto di vista culturale e artistico non regge…
Piero: l’isola prende il nome dal suo primo sovrano, Mykonos appunto, figlio o forse nipote di Apollo. Nella mitologia greca il nome di Mykonos è legato alla Gigantomachia: qui infatti si sarebbe conclusa la grande battaglia nella quale, aiutati da Ercole che affronta così una delle sue dodici fatiche, Zeus e gli altri dei dell’Olimpo hanno la meglio sui Giganti; proprio secondo il mito, le grandi rocce in tutta l'isola sarebbero i cadaveri pietrificati dei giganti. Nell’arco dei secoli Mykonos rimane sotto il dominio di Delos e non si conoscono molti fatti che la riguardano. Si conosce solamente, attraverso alcuni scavi, la presenza dei popoli cari che poi furono sovrastati dalla potenza di fenici ed egiziani per arrivare poi al dominio di Creta e degli ioni. L'arrivo dei Romani ferma la crescita avvenuta con i greci e la successiva distruzione di Delos certamente danneggia enormemente Mykonos che entra in periodo buio protrattosi fino al Medioevo quando abbondavano carestie, malattie e attacchi nemici. Finita la dominazione bizantina, durante l’alto medioevo, come tutte le Cicladi, anche Mikonos cade sotto il dominio di Venezia. Mykonos poi viene occupata dai Turchi, entrando a far parte dell'Impero Ottomano e rimanendoci fino al diciannovesimo secolo: a Mykonos sono legati episodi importanti delle lotte per l’indipendenza dei greci. Dopo i disastri delle due grandi guerre, Mykonos diventa il magnifico paradiso delle Cicladi, amato dai propri abitanti e dai turisti. Alla sua bellezza ed al turismo è legata la storia più recente di Mykonos.
Angela: per la nostra vacanza stavolta abbiamo scelto un classico villaggio turistico, il Veraclub Penelope. Si tratta di un piccolo villaggio, in perfetto stile greco, adagiato su un promontorio che domina la baia; ha in tutto una cinquantina di camere ed è affacciato sulla splendida spiaggia di Kalò Livadi, immediatamente raggiungibile a piedi. Il villaggio ha tutto il necessario ed è in una posizione comoda per muoversi, essendo distante solo una decina di chilometri dalla città di Mykonos. Grazie a Massimo per il prezioso suggerimento (uno dei tanti del resto…)!
Piero: davvero ideale per chi viaggia in famiglia con bambini. Soprattutto abbiamo avuto la fortuna di essere accolti da un team di animazione fantastico, davvero fuori dall’ordinario!
Angela: appena arrivati, stanchi dal viaggio, assecondiamo subito la nostra voglia di mare!
Piero: come detto la spiaggia di Kalò Livadi è veramente a due passi: si tratta di una bella e grande spiaggia di sabbia dorata con un mare splendido. Siamo nella zona sud dell’isola quella che ospita il maggior numero di spiagge interessanti di Mykonos.
Angela: questa è la zona meno ventosa e più riparata; alcune di queste sono tra le più famose e frequentate e magari meno interessanti per noi.
Piero: immagino che tu stia pensando a Paradise Beach e a Super Paradise Beach. Queste due spiagge sono probabilmente l’attrazione più famosa dell’isola di Mykonos soprattutto per i più giovani che arrivano qui da tutta Europa; il motivo è semplice: bella gente (anche strana alle volte…), musica 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 grazie ai locali più trendy dell’isola che si affacciano direttamente spiaggia; e poi continue feste in spiaggia, trasgressione e beach bar che sparano musica a tutto volume sulla spiaggia!
Angela: chiaramente queste non possono essere le spiagge per noi: affollate, non adatte ai bambini, rumorose e con pochissimo spazio per muoversi; ed era solo un pomeriggio in settimana di giugno, immagina ad agosto! Vale la pena mettere la bandierina e passare oltre.
Piero: per non farti arrabbiare non ti porto a Psarou che è certamente la spiaggia più chic; anche questa sempre affollata, anche qui una festa continua, ma frequentata da vip e celebrità, circondata com’è da bar e ristoranti di lusso: bellissima con la sua sabbia bianca ma di fatto una passerella di mondanità.
Angela: lasciamo perdere! Sempre a sud ci sarebbero anche le spiagge di Elia e Agrari: molto vicine, tanto che ci si può spostare a piedi dall’una all’altra, entrambe molto belle con la seconda un pò più selvaggia della prima. Non sono molto adatte a noi perché recentemente sono diventate le principali mete per nudisti e naturisti.
Piero: ci sono comunque parecchie spiagge tranquille sempre a sud, adatte al relax ed ai bambini. Di Kalò Livadi abbiamo già detto; c’è Ornos, con la sua sabbia fine, le acque calme e pulite e i numerosi servizi disponibili: si trova all’interno di un golfo e le acque diventano immediatamente profonde. Agia Anna è una spiaggia molto piccola che deve il suo nome alla piccola cappella che la domina: è fatta di sabbia e ciottoli ed è immersa in un bellissimo paesaggio molto tranquillo e lontano dal turismo di massa; su entrambi i lati della spiaggia ci sono delle zone rocciose da dove godere di una splendida vista del mare e delle colline circostanti. Non lontano c’è Kalafatis, una delle spiagge più belle di Mykonos: sabbia dorata e acqua meravigliosa! Forse ogni tanto un pò ventosa ma vale la pena visitarla anche solo per mangiare in uno dei tanti ristorantini in zona che offrono pesce straordinario. Da Kalafatis ci si può imbarcare per raggiungere Dragonisi, un isolotto al largo della costa orientale di Mykonos famosa per le sue grotte. Altra bella spiaggia è Lia, ideale per il relax; è una piccola baia tranquilla (forse la più tranquilla in assoluto delle spiagge del sud) non lontana da Kalafatis; anche in questo caso sabbia e ciottoli con ai lati della spiaggia delle formazioni rocciose. Se Kalafatis è ideale per il windsurf, Lia è perfetta per le immersioni e lo snorkeling.
Angela: riepiloghiamo: per famiglie con bambini le spiagge da vedere nella zona sud a Mykonos sono: Kalò Livadi, Ornos, Agia Anna, Kalafatis e Lia. Non esattamente adatte per noi sono invece Paradise e Super Paradise oltre a Psarou, Elia e Agrari. Che mi dici invece delle altre spiagge dell’isola?
Piero: a nord c’è Agios Sostis, una piccola caletta incontaminata di Mykonos, forse una delle poche rimaste. E’ molto tranquilla, non facile da raggiungere e riparata dai venti; soprattutto è molto amata dai nudisti e quindi non adatta a noi. Anche Panormos rimane abbastanza selvaggia: è una spiaggia lunga e stretta, di sabbia fine bianca e l’acqua è poco profonda con il fondale sabbioso. Le rocce intorno all’ingresso della spiaggia formano delle piscinette poco profonde di acqua di mare, ideali per il relax. Anche questa spiaggia è molto frequentata dai nudisti. Molto bella per lo snorkeling è la spiaggia di Mersini, grazie al fondale di sabbia e rocce; è molto ventosa e amata dai sufisti, non è semplicissima da raggiungere (la strada è davvero sconnessa…) e non c’è assolutamente nulla intorno. Lì vicino c’è Fokos, tranquilla e appartata: spiaggia bellissima e ancora selvaggia e poco conosciuta ma la strada per raggiungerla è terribile. Forse più adatta a noi è la spiaggia di Ftelia che si trova alla fine della grande baia al centro della costa settentrionale dell’isola di Mykonos; molto frequentata dai surfisti quando soffia il Meltemi, è una bella spiaggia grande di sabbia fine poco affollata e molto tranquilla nonostante sia facilmente accessibile. Infine a ovest c’è Houlakia, molto bella, selvaggia e pittoresca; direi però che non è ideale perché spesso molto ventosa e soprattutto perché non sabbiosa. E’ però uno spettacolo al tramonto con il sole che si immerge nel mare dietro l’isola di Delos. Vale la pena però andare a visitare il faro di Fanari e il sito archeologico di Vorna. La spiaggia più famosa della costa occidentale è Agios Ioannis proprio di fronte a Delos. Questa è davvero ideale per i bambini: è molto calma e rilassante e la spiaggia degrada lentamente in acque cristalline non molto profonde e piuttosto calme.
Angela: se quindi ci allontaniamo dalla nostra zona sud scegliamo sicuramente la spiaggia di Agios Ioannis. Tutte le altre belle da vedere ma si rischia che i ragazzi non apprezzino.
Piero: Mykonos chiaramente è nota per il mare le spiagge e la vita mondana. Non avrà la ricchezza culturale e la bellezza delle altre isole, ma alcune cose importanti da vedere ci sono senz’altro.
Angela: sicuramente vale la pena visitare la città di Mykonos, il capoluogo dell’isola, nota anche con il comune nome di Chora, e Ano Mera, uno dei villaggi tradizionali e caratteristici.
Piero: la città ha il classico stile greco: casette bianche dalle porte e finestre azzurre una sull’altra e vicoli stretti che sembrano un labirinto, il tutto decorato qua e là dai colori dei bouganville in fiore.
Angela: magari questo quadro così poetico ogni tanto viene interrotto da qualche music bar che specie verso sera spara musica a tutto volume, ma vale la pena fare una bella passeggiata per Matoyianni, la via principale che parte dal porto per poi perdersi negli altri vicoli; chiaramente non mancano boutique e negozietti di souvenir accanto a prestigiose gioiellerie o esclusive gallerie d’arte. Mykonos è questo: ambiente greco elevato alla massima mondanità!
Piero: passeggiando per la città non è infrequente incontrare pellicani liberi: questo animale è infatti il simbolo di Mykonos. Tutto nasce dalla curiosa la storia di Petros, il pellicano che, arrivato sull’isola nel 1954, non si sa bene come, ha vissuto per oltre trent’anni nel lungomare della città, guadagnandosi l’amore dei turisti e degli isolani. Alla sua morte il dolore fu tale che venne deciso di accogliere sull’isola altri pellicani e da allora se ne incontrano diversi per le stradine di Mykonos.
Angela: il quartiere più caratteristico di Mykonos è Little Venice. In realtà questo quartiere si chiama Alefkántra, ma pochi lo sanno… Si tratta solo di una fila di case signorili costruite direttamente sul mare; specie al tramonto l’atmosfera diventa magica e romantica, quando la luce del sole risalta le tinte pastello di queste casette al punto da suggerire il paragone con la città del romanticismo per eccellenza.
Piero: se Little Venice è una delle cartoline tipiche di Mykonos, non può mancare uno scatto dei tipici mulini a vento, un altro dei simboli della Chora. Si tratta di una serie di mulini costruiti intorno al XV secolo utilizzati fino al XX secolo per la produzione di farina: dei sedici originari, oggi ne rimangono solo sette perfettamente restaurati. Si raggiungono facilmente dal centro città attraverso una breve salita. I mulini rappresentavano una delle più importanti fonti di sostentamento per quest’isola che, prima dell’avvento del turismo, era poverissima.
Angela: altra tappa imperdibile girando per la città di Mykonos è la bella chiesa di Panagia Paraportiani dedicata alla Vergine Maria, nel classico stile delle costruzioni cicladiche.
Piero: vale sicuramente la pena addentrarsi poi nelle stradine appena fuori dall’abitato per risalire verso le colline che dominano la città per godere del bellissimo panorama della Chora vista dall’alto.
Angela: terminiamo la nostra visita gustando un ouzo al porto vecchio di Mykonos, il luogo dove si raduna la gente del posto per sorseggiare la bevanda tipica greca a base di anice.
Piero: oltre alla Chora, vale sicuramente la pena visitare, come detto, il piccolo villaggio di Ano Mera. Molto meno sofisticato della città da cui dista meno di dieci chilometri, è un piccolo paesino di allevatori e contadini la cui attrazione principale è il monastero di Panagia Tourliani risalente al XV secolo e realizzato da due monaci giunti da Paros. Si trova proprio vicino alla piazza centrale del paese e vale la pena visitarlo anche all’interno. Nel paese chiaramente non mancano le tipiche casette bianche e i negozietti di souvenir: imperdibile un pranzo o una cena in una delle tipiche taverne. Qui si respira più che altrove lo spirito tradizionale dell’ambiente e della cultura greca.
Angela: per finire il giro dell’isola non si può non visitare il faro di Armenistis; è una struttura in decadimento ma offre un panorama sul mare davvero splendido
Piero: probabilmente Mykonos non è esattamente in linea con il nostro stile di vacanza. Il mare e le spiagge sono sicuramente molto belle; la Chora è sicuramente interessante anche se ormai è troppo turistica; tuttavia scegliendo un periodo tranquillo dell’anno vale sicuramente la pena trascorrerci una settimana, anche perché non si può non andare a Mykonos per completare il panorama delle Cicladi.
Angela: non dimenticare che una giornata di questa settimana la abbiamo dedicata alla visita di una perla speciale: Delos. Ne parleremo con un post a parte che la magia e lo splendore di questo luogo meritano tutto.
Piero: intanto, se ne avete voglia, cliccate QUI per rivedere tutte le immagini più belle!
Naxos
Tutto inizia con un'idea.
Piero: cambiamo totalmente rotta e tipo di viaggio!
Angela: a cosa stai pensando?
Piero: niente van questa volta e mezzi di trasporto solo per quanto strettamente necessario: in compenso mettiamo in valigia, costumi da bagno, pantaloncini, magliette, ciabatte e sneakers. Nient’altro!
Angela: penso di aver capito: tanto mare e qualche piccola escursione in posti incantevoli.
Piero: proprio così: sto pensando alla mia grande passione: la Grecia e le sue isole!
Angela: è una passione che è nata tanti anni fa e so bene che ci torneresti ogni volta che ne hai la possibilità; penso addirittura che potresti andarci a vivere in una di quelle isole: ti ci vedo già, perennemente in tenuta da mare, con il tuo immancabile zaino con dentro solo la tua attrezzatura. A quale hai pensato in particolare?
Piero: ho pensato a Naxos!
Angela: non è la prima che abbiamo visitato e forse neanche la più bella; probabilmente è anche quella meno battuta dalle rotte turistiche. Non per questo però è meno affascinante.
Piero: intanto a Naxos non c’è l’aeroporto: per arrivarci occorre arrivare a Mykonos e poi da lì prendere un traghetto per una navigazione di un’ora scarsa. Questo probabilmente la fa considerare meno raggiungibile e meno frequentata dal turismo di massa. Gli alberghi e i villaggi non sono mai grandissimi e quindi non si ha mai la sensazione della folla tipica di altre località note per il turismo balneare.
Angela: il viaggio non è comodissimo anche perché gli orari dei voli non sono particolarmente favorevoli: ma noi non ci facciamo scoraggiare; per noi e per i ragazzi è una levataccia, ma pazienza, ne varrà la pena…
Piero: poco meno di tre ore di volo e raggiungiamo Mykonos; tappa forzata di un paio d’ore in attesa del traghetto. Poco male anche qui però: il porto è a due passi dal centro e, quindi, si può approfittare per una passeggiata nella splendida cittadina. Magari ti viene voglia di tornarci ancora…
Angela: arrivando in nave a Naxos, si percepisce immediatamente la natura di quest’isola: un mare stupendo e molti resti del passato. L’accoglienza di Chora, con la splendida Portara e le sue splendide case bianche che contrastano con l’azzurro del mare è davvero affascinante!
Alla scoperta dell’isola di Arianna e di Dioniso
Piero: Naxos è la più grande delle isole dell’arcipelago delle Cicladi, nel Mar Egeo e si trova di fronte a Pàros, dalla quale è separata da un canale di soli 5 chilometri, e tra Amorgòs e Mikonos. La sua città più grande è Chora, anche se con i suoi 12.000 abitanti e poco più che una cittadina. I più importanti villaggi sono Filoti, Apiranthos, Tragea, Koronos, Sangri e Apollonas. È anche l'isola più fertile delle Cicladi tanto che un tempo riforniva di olio, frutta e verdura, le città sulla costa e le popolazioni delle altre isole più piccole: secondo il mito Dioniso portò il primo ramo di vite proprio su quest’isola. Sempre a Dionisio è collegato anche il mito più importante, quello che fa di Naxos l’isola di Arianna: Arianna sarebbe stata infatti abbandonata da Teseo sull’isola dopo averlo aiutato ad uccidere il Minotauro; proprio il dio greco però, approdato sull’isola e innamorato di Arianna, minaccia in sogno Teseo e lo costringe ad abbandonarla addormentata sull’isola; Dionisio a questo punto rapisce Arianna e la porta sul Monte Olimpo per sposarla.
L’isola fu abitata per primi dai Traci e raggiunge il suo massimo splendore tra il VII ed il VI secolo a.C., diventando il cuore della civiltà cicladica, tanto che i Nassi in questo periodo assunsero l’amministrazione del Santuario di Delos e fecero costruire i leoni a guardia dello stesso (ne parleremo quando andremo alla scoperta di Mykonos). Veneziani, bizantini e turchi si sono poi susseguiti nella storia di Naxos, fino alla guerra d’indipendenza del 1821, quando fu annessa al regno greco: tutti hanno però lasciato molte tracce sia culturali che architettoniche.
Le spiagge di Naxos
Angela: per gli amanti del mare, Naxos è la meta perfetta. Le spiagge dell’isola sono tutte meravigliose, ampie, lunghe, di sabbia fine con fondali bassi che le rendono adatte alle famiglie con bambini.
Piero: noi scegliamo di fare base in un villaggio nei pressi di Mikri Vigla ad una ventina di chilometri a sud di Chora.
Angela: sempre sulla costa ovest, da nord a sud, si trovano le bellissime spiagge di Agios Prokopios ed Agios Anna (a proposito: agios significa santo) adattissime alle famiglie; poi si arriva a Plaka, immensa, dove è possibile camminare per ore sul bagnasciuga. Meno adatta alle famiglie è sicuramente Aliko, non tanto nella parte della spiaggia principale quanto per la parte più selvaggia delle sue tante piccole baie. La stessa Chora ha la sua spiaggia di città: si tratta di Agios Georgios. Molto meno frequentata perché più selvaggia e più complicata da raggiungere è la parte est dell’isola. Una delle spiagge più belle da questa parte è sicuramente Panormos.
Chora e la sua Portara
Piero: ma Naxos non è solo spiaggia: ci sono alcuni importanti siti archeologici che testimoniano il suo antico splendore, ci sono una serie di borghi e villaggi tradizionali che sono la vera anima dell’isola e c’è poi il capoluogo, Chora.
Angela: e proprio da quest’ultima partiamo con il nostro racconto. Come detto è una piccola cittadina che si gira facilmente a piedi, ma abbastanza grande per avere tante cose da scoprire in una giornata.
Piero: Chora si divide in quattro quartieri. I più importanti sono Kastro, la cittadella fortificata di origine romana arroccata sulla collina, dove abitavano i veneziani durante la dominazione dell'isola, e Bourgos, la zona al di fuori delle mura del kastro dove viveva la popolazione greca; ancora ci sono Grotta, il quartiere sul versante nord dove grazie agli scavi archeologici stanno emergendo numerosi reperti archeologici e infine il quartiere del porto, con il lungomare.
Angela: il punto di partenza è proprio il lungomare, paralia per i locali, proprio davanti al porto, affollato di ristoranti, caffetterie e negozi. Alla fine del lungomare si trova il simbolo di Naxos, la Portara, l’immagine indimenticabile dell’isola intera.
Piero: si trova sull’isolotto di Palatia, facilmente raggiungibile a piedi ed è la parte più importante di ciò che resta del tempio dedicato ad Apollo che, iniziato a costruire nel VI secolo a.C., è rimasto incompiuto a causa di una guerra tra Naxos e Samos. Doveva essere il mastodontico ingresso, appunto la porta, di questo grande tempio in marmo: il tiranno Ligdami che ha iniziato i lavori voleva costruire il più grande tempio della Grecia; pensa che la sola porta è alta sei metri e larga tre! La storia di questo tempio è avvolta nel mistero: non è citato in nessuna opera classica, non vi è alcuna iscrizione e anche la dedica al dio Apollo non è certa: di sicuro la porta è rivolta verso Delos, la piccola isola di fronte a Mykonos, dove, secondo il mito sarebbe nato Apollo, ma Naxos è l’isola di Dionisio…
Angela: raggiunto il punto più alto dove sorge il monumento si gode di una straordinaria vista panoramica della città di Chora, la classica foto-cartolina da portare a casa! E’ magnifico visitarlo e fotografarlo al tramonto.
Piero: a questo punto ci addentriamo verso il cuore della Chora, in direzione del Kastro. Per arrivarci attraversiamo le meravigliose viuzze strette che spesso si aprono in piccole e incantevoli piazze, circondate da case bianche addossate le une alle altre. Camminando si scoprono scorci imperdibili in cui il bianco fa risaltare i colori delle finestre, dei fiori, delle piante e degli oggetti che decorano le case.
Angela: ci troviamo ad attraversare in particolare il mercato antico, fatto di tanti negozietti, alcuni proprio turistici ma altri davvero interessanti, che si affacciano su questi bellissimi vicoli.
Piero: è un vero e proprio labirinto: tra vie strette, angoli da fotografare e negozietti caratteristici è davvero facile perdersi! E noi ci siamo riusciti…
Angela: arriviamo finalmente alla sommità, dove si trova il castello veneziano che un tempo era protetto da mura interne ed esterne: adesso rimangono visibili solo i resti della cinta interna. Vi si accede attraverso le due porte, quella a sud, Paraporti, e quella a nord, Trani Porta e si nota immediatamente sia per la sua dimensione che per il suo colore che non è il classico bianco delle altre case.
Piero: il castello è stato costruito dal veneziano Marco Sanudo nel XIII secolo ed era circondato da dodici torrette: di queste ne è rimasta solo una, quella dei Crispi, dal nome degli ultimi duchi dell'isola. Il castello è conosciuto anche come castello di Glezos, dal nome di famiglia degli ultimi proprietari; questi ultimi lo regalarono allo stato greco che lo ha restaurato e trasformato in museo bizantino visitabile a pagamento.
Angela: continuiamo la nostra camminata facendo ritorno verso il porto fino ad arrivare alla Metropoli Ortodossa, dedicata ai santi Nicodemo l'Agioreta e Nectario, che occupa la zona dove vi era l’antica agorà. Per costruirla sono stati utilizzati materiali provenienti da vecchie chiese e da antiche costruzioni: si dice che le sue colonne di granito furono trasportate dalla vicina isola di Delos.
I meravigliosi villaggi di naxos
Piero: se Chora risente dell’influenza delle diverse dominazioni, la Grecia autentica si respira tutta nei villaggi dell’entroterra. I più caratteristici si trovano verso il centro dell’isola, lasciando Naxos in direzione sud-est, verso Monte Zeus, la cima più alta di tutte le Cicladi con i suoi 1000 metri.
Angela: il primo villaggio da visitare è sicuramente Halki , l’antica capitale dell’isola; le antiche dimore testimoniano il suo passato di capoluogo e ci sono una miriade di piccole chiese nei dintorni che vale la pena visitare; è d’obbligo fare tappa alla distilleria di Vallindras, l’unico posto sull’isola dove viene prodotto il Kitron, il liquore locale a base di cedro (tutta la zona centrale dell’isola è ricoperta da foreste di cedri del Libano) che non si trova da nessun’altra parte in Grecia!
Piero: non lontano dal villaggio, a soli dieci minuti a piedi, immersa nella campagna, si trova una delle più belle chiese di Naxos, la chiesa bizantina di San Giorgio Diasoritis che risale all’XI secolo ed è perfettamente conservata.
Angela: sempre vicino ad Halki si trova la chiesa di Drosiani, una delle chiese paleocristiane più antiche d’Europa, con la sua particolarissima struttura: accanto ad un corpo centrale ci sono tre costruzioni, simili a grotte che la cingono. E’ possibile visitarla sia dall’esterno, girando intorno, che all’interno, con i bellissimi affreschi che risalgono al VII secolo.
Piero: poco distante da Halki c’è Filoti, il villaggio più grande della valle di Tragea: ci fermiamo per ammirare il grande e antico platano al centro della cittadina. Facciamo una gradevolissima passeggiata tra i vicoli fino a raggiungere la splendida chiesa di Panagia Filotitissa: è una delle chiese più importanti Naxos costruita interamente in marmo bianco, con il particolare campanile intagliato e con alcune belle icone bizantine al suo interno. Filoti è anche il punto di partenza per la bellissima escursione verso la vetta del Monte Zeus: un’ora di camminata per ammirare un panorama fantastico di tutta l’isola.
Angela: una curiosità: secondo la mitologia su questo monte, sarebbe stato allevato proprio Zeus dalla madre Rea che lo ha nascosto in una grotta per farlo sfuggire al destino che gli sarebbe toccato: Crono, il padre di Zeus, mangiava infatti i propri figli maschi per evitare che lo spodestassero!
I siti archeologici di Naxos
Piero: oltra alla Portara, a Naxos ci sono anche altri importanti siti archeologici; il più importante fuori Chora è senza dubbio il tempio di Demetra.
Angela: si trova vicino al villaggio di Ano Sangri, su una collina che sovrasta una fertile vallata, e risale al VI sec. a.C.. Ha una particolare pianta quadrata con cinque colonne ioniche disposte di fronte all'ingresso principale: è stato quasi completamente raso al suolo, ma rimane in piedi abbastanza da farne comprendere la sua struttura originaria. I restauri non sono straordinari ed il tempio è praticamente abbandonato, poco segnalato e non semplice da raggiungere; tuttavia si parcheggia facilmente sulla strada, si visita liberamente e c’è sempre poca gente.
Piero: da non perdere sicuramente a Naxos ci sono i famosi Kouroi (da kouros che in greco significa “ragazzo”): si tratta di enormi statue di marmo rimaste incompiute ancora posizionate nelle antiche cave di marmo di cui l’isola è ricca. Gli artigiani di Naxos sono stati i primi ad introdurre l'uso di questo materiale nell'architettura e nella scultura, fino a diventarne i maestri indiscussi. Le loro opere prendevano la loro forma primitiva nella cava per evitare i danni dovuti alla movimentazione; venivano poi trasportati con un complesso sistema e infine ultimati nella loro destinazione finale. Probabilmente quelli rimasti a Naxos sono stati abbandonati in conseguenza di incidenti, per la scoperta di difetti nel marmo, per la cancellazione dell’ordine o più probabilmente per particolari eventi politici.
Angela: questi giganti possono essere ammirati in due posti diversi: il primo e più importante si trova ad Apollonas, una cittadina sul mare nel nord dell’isola, mentre altri due si trovano a Flerio, nel cuore di Naxos.
Piero: il Kouros di Apollonas, risale al VII secolo a.C. ed è lungo 11 metri e pesa oltre 80 tonnellate. E’ noto anche come colosso di Dioniso e si trova nella cava, lungo la strada, prima di entrare nel villaggio. La statua è tagliata direttamente nella roccia, sdraiata sulla schiena ed ovviamente incompiuta ma si possono notare la testa provvista di barba, le orecchie, un accenno di capelli, le braccia scolpite in maniera rudimentale e l'inizio della formazione di piedi. I kouros di solito raffigurano giovani eroi ma questo invece, rappresenta un uomo anziano con la barba: per questo è stato associato a Dioniso.
Angela: i due Kouroi di Flerio sono molto più piccoli (lunghi circa 5 metri) e non così ben preservati come quello di Apollonas. Si trovano in un parco cui si accede gratuitamente. In questo caso torniamo alla rappresentazione classica di giovani nudi.
La più bella delle Cicladi!
Piero: Naxos è sicuramente un’isola che vale la pena visitare per la sua bellezza e per la sua tranquillità. Abbiamo trascorso una settimana intera, alternando la visita delle tante cose da vedere al relax in spiaggia. Molte di queste località sono vicine tra di loro e non distanti da qualunque punto di partenza. Noi per il nostro tour abbiamo noleggiato un’auto tenendola a disposizione quasi tutta la settimana in modo da distribuire il più comodamente possibile nel tempo le nostre escursioni e non perderci ogni giorno la bellezza del mare. Ci sono una miriade di piccoli autonoleggi praticamente dappertutto; attenzione però alle clausole: non sempre si è coperti per tutti i danni.
Angela: per la gioia di grandi e piccini vale la pena affittare per qualche ora un quad, per una piacevolissima passeggiata lungo le strade vicine al mare.
Piero: Naxos è l’isola ideale per una vacanza tranquilla in famiglia! Clicca QUI per vedere tutte le immagini.