Catania

Alberto: bentornati in Sicilia ragazzi! Siete pronti a ripartire alla scoperta di questa meravigliosa terra?

Angela: pronti, certo! Dove andiamo questa volta?

Piero: sai che ogni volta ci atterriamo, ci passiamo ma non la abbiamo mai vista?  

Alberto: indizio semplice semplice il tuo…

Angela: stai pensando a Catania?

Piero: certo! Abbiamo visto di tutto, ma non ci siamo mai fermati in questa meravigliosa città, se non di passaggio.

Alberto: ci vorrebbero due o tre giorni per visitare al meglio Catania, ma proverò a farvi vedere il meglio in una sola giornata.

Piero: lasciamo il nostro van comodamente al parcheggio di Piazza Paolo Borsellino, a due passi da centro e gestiremo completamente a piedi la nostra visita.

Melior de cinere surgo

Angela: non è solo l’iscrizione che si trova su una delle porte di Catania, la porta Ferdinandea, ma è proprio la perfetta sintesi della storia della città. 

Piero: risorgerò dalle ceneri ancora più bella, è la frase che sintetizza la fierezza di una popolazione che, instancabile, continua a ricostruire sempre più bella la propria città, più volte distrutta, sulle ceneri della precedente.

Alberto: quando si parla di Catania, il pensiero va immediatamente all’Etna, il vulcano che allo stesso tempo minaccia e protegge la città: “a muntagna”, infatti, come lo chiamano qui, è come una madre severa che cura e punisce i propri figli; allo stesso modo, l’Etna segna nel bene e nel male la storia di Catania.

Angela: Catania oggi è il frutto della sua travagliata storia. Passeggiando per il suo centro storico convivono una forte impronta tardo–barocca, con chiese e palazzi signorili, accanto a teatri, anfiteatri e terme, di epoca greca e romana, tutti insieme uniti dal colore nero cinereo della pietra lavica.

Alberto: la storia di Catania ha inizio nel 729 a.C. quando i greci, provenienti dalla città di Naxos, fondarono Katanè, che acquisì notorietà come città commerciale greca fino al V secolo a.C.. Da questo momento in avanti, i conflitti con Siracusa e le relative sconfitte portano all’abbandono della città, con gli abitanti costretti a trasferirsi presso l’attuale Lentini prima e Paternò poi. Solo a partire dal IV secolo a.C. la città fu ripopolata, fino alla conquista dei romani del 263 a.C., nel corso della prima guerra punica.

Angela: quello romano per Catania è un periodo di grande splendore: a questa fase infatti risalgono la costruzione del tessuto urbano e viario, in parte ancora attuale. Chiaramente risalgono a questa epoca la costruzione dell’anfiteatro, del teatro e dell'odeon, oltre ai numerosi complessi termali e all'efficientissimo sistema di approvvigionamento idrico, a testimonianza della ricchezza e dell'elevato livello della qualità della vita che dovette caratterizzare Catania durante l'età imperiale.

Angela: dopo il periodo bizantino, vandali, arabi, normanni, svevi, angioini e aragonesi lasciano un’impronta molto forte a Catania, con la costruzione di palazzi, chiese e del Castello Ursino sotto Federico II.

Piero: per Catania l’alto medioevo è un periodo di lenta decadenza che trova il suo culmine nell’eruzione del 1693. Nonostante la storia della città, come detto, sia stata sempre minacciata e caratterizzata dalla forza distruttrice dell’Etna, questa eruzione ha praticamente distrutto Catania, uccidendo gran parte dei suoi ventimila abitanti dell’epoca.

Angela: la città viene subito ricostruita grazie ad un progetto unitario di Giuseppe Lanza, Duca di Camastra, realizzato dall'architetto siciliano Giovan Battista Vaccarini, discepolo del Bernini. Il fervore della ricostruzione porta rapidamente Catania alla rinascita, attirando maestranze e architetti e favorendo una forte ripresa economica. E’ a quest’epoca che si deve lo splendore odierno della città, grazie alla realizzazione di strade larghe e dritte, di palazzi e chiese uniformi per stile, decorazioni e materiali, con l'impiego sia della pietra lavica nera che della pietra calcarea chiara: tutto questo porta ad una specifica definizione ed identificazione di un barocco catanese che caratterizza il centro storico, dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità.

Piero: nel periodo borbonico, Catania perde parte del suo prestigio a favore di Palermo, con la sua economia basata fondamentalmente sull’agricoltura e sul latifondo. Con l’unità d’Italia inizia la rinascita catanese, grazie all’impulso allo sviluppo commerciale e industriale guidato da un giovane sindaco e futuro ministro degli esteri, Antonino Paternò Castello, marchese di San Giuliano. Questa è anche una fase storica di profonda trasformazione sociale rapida e tumultuosa dove, da una parte, si trovano i nuovi ricchi e l’antica aristocrazia che, grazie al trasformismo, mantiene il potere e, dall’altra, coloro i quali ne rimangono esclusi. Dei sentimenti di questi ultimi si fa interprete la corrente letteraria del verismo siciliano che ha il suo massimo esponente in Giovanni Verga, che riesce a raffigurare perfettamente i cosiddetti “vinti” sia tra i poveri ne I Malavoglia che tra gli aristocratici in Mastro Don Gesualdo.

Angela: Catania può essere considerata a ragione come capitale della cultura siciliana, grazie al fermento letterario e architettonico di cui hai detto prima e ad una figura di spicco nella musica come Vincenzo Bellini. In questo solco, non va dimenticato come Catania sia stata la sede della prima università siciliana, una delle più antiche al mondo, il Siculorum Gymnasium, fondata nel 1434.

Piero: anche la natura, nonostante tutto, è stata generosa con questa città: infatti la terra vulcanica è sempre stata fertilissima con agrumeti e vigneti che circondano Catania verso il vulcano. Anche le coste sembrano rispecchiare i colori dell’architettura della città: a sud infatti si trova la Playa, con i suoi chilometri di sabbia dorata, mentre a nord, si trovano le scogliere di lava che culminano nella mitica Riviera dei Ciclopi e nei faraglioni di Aci Trezza.

Angela: chiaramente anche qui sono impareggiabili i sapori, gli aromi, i frutti e i piatti tipici della tradizione culinaria.

Piero: oggi Catania è una città moderna che ospita uno dei più grandi poli high tech italiani, noto come Etna Valley.

Le meraviglie di Catania in un solo giorno 

Angela: con questa storia alle spalle, le aspettative sono sicuramente tante e non vedo l’ora di scoprire tutte le meraviglie di questa città.

Piero: certo una giornata, anche se intera, non è il tempo che la scoperta di Catania merita, ma è sufficiente per vederne le attrazioni principali.

Alberto: cominciamo allora la nostra piacevole passeggiata estiva e ci muoviamo dal parcheggio, attraversando i giardini Pacini verso Porta Uzeda, ingresso da sud al centro storico e soprattutto a Piazza Duomo. La porta si apre nelle cinquecentesche mura di Carlo V ed è intitolata al viceré spagnolo Giovanni Francesco Paceco, duca di Uceda appunto.

Angela: attraversiamo Piazza Duomo dedicando adesso uno rapido sguardo alla bellissima Cattedrale di Sant’Agata a destra e alla fontana dell’elefante a sinistra. Ci fermeremo con calma dopo. Approfittiamo intanto per visitare la Badia di Sant’Agata che si trova di fronte al fianco sinistro della cattedrale.

Piero: la chiesa della Badia di Sant'Agata è una meravigliosa testimonianza della ricostruzione tardo barocca seguita al terremoto del 1693 a Catania. Architettura romana e barocca si combinano perfettamente; di particolare interesse sono i marmi dei pavimenti e degli altari. Dopo il restauro del 2015 è diventato accessibile il percorso delle terrazze e della cupola dal quale si può ammirare un panorama unico, dall’alto, su tutta la città, dal mare alla montagna. Ne facciamo la nostra prima tappa, presto al mattino, evitando così le code e la ressa dei turisti, dedicando a questo spettacolo tutto il tempo necessario.

Angela: dopo aver visto dall’alto la cattedrale e la sua cupola, ci avviamo proprio alla scoperta di uno dei simboli di Catania: la Cattedrale.

Piero: la cattedrale è dedicata alla vergine e martire Sant'Agata, patrona della città di Catania cui i catanesi dedicano in febbraio, con particolare devozione, una delle più importanti feste della cristianità nel mondo.

Angela: La chiesa è stata più volte distrutta e ricostruita dopo i tanti terremoti che si sono susseguiti nel tempo. La prima edificazione risale all’XI secolo, sulle rovine delle Terme Achilliane di epoca romana. L'edificio attuale è frutto congiunto dell’opera dell'architetto Girolamo Palazzotto, che si è occupato dell'interno, mentre Giovanni Battista Vaccarini ha disegnato e seguito i lavori della facciata.

Piero: usciamo dalla cattedrale e siamo nuovamente su Piazza Duomo. Al centro della piazza si trova la Fontana dell’Elefante, simbolo della città.

Angela: anche questo monumento è stato realizzato da Vaccarini in occasione della ricostruzione dopo il terremoto. L’architetto si è ispirato all’obelisco della Minerva a Roma realizzato dal Bernini. Fontana e piedistallo sono di marmo bianco, così come le due statue che raffigurano i due fiumi di Catania, il Simeto e l'Amenano. L’obelisco che sovrasta la statua dell’elefante e di granito richiama quelli egizi: probabilmente si trattava di una delle due mete (l’altra si trova nel cortile di castello Ursino) del circo romano di Catania.

Piero: l’elefante, realizzato in epoca incerta in pietra lavica con occhi e zanne bianche in pietra calcarea, è l’elemento centrale e soprattutto è il simbolo della città di Catania. “U Liotru”, come lo chiamano i catanesi, secondo la leggenda deve il suo appellativo alla storpiatura del nome Eliodoro, un nobile catanese che, tentando di diventare vescovo, sarebbe caduto in disgrazia, diventando mago e autore della statua. Eliodoro sarebbe stato messo al rogo ed il vescovo della città avrebbe fatto portare la statua fuori dalle mura per farla dimenticare, ma il popolo le avrebbe ugualmente tributato degli onori divini. Secondo altre leggende un elefante avrebbe cacciato degli animali feroci durante la fondazione dell’antica Catania e poi ancora, durante la guerra tra cartaginesi e catanesi, questi ultimi avrebbero catturato tutti gli elefanti degli invasori: l’elefante e la statua quindi sarebbero il simbolo di questi successi leggendari.

Angela: contrariamente alle fantasiose versioni popolari, la statua dell'elefante è lo gnomone della meridiana posta al centro di Piazza Duomo. Il monumento è pertanto misuratore del tempo grazie alla luce del sole ed è quindi "eliotrico", in dialetto catanese diventato "liotru". I catanesi la hanno sempre considerata una statua magica, in grado di proteggere il centro abitato dalle eruzioni dell'Etna: oggi il pachiderma è inserito nello stemma comunale, della città metropolitana e dell'università oltre che essere la mascotte delle principali società sportive locali.

Piero: proprio vicino a Piazza Duomo, dietro alla fontana dell’Amenano, conosciuta anche come “Acqua o linzolu”, si trova lo storico mercato del pesce, luogo simbolo del territorio che, attraverso i prodotti e i pescatori, racconta storie meravigliose ogni giorno, dalle prime ore del mattino fino all’ora di pranzo (attenzione: è chiuso la domenica).

Angela: qui il tempo sembra essersi fermato ed è davvero piacevole fare una passeggiata tra i colori, i suoni e gli odori di questo luogo. Sui banchi sui banchi, l’azzurro delle alici, il nero delle seppie, l’argento delle spigole e delle orate, il rosso del tonno o del pesce spada appena affettati contrasta con il bianco del marmo; ascoltare gli inviti dei pescatori e la loro arte di mercanteggiare lasciata in eredità dagli arabi è una vera esperienza di folklore siciliano, autentica e diversa ogni giorno. “A piscaria”, come la chiamano i catanesi, sembra il posto in cui si possono trovare i pescatori di cui parlava Verga ne “I Malavoglia”, seppur non ci si trovi ad Aci Trezza.

Piero: passeggiando per i vicoli, coperti dai coloratissimi ombrelli, i banchi del pesce si a bancarelle con frutta e verdura di stagione, chioschi dove potersi dissetare o ordinare un finger food.

Angela: chiudiamo la nostra mattinata con la visita a Palazzo Biscari.

Piero: il centro storico di Catania è caratterizzato dalla presenza di bellissimi palazzi nobiliari, a testimonianza degli importanti trascorsi di questa città. Chiaramente non ci è possibile visitarli tutti e scegliamo Il più importante palazzo privato di Catania, preziosa testimonianza del barocco siciliano con i suoi saloni affrescati ricchi di fascino ed eleganza.

Angela: si tratta della storica dimora, ancora abitata, della famiglia Paternò Castello dei principi di Bìscari. Il palazzo originariamente venne edificato sulle mura di cinta di Catania, e i Bìscari furono una delle poche famiglie aristocratiche della città che ottenne il permesso regio di costruire su di esse. Il palazzo originariamente si affacciava sul mare: con l’espansione della città, oggi dista qualche centinaio di metri dal mare.

Piero: interessante visitarlo accompagnati da una guida. Da non perdere la facciata esterna lato mare con i gruppi allegorici che rappresentano abbondanza, prosperità, fertilità e saggezza.

Angela: il salone delle feste è forse l’ambiente interno più interessante, in stile rococò con splendidi specchi, stucchi e affreschi ed il cupolino centrale usato come alloggiamento dell'orchestra. Si accede alla cupola attraverso una scala decorata a stucco (che il principe Ignazio chiamò "a fiocco di nuvola").

Piero: infine vale la pena visitare gli appartamenti della principessa con le boiseries di legni intarsiati e i pavimenti di marmo di epoca romana.

Angela: alcune curiosità sul palazzo: tra i celebri visitatori del palazzo si ricorda soprattutto lo scrittore Johann Wolfgang Goethe che, nel corso del suo viaggio in Italia, venne ricevuto dal principe di Biscari; nel 2008 il palazzo ha fatto da sfondo al video della canzone Violet Hill della band inglese Coldplay; durante la seconda guerra mondiale, il salone delle feste è stato adibito dagli inglesi a campo da tennis, con una pallina che ha danneggiato uno dei quadri: la regina Elisabetta II se ne è “scusata” durante la sua visita negli anni ’80.

Angela: ultima tappa della nostra mattinata è la visita al Teatro Massimo, intitolato al grande musicista catanese Vincenzo Bellini, poco distante da Palazzo Biscari, nell’omonima piazza. Inaugurato nel 1890, il Teatro Bellini, splendido nella sua architettura, è il cuore della vita musicale: ha una capienza di circa 1200 posti, un’acustica perfetta e ospita ogni anno una stagione d’opera e balletto, una stagione sinfonica e una da camera.

Piero: a questo è punto arriva il momento di una pausa, con una granita o un arancino (mi raccomando, con la “o”…) magari di fronte a Villa Bellini.

Angela: era ora! Godiamoci un po' di fresco nel più importante parco di Catania. In origine il palazzo apparteneva alla famiglia Paternò Castello (gli stessi di Palazzo Biscari). Per i catanesi il Giardino Bellini è semplicemente “a Villa”, luogo di svago, di relax, di passeggiate e di incontri ed ospita numerose specie di piante anche esotiche e ultracentenarie, con il viale delle celebrità che ospita i busti delle più grandi personalità catanesi.

Piero: dalla via Etnea, una delle principali vie dello shopping catanesi, raggiungiamo Piazza Stesicoro, dove si vedono i pochi resti dell’Anfiteatro Romano, modesti però e poco curati. Passiamo rapidamente oltre e ci avviamo verso la nostra prossima tappa.

Angela: arriviamo a via dei Crociferi, una vera esplosione di architetture e atmosfere barocche. Nonostante sia molto breve, è davvero una delle vie più belle della città, tanto da essere scelta come location cinematografica, ad esempio ne “Il bell’Antonio” di Bolognini, “Storia di una capinera” di Zeffirelli e “I Vicerè” di Faenza. Nel giro di appena duecento maestri ospita quattro splendide chiese.

Piero: la leggenda narra che l’arco di San Benedetto che chiude la via, attiguo alla chiesa omonima, venne costruito in una sola notte e che vi girasse un cavallo senza testa.

Angela: non lontano da qui si trova la chiesa di Chiesa di San Nicolò l'Arena. Si tratta di una costruzione austera e imponente, sia all’interno che all’esterno.

Piero: oltre ad essere un sacrario militare che ospita le salme di diversi militari catanesi caduti nelle due guerre mondiali, al suo interno si trovano alcuni cerei usati durante i festeggiamenti in onere della Santa Patrona.

Angela: nel transetto si trova una grande meridiana che si estende per quaranta metri tra le due cappelle di San Benedetto da Norcia e San Nicola di Bari.

Piero: adiacente alla chiesta, si trova il Monastero dei Benedettini, patrimonio UNESCO che oggi ospita la sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania,

Angela: voluto e costruito appunto dai monaci benedettini nel XVI secolo, è un esempio di integrazione architettonica tra epoche diverse e sorge sui resti di un’antica città romana oramai sepolta. Molto bello il chiostro: vale la pena dedicare un’ora di tempo per la visita guidata.

Piero: ormai stanchi, continuiamo il nostro giro verso il teatro romano.

Angela: se vi aspettate di vederlo aprirsi in tutta la sua imponenza, rimarrete delusi, perché qui a Catania, il teatro è ormai nascosto dai palazzi che gli sono stati costruiti intorno e a ridosso. Vi si accede infatti, come fosse un normalissimo palazzo, dal civico 266 di via Vittorio Emanuele.

Piero: risale al II secolo d.C. e confina con un teatro minore detto Odeon. Probabilmente è stato costruito su una precedente struttura greca. Come detto, oggi è attorniato da palazzi nobiliari che nel tempo lo hanno anche deturpato ed in parte occupato; successivi espropri e demolizioni, lo hanno restituito in gran parte al suo antico splendore.

Angela: ultima tappa della nostra visita a Catania è un altro dei simboli della città, Castello Ursino.

Piero: il castello fu costruito sotto Federico II di Svevia nel XIII secolo, su quella che era la riva del mare: le colate laviche hanno fatto si che adesso il mare disti un centinaio di metri. Oggi è sede del museo civico della città etnea.

Arrivederci Catania!

Angela: terminiamo così la nostra giornata nella splendida Catania. Abbiamo visitato la gran parte delle meraviglie della città etnea.

Piero: non mi aspettavo una città tanto moderna e dinamica da una parte e ricca di storia e tradizioni dall’altra.

Angela: Catania unisce alla sua vivacità e frizzantezza, un'eleganza unica con il suo barocco "nero". Più volte distrutta e ricostruita è vegliata, protetta e minacciata dall'Etna che le fa da sfondo.

Piero: godetevi quindi la meraviglia della nostra passeggiata in questo video. 

Indietro
Indietro

Ragusa Ibla

Avanti
Avanti

Modica