Modica

Alberto: siete pronti ragazzi? Si riparte. Dopo aver visto Siracusa, andiamo alla scoperta adesso della Val di Noto e del barocco.

Angela: bellissimo! Dal 2002 questo territorio è Patrimonio dell’Umanità.

Piero: nei prossimi giorni visiteremo alcune perle di questo territorio: oggi cominciamo da Modica, famosa oltre che per il barocco, anche per il cioccolato e per essere la patria di Salvatore Quasimodo.

Angela: siamo pronti allora! Andiamo!

Modica, arriviamo!

Piero: Modica dista da Siracusa circa 70 chilometri, in direzione sud ovest. La strada non è complicata: usciti da Siracusa si prende l’autostrada A18 in direzione Gela e si esce a Rosolini; di qui si procede per 40 chilometri circa sulla provinciale 70 che porta dritti a Modica.

Angela: la cittadina è piccola e non si fa fatica a parcheggiare; una volta lasciato il van praticamente non ci servirà più. Il nostro programma prevede di visitare le principali attrazioni in poco più di mezza giornata, pranzo completo.

Alberto: Modica sorge su un altopiano nella parte meridionale dei Monti Iblei, non lontano da Ragusa, e si sviluppa sui fianchi delle due vallate e sulle colline sovrastanti. Si presenta come un affascinante dedalo di casette, viuzze e lunghe scale. Il centro storico mantiene l'impianto medievale che si sviluppa intorno allo sperone della collina del Pizzo, sul quale poggiava l’inaccessibile castello.

Angela: le case addossate le une sulle altre sono spesso l'estensione delle antiche grotte, abitate fin dall'epoca preistorica: una volta queste centinaia di grotte erano direttamente abitate, oggi sono state inglobate e fanno parte integrante delle costruzioni delle epoche successive.

Piero: la citta ha origini antichissime, abitata prima dai sicani e poi dai fenici, prima delle dominazioni greca e romana. Da Modica sono passati bizantini, vandali e goti nel medioevo, è poi il turno dei saraceni a cavallo dell’anno mille, cacciati poi dai normanni, per concludere con angioini e aragonesi.

Angela: il mito vuole che sia stata fondata da Ercole. L’eroe greco infatti, nella sua decima fatica cattura i buoi rossi del gigante Gerione e si dirige in Italia, ma i buoi che porta con sé gli vengono rubati in Sicilia. Ercole viene aiutato a ritrovare le bestie da una giovane donna greca, Motia. Per gratitudine l’eroe greco fonda tre città esattamente nei luoghi in cui ritrova i buoi, dedicandole tutte alla donna: nascono Mozia, vicino a Marsala, l’altra Mozia, nei pressi di Agrigento ed infine la nostra Modica.

Modica fra scalinate e vicoli

Alberto: cominciamo la nostra mattinata per vedere tutto al meglio (e soprattutto per fotografarlo…) ci vorranno circa due ore. E poi vorrei lasciarvi lo spazio per una piccola sorpresa…

Angela: cominciamo subito allora!

Piero: Modica è costruita a ripiani e terrazze irregolari, collegati tra loro da scalinate e salite tortuose. Addentrandosi nei vicoli, ad ogni passo e ad ogni gradino corrisponde una nuova scoperta: Modica è la città delle “cento chiese”, dei ricchi palazzi nobiliari ma anche di bellissime case semplici e di vecchie botteghe, che tutte insieme regalano scorci meravigliosi.

Alberto: proprio da una di queste meravigliose scalinate, ci avviciniamo al monumento più famoso e scenografico, la chiesa di San Giorgio, che unisce la parte bassa e la parte alta della città.

Angela: è considerato uno dei luoghi di culto barocchi più imponenti di tutta la Sicilia. A renderlo maestoso contribuiscono sicuramente i duecentocinquanta scalini che precedono l’ingresso ma soprattutto i suoi sessanta e più metri di altezza che lo rendono visibile da ogni punto della città. La facciata è di un caldo colore dorato, tipico dello stile barocco che contraddistingue tutta la città ed è frutto della scelta di ricostruzione dopo il terremoto del 1693 che ha distrutto gran parte della val di Noto. Ha cinque portoni di ingresso ed all’interno è suddiviso in cinque navate con ventidue colonne con capitelli di stile corinzio. Ospita un grande organo con quattro tastiere e ben tremila canne, alcune tele e statue pregiate, un grande polittico dietro l’altare e una meridiana solare sul pavimento.

Piero: proprio alla sinistra del duomo, si trova palazzo Polara, anch’esso in stile barocco. L’ingresso va prenotato ed all’interno si conservano mobili, affreschi e suppellettili che riportano ad atmosfere passate. Il palazzo ha una balconata con una meravigliosa vista sulla città. Questo, insieme agli altri palazzi nobiliari che costellano la cittadina, testimonia il passato glorioso di Modica.

Angela: a partire dalla riconquista da parte dei normanni, Modica è diventata una contea, forse una delle più importanti di tutto il mezzogiorno, tanto che il suo territorio comprendeva tutti i comuni dell’attuale provincia di Ragusa più le baronie di Alcamo e Calatafimi in provincia di Trapani e altre città sparse per l’isola. Con l’abolizione dei feudi, nell’ottocento, Modica ha perso il suo potere, tanto che nel 1927 è stata Ragusa ad essere elevata a provincia. Dico questo perché adesso ci dirigiamo verso un altro dei simboli della città, il castello.

Alberto: dista dal duomo solo pochi vicoli ed un’altra discreta scalinata… meglio prima controllare gli orari di apertura per evitare sorprese.

Piero: il castello dei conti è arroccato in cima a uno sperone roccioso e, insieme al duomo, domina la città. Si tratta di un castello medievale del quale rimane veramente poco, in conseguenza del terremoto del 1693. E’ possibile fare una piacevole passeggiata su quello che rimane della cintura muraria. Vicino alle mura del castello si trova la torre dell'orologio, costruita sui resti di una torre di avvistamento distrutta sempre dal terremoto.

Modica e Quasimodo

Alberto: visto che siamo alla fine del nostro giro nella parte alta della città, vi porto alla scoperta di uno dei più illustri personaggi cui Modica ha dato i natali: Salvatore Quasimodo.

Piero: Salvatore Quasimodo è nato a Modica il 20 agosto 1901 ma il rapporto con la sua città natale non è stato idilliaco. Intanto perchè, una volta diventato celebre, il poeta ha preferito indicare Siracusa come città natale, forse per il legame della città aretusea con la Magna Grecia e la cultura classica a lui più vicina. In secondo luogo, il poeta si è dovuto trasferire all’età di due anni a Roccalumera, nel messinese, per esigenze lavorative del padre ferroviere: per il fatto di aver trascorso qui l’infanzia Quasimodo si è legato sentimentalmente di più a quest’ultima località più che a Modica.

Angela: nonostante tutto, oggi Modica riconosce la grandezza di uno dei suoi cittadini più illustri, insignito con il premo Nobel per la letteratura nel 1959.

Piero: non lontano dal castello, sempre nella parte alta della città, si trova infatti la casa natale del poeta. Si riconosce per la targa a ricordo posta proprio davanti. La casa oggi ospita il museo in ricordo del grande letterato ed è possibile visitarlo con il supporto di una straordinaria e appassionata guida. Nello studio e in camera da letto si trovano i mobili e gli oggetti appartenuti a Quasimodo e si ha l’occasione di ammirare un gran numero di fotografie autografate, insieme a edizioni speciali delle sue opere e cimeli a lui appartenuti. La visita con il racconto della guida dura una mezz’ora e si conclude con il video della cerimonia della consegna del Premio Nobel a Stoccolma e con la voce registrata del poeta che recita alcune sue opere. Ne vale assolutamente la pena!

Alla scoperta del cioccolato di Modica

Angela: finito il nostro giro della città alta, torniamo verso Corso Umberto I che è la via principale della città bassa. E’ oggi il ritrovo serale, sia per i turisti che per gli abitanti: qui è possibile bere qualcosa, assaggiare un arancino o semplicemente camminare con un gelato.

Piero: non può mancare certamente l’assaggio di una delle specialità per le quali Modica è famosa nel mondo: il cioccolato. La particolarità del cioccolato di Modica è che viene lavorato a freddo per fare in modo che lo zucchero rimanga granuloso: in bocca non si scioglie, ma si sbriciola. Superbo quello fondente ma è anche possibile trovarlo in diverse varianti, come alla cannella, al peperoncino o addirittura al vino.

Angela: con questa deliziosa sorpresa si chiude la nostra visita di Modica.

Piero: davvero una piacevole scoperta nel cuore del baracco siciliano; arte e cultura disseminate tra vicoli e scalinate che regalano scorci meravigliosi. Vale sicuramente trascorrere una giornata nella terra di Quasimodo e del cioccolato.

Alberto: adesso ci tocca tornare a prendere il nostro van, la nostra giornata continua. Arrivederci Modica!

Piero: aspetta un attimo! Vale sicuramente la pena rivedere la nostra gita in questo video: 

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