Le spiagge di Creta, tra memoria e sogno

Piero: c’è una cosa che a Creta ci ha accompagnati ovunque, in ogni tappa, in ogni pausa, in ogni sguardo: il mare. Immenso, limpido, cangiante. Un mare che a volte si colora di smeraldo, altre di cobalto, altre ancora riflette l’oro del tramonto come uno specchio liquido. Sempre presente, sempre diverso.

Angela: e non è solo un’impressione. Creta vanta oltre 500 chilometri di costa, e una qualità dell’acqua tra le migliori di tutto il Mediterraneo. Nel 2024, più di 120 spiagge dell’isola hanno ricevuto la Bandiera Blu, il riconoscimento internazionale che premia le acque pulite, la sicurezza, i servizi e la sostenibilità ambientale.

Piero: e non parliamo solo delle spiagge famose: ogni angolo dell’isola nasconde calette, insenature, spiaggette affacciate su baie trasparenti, raggiungibili magari solo a piedi o con una barca.

Angela: il mare di Creta non è solo paesaggio: è identità, memoria, promessa. È il mare dei miti e dei commerci antichi, dei pescatori e dei marinai, delle invasioni e delle partenze. È il mare che accoglie e protegge, ma che sa anche raccontare la forza aspra di questa terra.

Piero: e così ogni bagno, ogni sosta in riva, ogni passeggiata sulla battigia ha avuto qualcosa di diverso. Un colore nuovo, un vento diverso, una sensazione da portare via. E adesso che siamo tornati, è proprio quel mare che ci manca di più.

Angela: abbiamo passato tanto tempo in spiaggia, ma abbiamo visitato poche spiagge famose.

Piero: ma non ci è andata sicuramente male. Abbiamo scelto Matala.

Angela: vero: bellissima e facile da raggiungere.

Piero: Matala appare all’improvviso, incorniciata da falesie dorate e da una spiaggia di sabbia fine. Quello che colpisce subito sono le grotte che si aprono nella parete calcarea, come occhi spalancati sulla baia.

Angela: sembrano naturali, ma molte sono state scavate dall’uomo. Risalgono all’epoca neolitica, e poi sono state usate dai romani come tombe. Entrarci è come mettere piede in un’altra epoca: ambienti spogli, finestrelle, nicchie scavate nella roccia. Il rumore del mare entra ovattato, e il vento fa vibrare l’aria. Peccato che adesso le abbiano recintate per far pagare un biglietto… E il percorso per salire in cima non è neppure semplicissimo, specie per chi soffre di vertigini come te.

Piero: eppure non sono solo un sito archeologico. Perché nel Novecento, proprio in queste grotte, arrivarono altri “abitanti”: gli hippies. Negli anni '60 e '70 Matala diventa un rifugio per chi cercava libertà, poesia, musica. Un posto dove vivere fuori dalle regole, vicini alla natura, lontani dal mondo.

Angela: vi hanno vissuto giovani da tutta Europa, e anche Joni Mitchell ha scritto una canzone ispirata a questa baia. Le grotte diventano case improvvisate: coperte stese, chitarre, parole al vento, amori d’estate. Oggi quell’epoca è lontana, ma a Matala restano le tracce: murales colorati, scritte sui muri, una scultura con la scritta “Today is life, tomorrow never comes”.

Piero: è diventata una località turistica, certo, e le bancarelle vendono più t-shirt che sogni. Ma se si viene qui con gli occhi giusti, si riesce ancora a sentire quell’eco: la voglia di vivere leggeri, di cercare qualcosa che non si compra.

Angela: la spiaggia, invece, resta bellissima. Un lungo arco dorato davanti a un mare cristallino, con quella parete rocciosa che sembra proteggere tutto. E fare un bagno qui, tra le onde e la storia, è qualcosa che non dimentichi.

Piero: più a nord, dopo giornate di esplorazioni tra rovine, città e coste, ci godiamo il nostro punto di partenza: Malia. La sua spiaggia è ampia, sabbiosa, perfetta per rilassarsi. Ombrelloni ordinati, bar sul mare, e una lunga distesa dove camminare a piedi nudi.

Angela: non ha l’anima selvaggia di Matala, né il mistero della laguna di Agios Nikolaos, ma ha il sapore dell’abitudine, del ritorno. Il posto dove tiri il fiato, dove lasci che tutto si depositi. Il luogo da cui parti… e a cui torni.

Piero: ma una settimana a Creta è solo un primo abbraccio. Perché ci sono spiagge che abbiamo solo sfiorato con la mente. Immaginate, sognate, segnate sulla mappa. E che ci aspettano.

Angela: Elafonissi, con la sua sabbia rosa e l’acqua turchese come nei tropici. Balos, una laguna sospesa tra cielo e terra, raggiungibile solo con cammino o barca. Preveli, con il fiume che sfocia in mare, circondato da palme selvagge. E poi ancora Vai, dove cresce il più grande palmeto naturale d’Europa, una spiaggia quasi esotica. Seitan Limania, una lama di acqua azzurra che si infila tra le rocce bianche.

Piero: le guardiamo su una cartina, le troviamo nei racconti degli altri, le sogniamo a occhi aperti. E una cosa è certa: torneremo a cercarle tutte. Perché a Creta, ogni spiaggia è una storia. E noi, di storie, non siamo mai sazi.

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Agios Nikolaos – Tra mito e luce dorata