Kos
Tutto inizia con un'idea.
Si torna in Grecia!
Piero: è ora di tornare nella mia amata Grecia!
Angela: un’altra isola? Ancora le Cicladi?
Piero: sicuramente un’altra meravigliosa isola ma stavolta lasciamo le Cicladi e ci spostiamo nel Dodecaneso!
Angela: ci spostiamo quindi più a oriente rispetto alle Cicladi, verso la costa della Turchia.
Piero: esattamente. Questo arcipelago del Mar Egeo si chiama così perché è composto proprio da dodici isole principali; ne fanno poi parte una miriade di isole piccole e piccolissime, circa duecento. A differenza delle Cicladi, queste isole non hanno una precisa e specifica identità geografica: ognuna è meravigliosa a modo suo e tutte hanno un mare splendido, spiagge bellissime e una natura incantevole. E poi la storia: tutte queste isole hanno in comune il passaggio dei crociati, la dominazione turca e quella italiana. Si passa dalla meno nota Leros a Karpathos che sta diventando sempre di più meta turistica; e poi Kalymnos, meta del turismo di chi ama le arrampicate su roccia, e Tilos, con il sua parco ecologico; molto nota per i pellegrini è Patmos perché in una sua grotta ha ospitato San Giovanni, uno dei discepoli di Gesù; si arriva ad Astypalea, l’isola più occidentale dell’arcipelago e più simile alle Cicladi; ci sono poi, Kassos, Kastellorizo, Nisyros, Patmos e Symi e soprattutto le due grandi Rodi e Kos.
Angela: quale hai scelto per partire con la scoperta del Dodecaneso?
Piero: ho pensato proprio a Kos!
Eccoci a Kos…
Angela: forse non è l’isola più affascinante dell’arcipelago ed è anche discretamente battuta dalle rotte turistiche. Scegliendo però il periodo giusto, c’è sicuramente da godersi un mare splendido e tantissime cose da vedere.
Piero: a Kos c’è l’aeroporto e il volo dall’Italia dura tre ore scarse. L’aeroporto si trova proprio nel cuore dell’isola e non è vicinissimo al capoluogo Coo. Ci sono alberghi e villaggi per tutti i gusti.
Angela: noi abbiamo scelto per la nostra settimana sull’isola un villaggio nei pressi di Kardamena, nella zona sud dell’isola, proprio di fronte all’isola di Nisyros, a dieci minuti dall’aeroporto ed a mezz’ora da Coo. Questa è la zona dell’isola meno battuta dal vento, a differenza della costa nord.
Piero: l’isola si trova a meno di 5 chilometri dalla costa turca ed ha una riconoscibilissima forma di falce: è lunga in tutto 45 chilometri quindi è estremamente semplice girarla tutta.
Angela: oltre a Coo, come detto, il capoluogo, ci sono poche altre cittadine: appunto, Kardamena e poi Kefalos, Tigaki, Antimachia, Mastichari, Marmari e Pilì.
Piero: l’isola è famosa per aver dato i natali a Ippocrate, considerato il padre della medicina: Kos ospita i resti del primo ospedale della storia, l’Asclepeion.
Angela: la storia di Kos risale all’età del Bronzo: ci sono tracce di piccole comunità che vivevano di pesca e agricoltura. Le prime vere civiltà ad abitare quest’isola sono state quelle Minoica prima e Micenea dopo. Si passa poi alla dominazioni dei Cari, che le hanno dato il nome di Caria (poi diventato Coo o Kos), citato da Omero nell’Iliade: l’isola avrebbe partecipato alla guerra di Troia con trenta navi. Si arriva quindi al periodo dorico nel quale Kos di entra a far parte della federazione ateniese.
Piero: il periodo storico di maggior splendore per l'isola fu quello Ellenistico: a questo periodo, ed esattamente al 366 a.C. risale la fondazione dell'antica città di Coo con la costruzione di numerosi monumenti e templi in marmo. Nel I secolo a.C. i Romani conquistarono l’isola, facendone un importante porto commerciale: in questo periodo l’isola doveva essere ricchissima e gli abitanti vivevano negli sfarzi e nel lusso, come testimoniano i resti della Casa Romana e delle terme, ricche di mosaici ed oggetti lussuosi. Con la divisone dell’Impero Romano inizia il periodo bizantino e l’isola continua a prosperare grazie ai commerci. Intorno al 400 d.C. un violentissimo terremoto, seguito da un maremoto, ha distrutto l’isola di Kos: da questo disastro Kos non si riprenderà fino ai giorni nostri. Nel medioevo infatti l’isola rimane quasi disabitata, fino all’arrivo di genovesi e veneziani che sfruttano la favorevole posizione commerciale. Prima dell’arrivo degli ottomani, Kos rimane per un breve periodo sotto il dominio dei Cavalieri di Malta che la hanno conquistata per proteggere i pellegrini diretti verso la Terra Santa. Si arriva al 1912, quando inizia il periodo italiano dell’isola che porta alla modernizzazione della stessa. Nel 1933 ancora un terremoto devasta Kos: la ricostruzione avviene attraverso uno stile molto simile a quello fascista, con alcuni segni ancora evidenti oggi. La ricostruzione però ha permesso alla Scuola Archeologica Italiana di riportare alla luce molti reperti dell’antica città. Durante la seconda grande guerra, Kos fu occupata dai tedeschi e la popolazione ebrea fu sterminata; all’isola è legato un terribile episodio simile a quello di Cefalonia: nell’ottobre del 1943, infatti, i tedeschi trucidarono 103 ufficiali Italiani. Finita la guerra l’isola diventa protettorato militare britannico, insieme alle altre isole del Dodecanneso. Kos viene ufficialmente unificata alla Grecia il 7 marzo 1948.
Angela: da questo momento, relativamente recente, inizia la storia attuale di Kos, fatta soprattutto di turismo. Kos offre esattamente ciò che ci si aspetta da un’isola greca: mare, spiagge, vita notturna, buon cibo, natura oltre alle immancabili cultura e archeologia.
Alla scoperta di Kos
Piero: siamo pronti adesso per scoprire questa bellissima isola.
Angela: appena arrivati sull’isola, per ambientarci e riprenderci dal viaggio, ci godiamo la spiaggia ed il mare di Kardamena. Ideale per chi come noi viaggia con bambini, la spiaggia è fatta di sabbia chiara finissima e la presenza di alcune rocce rendono il mare molto interessante lo snorkeling; come detto, poi, questa zona, a sud dell’isola è meno battuta dal vento ed è attrezzata a sufficienza oltre ad avere diversi spazi liberi (è una delle spiagge preferite dai locali); non mancano i posti dove fare un ottimo aperitivo con il mare sullo sfondo e dove gustare piatti a base di pesce in una delle tante taverne.
Piero: un suggerimento: non perdetevi un magnifico giro su un grande canotto trascinato a tutta velocità da un motoscafo: esperienza indimenticabile per grandi e piccini!
Angela: il nostro secondo giorno lo sfruttiamo subito per cominciare a scoprire le bellezze dell’isola: decidiamo di visitare l’Asclepeion e, a seguire, il capoluogo, Coo. Noleggiamo quindi la nostra auto e pronti a partire!
Piero: si comincia con l’Asclepeion che si trova sulla strada per Coo a pochi chilometri dalla città, in una spledida zona collinare. E’ il più importante sito archeologico di Kos, si tratta di un complesso di templi dedicati ad Asclepio (in latino, Esculapio), dio della medicina. Secondo il mito, Asclepio sarebbe figlio di Apollo e avrebbe osato sfidare gli dei volendo resuscitare il Ippolito con un’erba magica che gli era stata consegnata da un serpente. Per questo, venne punito e fulminato da Zeus; proprio per questa vicenda il simbolo di Asclepio era un serpente attorcigliato ad un bastone, simbolo ancora oggi dei farmacisti. Il santuario veniva utilizzato anche come vero e proprio ospedale e centro benessere, dove i malati venivano curati da medici-sacerdoti. La sua fama nel mondo greco era legata a quella del medico Ippocrate, anche se non è certa la sua presenza nel santuario, poiché la sua costruzione risale al IV secolo a.C. e quindi più o meno contemporanea alla morte del medico. Tuttavia, grazie alla presenza di numerosi altri medici rinomati, i malati arrivavano anche da molto lontano per farsi curare.
Angela: essendo costruito sul pendio di una collina, il santuario è costituito da tre terrazze, su diversi livelli collegati da scale. Al primo livello sono ancora visibili le fondamenta delle camere dei malati e le terme; al secondo livello si trovano le strutture dei sacerdoti-medici ed un tempio dedicato ad Apollo, mentre al livello più alto si trovano i resti del tempio e dell’altare dedicati ad Asclepio.
Piero: il sito archeologico è stato riportato alla luce solo nel 1902 e non è in perfetto stato di conservazione, a causa delle diverse dominazioni e soprattutto dei tanti eventi sismici che hanno colpito l’isola nel tempo. L’ingresso è a pagamento per gli adulti ma il costo è molto contenuto. E’ consigliabile andarci nelle prime ore del mattino per evitare soprattutto il caldo. La visita completa dura circa un’ora.
Angela: dopo esserci rinfrescati dalla nostra camminata sotto il sole, riprendiamo la macchina per raggiungere Coo.
Piero: la prima tappa è la visita alla villa romana. Si tratta di una villa patrizia del III secolo d.C., importante testimonianza della ricchezza dell’isola nell’antichità romana ed ellenistica, scoperta dopo il terremoto del 1933, durante la rimozione delle macerie da parte degli italiani.
Angela: la villa è composta da ben 36 stanze tutte affrescate e decorate con statue, oggetti e splendidi mosaici, oltre ai tre atrii, ciascuno con una fontana al centro.
Piero: la ricostruzione dell’epoca fascista è stata fatta in modo accurato, forse con un uso eccessivo di cemento. L’ingresso è a pagamento (circa 6 euro per gli adulti).
Angela: a questo punto ci addentriamo nella cittadina di Coo. E cominciamo con una bella passeggiata per il centro. La città è un affascinante connubio architettonico tra Occidente e Oriente, testimonianza della storia di quest’isola: si possono ammirare infatti numerose moschee islamiche e palazzi nel tipico stile fascista.
Piero: i terremoti sono stati un elemento determinante per questa città: la sua fondazione risale infatti 366 a.C., quando un fortissimo terremoto ha distrutto l’antica città di Astipalya; gli abitanti, spaventati dall’ira degli Dei, si sono spostati sulla costa, dando vita alla città che sembra fosse molto più grande di quella odierna; come detto, poi, il terremoto del 1933 e gli scavi successivi hanno riportato alla luce una parte del passato splendore della città.
Angela: iniziamo la nostra visita dalla piazza centrale della città, piena zeppa di bar e osterie, alcune delle quali con i caratteristici tavoli sotto gli alberi che riparano dalla calura. Ci fermiamo quindi per il pranzo e per rinfrescarci.
Piero: dopo pranzo rimaniamo proprio sulla piazza che ospita il museo archeologico, realizzato dagli italiani negli anni ’30. Il museo ospita soprattutto reperti di epoca ellenistica e romana e vale la pena visitarlo.
Angela: ci dirigiamo verso il molo e continuiamo la nostra visita con i reperti dell’agorà. La piazza doveva essere circondata da templi: sono visibili i resti di quelli di Afrodite di Eracle. Sono inoltre visibili i resti delle mura del porto e delle colonne del mercato, che circondavano l'agorà da tre lati. Doveva anche esserci un portico colonnato di ben 150 metri del quale rimangono in piedi solo alcune colonne.
Piero: usciti dall’agorà incontriamo uno dei simboli di tutta Kos: il platano di Ippocrate. Secondo la leggenda, sotto questo immenso albero il primo medico della storia teneva le sue lezioni. In realtà, si tratta solo di fantasia, poiché quest’albero ha solo (si fa per dire…) 700 anni; proprio la sua età, necessita di una struttura per sostenerlo. Tutto questo non diminuisce certamente il fascino mitico di questo luogo: non è infrequente incontrare gruppi di persone che ricercano i benefici effetti dell’albero rimanendo per tanto tempo in meditazione.
Angela: proprio davanti alla piazza del platano si trova il ponte che da l’accesso al quattrocentesco Castello dei Cavalieri: si chiama così proprio perché costruito dai Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni (oggi Cavalieri di Malta), all’epoca delle crociate. Oggi è noto come castello Neratzia ed è in stato di forte abbandono; fra l’altro, a causa di recenti terremoti è anche inaccessibile; non ci rimane che fare una passeggiata lungo le mura, l’unica parte ancora perfettamente conservata.
Piero: proprio seguendo le mura arriviamo in fondo al molo: è un continuo via vai di navi traghetto, imbarcazioni turistiche e particolari velieri che, festanti e rumorosi, iniziano e finiscono qui le loro escursioni. In fondo al molo si vede molto chiaramente la costa turca, con più tempo a disposizione si potrebbe anche pensare ad una escursione verso Bodrum.
Angela: facendo ritorno alla vettura questa volta passiamo dal lungomare e approfittiamo per acquistare qualche souvenir.
Piero: prima di lasciare definitivamente la città di Coo dobbiamo fare un’ultima tappa: l’Odeon. Si tratta di un piccolo teatro di epoca romana restaurato negli anni '30 e poi nel 2000 in maniera vistosa e con l’uso di troppo cemento. Viene usato oggi per rappresentazioni teatrali e musicali: niente di particolarmente interessante.
Il villaggio di Zia
Angela: il giorno successivo, sfruttando ancora l’auto a disposizione, decidiamo di visitare il villaggio di Zia. Abbiamo scelto di fare questa visita al mattino, commettendo però un grave errore per due motivi: primo perché a quest’ora è molto trafficato anche per la presenza dei turisti che arrivano qui con i pullman delle crociere e parcheggiare è una vera impresa; secondo, soprattutto perché il villaggio è famoso perché da qui si ammira il più bel tramonto di Kos. Pazienza, ce lo siamo persi, ma suggerisco di non commettere lo stesso errore.
Piero: il villaggio comunque è davvero grazioso. Si trova nell’entroterra, ai piedi del monte Dikeos (il più alto dell’isola) a mezz’ora di macchina da Kardamena, a metà strada rispetto a Coo.
Angela: è davvero incantevole passeggiare tra i vicoli per ammirare le case tradizionali che danno un tocco magico al villaggio; la salita verso la sommità del villaggio è costellata da un continuo di negozietti di souvenir e taverne in cui assaporate i cibi della gustosa cucina greca.
Piero: raggiunta la parte alta del villaggio ci aspettano la chiesa ortodossa e comunque un paesaggio incantevole su tutta l’isola.
La spiaggia di Agios Stefanos
Angela: sono tante le spiagge meravigliose a Kos. A nord, nella zona più ventosa, si trovano Marmari con le sue dune, Mastichari, con il suo aspetto caraibico, e Tigaki, la spiaggia più lunga dell’isola; vicino a Coo si trova Lambi, la spiaggia della città. A sud ci sono Kardamena (la conosciamo avendoci fatto la nostra base) e poi Paradise Beach e Kefalos, nella parte più occidentale dell’isola. Noi ci fermiamo però in una delle più belle ed affascinanti, quella di Agios Stefanos (Santo Stefano).
Piero: si trova ad una ventina di chilometri da Kardamena, in direzione ovest. E’ una spiaggia bellissima, con un ampio litorale in parte sabbioso ed in parte roccioso; il mare ovviamente è fantastico, trasparente e cristallino, con i suoi fondali che degradano dolcemente. Ciò che la rende speciale però è la presenza di antichi templi cristiani proprio nei pressi dell'arenile. Si tratta di costruzioni che risalgono al V-VI secolo d.C. dove sono ancora ben visibili i resti delle colonne e i pavimenti in mosaico. Uno scenario affascinante dove scegliere comodamente se immergersi in mare o nella storia.
Angela: a rendere ancora più suggestiva questa località è la presenza in mare, a soli 200 metri dalla spiaggia, di un piccolo isolotto roccioso che sembra faccia da guardia alla baia.
Piero: si tratta di Kastri, sormontato dall’immancabile chiesetta bianca a cupola blu dedicata ad Agios Nikolaos (il patrono dei marinai). L’isolotto è raggiungibile a nuoto e, in periodi di bassa marea, anche a piedi. E’ usanza locale raggiungere l’isolotto a nuoto, scalare le rocce e suonare una piccola campana che si trova al lato della chiesa.
Therma: la spa naturale
Angela: Kos ha tante bellissime spiagge da visitare e sicuramente Therma non è una delle più belle. Sabbia nera e ciottoli, niente di affascinante di per se.
Piero: siamo a dieci chilometri a sud di Coo, la cosa però che ci ha attratto è la presenza delle sorgenti di acque termali calde che attraverso un canale sotterraneo si mescolano all’acqua del mare.
Angela: in fondo alla spiaggia, grazie a delle rocce, è stata ricavata una piscina termale proprio sul mare, con l’acqua che sfiora i 50 gradi: una spa naturale con tanti benefici effetti per la salute, ma soprattutto per il piacere di immergersi e rilassarsi a ridosso del mare.
Piero: l’acqua è ricca di zolfo, potassio, calcio, cloro e magnesio; il nome Therma deriva dal greco e significa calore a testimonianza di questi getti d’acqua calda di origine vulcanica.
Angela: la spiaggia e le terme naturali non sono facilissime da raggiungere: intanto sono nascoste dalla gigantesca montagna che le sovrasta, cosa che la rende ancor di più affascinanti. Alcuni si avventurano direttamente in auto, scendendo lungo una strada sterrata ripida e non protetta. Le vertigini però ci suggeriscono di parcheggiare in cima e di raggiungere a piedi e sotto il sole questo luogo che sembra essere fuori dal mondo. Non è infrequente che qualche capretta si arrampichi per la montagna o faccia una passeggiata sugli asciugamano, come è successo a noi…
Piero: nonostante questa atmosfera magica ed incontaminata, la spiaggia è molto frequentata, mantenendo però intatte le sue caratteristiche naturali. Non ci sono bar o servizi: è quindi consigliabile portare con se cibo e soprattutto tanta acqua, importante per non disidratarsi sotto al sole, soprattutto in un zona calda come questa.
Arrivederci Kos
Angela: nonostante oramai sia una meta molto frequentata dai turisti, alcuni angoli di Kos mantengono un fascino impareggiabile.
Piero: per chi come noi ama il mare, ma desidera sempre qualcosa di nuovo da scoprire e da vedere, Kos è un ottimo compromesso.
Angela: il mix di tre giorni di relax in spiaggia e altrettanti alla scoperta dell’isola è sicuramente ben riuscito. Sarà la nostra predilezione per le isole greche ma anche Kos ci è piaciuta tantissimo!
Piero: andate quindi a rivedere le più belle immagini dell’isola, cliccando QUI!