La meraviglia di Ortigia

Alberto: bentornati ragazzi! Che strano avervi qui in Sicilia in questo periodo dell’anno...

Angela: grazie! Abbiamo deciso di trascorrere in questa meravigliosa terra qualche giorno tra Natale e Capodanno. Che ne pensi?

Alberto: direi che è una scelta azzeccatissima! Se il tempo sarà clemente ne avremo di cose da vedere e ci sarà da divertirci.

Piero: il clima è spesso mite anche in questo periodo dell’anno in Sicilia: sicuramente non faremo il bagno e non passeremo le nostre giornate in spiaggia, ma andremo a visitare dei luoghi davvero incantevoli, passeggiando con temperature che potrebbero anche avvicinarsi ai venti gradi. 

Angela: chi lo dice che in Sicilia si può andare solo in estate? Credo che andarci anche in inverno sia davvero un’idea splendida per goderci questa meravigliosa regione senza i turisti che la affollano in estate.

Alberto: vi vedo carichi! Non rimane che prendere il vostro van, appena usciti dall’aeroporto, e cominciare la nostra avventura!

Piero: ci piacerebbe trascorrere alcune giornate alla scoperta della zona sud orientale della Sicilia, tra le province di Ragusa e Siracusa.

Angela: andiamo allora! Metto in moto…

Eccoci a Siracusa!

Alberto: poco più di tre quarti d’ora da Catania e raggiungiamo, in autostrada, Siracusa che sarà la base per la nostra escursione di tre giorni.

Angela: arriviamo subito dopo pranzo: giusto il tempo di recuperare le chiavi dei nostri appartamenti e di sistemare i nostri bagagli e siamo pronti per il primo giro.

Piero: parcheggiamo il nostro van che per oggi non ci servirà più: la nostra meta è Ortigia, il quartiere più affascinante di Siracusa. Si estendo per poco più di un chilometro quadrato e si gira facilmente a piedi.

Alberto: non si spreca neppure un minuto con voi… 

Piero: al solito! In questo caso abbiamo una motivazione in più però: se è vero che la Sicilia è bella anche d’inverno, è altrettanto vero che a queste latitudini la giornata finisce presto con la luce del giorno che va via intorno alle 17.

Alberto: si parte allora!

Ortigia nella storia

Angela: si tratta di un’isola posta all’estremità sud-est della città di Siracusa, oggi collegata alla terraferma da due ponti.

Piero: Ortigia è stata da sempre il vero cuore della città. Ci sono testimonianze del fatto che fosse abitata fin dall'età del bronzo: gli scavi archeologici indicano come già nel passato più remoto l'area, soprattutto per l’abbondante presenza di acqua, fosse considerata molto importante per prosperare e costruire nei suoi dintorni l'abitato. La sua grandezza si deve sicuramente al periodo greco: Ortigia in tale epoca fu, soprattutto inizialmente, il centro politico e religioso della città; lo dimostra il fatto che nell'isola venne edificata la via sacra che ospitava importanti templi quali l'Artemision e l'Athenaion (l’attuale Duomo di Siracusa). Proprio a questo periodo e alla ricchezza d’acqua probabilmente si deve il nome della città: Siracusa infatti potrebbe derivare da Sirókos, che in greco antico significa appunto “abbondanza d’acqua”.  

Angela: sull’isola venne poi edificato il palazzo del tiranno, colui il quale deteneva il potere politico a Siracusa; dalle testimonianze che ci sono pervenute, si pensa fosse un palazzo imponente, soprattutto a partire dalla tirannia di Dionisio I: pensate che ha addirittura fatto evacuare tutta la popolazione di Ortigia per sostituirla con la sua corte, i suoi amici e i suoi mercenari; sempre il più famoso dei tiranni di Siracusa, fece costruire a Ortigia mura autonome. Platone parla della ricchezza e della bellezza di questo palazzo, dotato di ampi giardini e suddiviso in parti che diventavano sempre meno accessibili, difese da alte mura; addirittura la parte più intima della dimora di Dionisio, era costituita da una piccola isola, separata dal resto del palazzo da un canale con ponte levatoio, alzato o abbassato dal tiranno stesso, il quale poteva così ritrovarsi completamente al sicuro. Il palazzo è stato poi completamente distrutto ed oggi non ne rimane più traccia.

Piero: Ortigia ancora ospita il porto (Porto Grande e Porto Piccolo), che da sempre ha avuto una grandissima importanza per lo sviluppo dell’isola ed è stato al centro delle grandi battaglie siracusane.

Angela: Ortigia è stato l'ultimo quartiere di Siracusa a cadere in mano di Roma, durante la guerra con i Cartaginesi. Durante l'assedio il suo porto fu di fondamentale importanza per le sorti delle battaglie, perché era da lì che Cartagine, alleatasi con Siracusa, le mandava i rifornimenti. Con l'aiuto delle navi cartaginesi e con le geniali macchine da guerra di Archimede, i siracusani resistettero ad oltranza all'esercito romano che non poté fare altro che stare al di fuori delle mura aretusee. Dopo la festa di Artemide, approfittando della distrazione delle difese siracusane, assopite dopo i festeggiamenti, e con il tradimento di un cittadino che aprì loro i cancelli, i romani riuscirono ad entrare nella città e a conquistarla quartiere dopo quartiere.

Piero: una curiosità: Archimede venne ucciso per errore da un soldato romano e il generale dei romani, Marco Claudio Marcello, rimase sconvolto dall'uccisione del celebre matematico e si dice che pianse per la sorte della città che i suoi uomini avevano appena conquistato. Passato il tempo della conquista, il generale nei primi anni del II secolo a.C. diede l'ordine che nessuno andasse ad abitare ad Ortigia, probabilmente perché, data la sua posizione strategica, temeva si potesse organizzare una qualche rivolta al suo interno che potesse mettere in pericolo l'ordine nella città da poco tempo sotto il governo romano.

Angela: Siracusa mantenne la sua importanza in epoca romana diventando sede dei governatori romani di Sicilia, probabilmente ospitati da qualche rifacimento del palazzo dei tiranni.

Piero: Ortigia con Siracusa seguirà tutte le vicende della storia siciliana successiva alla caduta dell’impero romano. Di particolare importanza è stato il periodo di dominazione spagnola. Furono infatti gli architetti voluti dai governatori di Castiglia e Aragona a dare ad Ortigia una svolta verso lo stile barocco, realizzando qui una mescolanza unica tra arte siciliana ed arte spagnola, tanto da farne, insieme alla vicina Noto, il centro del barocco siciliano.

Angela: dimentichi un’ultima importante informazione, che lega Ortigia ad un altro luogo a te molto caro.

Piero: esatto! Ortigia ha un legame fortissimo con l'isola greca di Delos: entrambe le isole nell'antichità si chiamavano Ortigia. Delos ha poi mutato il suo nome in quello attuale per le vicende legate al mito della nascita del dio del sole, Apollo, e della dea della caccia, Artemide. Molti poeti hanno narrato di questo legame tra le due Ortigia, sottolineando i punti che avevano in comune e considerando la nostra Ortigia come la degna sorella dell’isola delle Cicladi.

Angela: come per l’isola greca, il nome dovrebbe derivare dalla presenza abbondante di quaglie che erano dette Ortighes dai greci. Non si sa però quale due isole avesse preso per prima questo nome: un piccolo mistero che rende ancora più affascinante questo luogo.

A spasso per l’isola

Alberto: le cose che ci avete raccontato, bastano da sole per farci appassionare a questo luogo incantevole: Ortigia è un luogo unico, dove tutti insieme si mescolano tutte le diverse anime e culture del Mediterraneo intero. Vi aspetta un susseguirsi di palazzi, cortili e chiese e poi ancora templi, castelli e fontane, che formano uno splendido mosaico che rappresenta in tutto e per tutto la Sicilia nei suoi aspetti più intimi. La pietra bianca che risplende con il sole è sicuramente uno spettacolo sensazionale, ma attraversarla nell'ambientazione delle festività natalizie ne aumenta forse il fascino.

Angela: arriviamo ad Ortigia percorrendo il ponte Umbertino, che collega l’isola alla terraferma.

Piero: dopo averlo attraversato, si raggiunge immediatamente la zona che ospitava l’antico Tempio di Apollo, di cui oggi rimangono solo poche ma imponenti colonne: è questo il primo grande simbolo del periodo greco ed un’altra testimonianza, attraverso il culto del dio sole, del forte legame con Delos. L’inizio della costruzione risale addirittura al VI secolo a.C. e nel corso del tempo ha subito numerose modifiche, trasformandosi. in alcune epoche storiche, anche in chiesa o moschea. Oggi rimane ben poco, ma basta a testimoniare la sua antica magnificenza.

Angela: la nostra passeggiata continua verso Piazza Archimede (il grande matematico siracusano), con i suoi bellissimi palazzo a far da contorno, ma soprattutto con la Fontana di Artemide al centro.

Piero: la fontana raffigura la dea della caccia e rimanda al mito di Alfeo e di Aretusa: il dio fluviale Alfeo si sarebbe innamorato di Aretusa, la preferita tra le ninfe di Artemide, dea protettrice Artemide, dea protettrice di Siracusa; non ricambiando questo amore, la ninfa invoca l'intervento della dea Artemide che la avvolge in una nube per nasconderla e la trasforma in una fonte. Non vado oltre perché incontreremo presto proprio questa fonte.

Angela: ci avviciniamo adesso al cuore dell’isola ed alla parte forse più bella della nostra passeggiata: Piazza Duomo. E’ uno dei simboli di Siracusa, perché è testimonianza a un tempo dell’antico splendore e della sua rinascita più recente e della sua nuova veste barocca. La piazza ha una forma di arco ed è davvero stupenda, grazie anche ai suoi giochi di luci e ombre che regalano immagini davvero speciali. Ci arriviamo da via Roma e quasi senza rendercene conto ci sorprende la maestosità della Cattedrale di Siracusa.

Piero: quella che oggi è la Cattedrale in origine era un tempio dedicato alla dea Atena che risale al V secolo a.C.. La trasformazione in basilica cristiana, gli ha donato l’aspetto che ha oggi, con la sua splendida facciata barocca, senza però fargli perdere del tutto le tracce del suo passato; infatti, una delle cose che rendono straordinario il duomo è la presenza delle colonne originali del tempio, che hanno resistito a 2500 anni di civiltà, alle invasioni e persino al terremoto del 1693; ancora sorprende la presenza nella stessa costruzione di tracce bizantine, arabe, normanne e spagnole: tutte queste civiltà ne hanno fatto sempre un luogo di culto fino a diventare la prima chiesa cristiana d’Europa.

Alberto: peccato non essere riusciti a visitare la Chiesa di Santa Lucia, patrona di Siracusa, che custodisce un capolavoro di Caravaggio, che raffigura proprio la sepoltura della santa. Da non perdere è anche l’Artemision, il tempio greco dedicato alla dea Artemide che si trova nei sotterranei del Palazzo Vermexio, attuale sede del Municipio.

Angela: lasciamo la piazza adesso e ci avviciniamo al mare, dove ci aspetta un altro simbolo di Ortigia e di tutta Siracusa: la fonte Aretusa.

Piero: si tratta di un bacino di acqua dolce in cui crescono rigogliose piante di papiro. Per spiegare la presenza di acqua dolce a pochi passi dal mare, i greci facevano ricorso proprio a quel mito della ninfa Aretusa di cui vi ho raccontato. All'interno della fonte il papiro cresce spontaneamente e fa della fonte uno dei pochissimi papireti in Europa.

Angela: dalla fonte, con il suo meraviglioso giardino è possibile ammirare lo spettacolo del sole che tramonta. Con il calare del sole il volto di Ortigia comincia a tingersi di rosa, poi  di arancione fino ad arrivare al rosso cupo, rendendo tutto l’ambiente ancora più affascinante.

Alberto: in questa splendida ambientazione, percorriamo in una piacevole passeggiata, il lungomare che porta dalla fonte porta al Castello Maniace.

Piero: il castello è un’importante testimonianza dell'epoca medievale di Ortigia e deve il suo nome al generale bizantino Giorgio Maniace. Sfortunatamente, durante la nostra visita, l’interno del Castello era chiuso (è aperto solo al mattino); ci siamo quindi limitati a percorrere il camminamento che lo costeggia che ci ha regalato altri splendidi panorami sul mare e sull’isola di Ortigia.

Si ritorna a casa…

Angela: che dire… abbiamo visitato ancora un’altra perla siciliana! Ortigia è un esempio meraviglioso di cosa piace a noi: scoperta, storia cultura e immagini meravigliose!

Alberto: vale la pena, prima di rientrare, fare una passeggiata tra i vicoli dell’isola: è ancora un altro modo per scoprirne il fascino; pensate che ogni volta che ci torno ne scopro di nuovi!

Piero: e magari ci fermiamo a cena in uno dei tanti ristorantini per gustare qualche prelibatezza locale.

Alberto: ottima idea! Rifocilliamoci e riposiamoci perché la visita di Siracusa continua…

Angela: nel frattempo però godetevi la meraviglia di quello che abbiamo visto in questo video!

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