La Valle dei Templi
Alberto: ben tornati in Sicilia, ragazzi; è ora di rimettere in moto il van! Stasera vi porto in un luogo che non assomiglia a nessun altro: la Valle dei Templi di Agrigento. La vedremo di notte, quando il silenzio la trasforma in un sogno di pietra e luce.
Angela: una visita notturna? Deve essere incredibile.
Piero: mi hai già conquistato! La valle già è un sogno conosciuto ovunque come uno dei simboli di questa terra. Quando il buio scende e la luna si riflette sulle colonne, immagino già i templi diventare vivi.
Alberto: guardate fuori, la strada lungo la valle si apre tra mandorli, ulivi e campi d’oro. L’aria profuma di erbe selvatiche e il mare non è lontano. In lontananza, le luci di Agrigento tremolano come stelle sulla collina, e proprio lì sotto, tra le ombre, vedrete comparire la valle. Di giorno è magnifica, ma di notte… sembra che il tempo si fermi.
Angela: laggiù, quelle sagome dorate che brillano nel buio… sono già i templi?
Piero: sì. È come se la luce fosse intrappolata nella pietra.
Alberto: benvenuti nella Valle dei Templi. Lasciamo il van qui. Cammineremo lungo la Via Sacra, la stessa che percorrevano i pellegrini greci più di duemila anni fa.
Da Akragas ad Agrigento
Angela: come è nata questa meraviglia?
Alberto: tutto comincia intorno al 580 a.C., quando coloni provenienti da Gela — greci di Rodi e Creta — hanno fondato Akragas. Era un punto strategico, tra due fiumi, con vista sul mare e una collina che offriva una difesa naturale ideale. In poco tempo la città diventa una delle più ricche e potenti della Magna Grecia.
Piero: il poeta greco Pindaro la ha definita come “la più bella tra le città dei mortali”.
Angela: dev’essere stato un luogo splendido, pieno di templi, teatri e statue. Arte e meraviglia allo stato puro.
Piero: proprio così. Akragas raggiunge il suo massimo splendore nel V secolo a.C., sotto il tiranno Terone. E’ allora che vengono costruiti la maggior parte dei templi che vediamo oggi. Ma nel 406 a.C. i Cartaginesi la distruggono quasi completamente. Eppure la città non muore: viene ricostruita e continua a vivere sotto Romani, Bizantini e Arabi, fino a diventare Agrigento.
Angela: e il parco oggi è immenso, vero?
Piero: sì, più di 1.300 ettari. È uno dei siti archeologici più grandi del mondo antico e dal 1997 è ovviamente Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Angela: incredibile pensare che dopo venticinque secoli questi templi siano ancora qui, quasi intatti, a raccontarci la storia di un popolo che sapeva unire fede, arte e matematica.
Piero: e a ricordarci, ancora una volta, che la Sicilia, più di ogni altra terra, è un ponte tra civiltà.
La notte degli dei: il percorso tra i templi
Angela: siamo pronti per iniziare la nostra visita, partendo dal lato orientale della collina.
Alberto: guardate lassù, sulla collina orientale. Quello è il Tempio di Giunone, o Hera Lacinia. Costruito intorno al 450 a.C., domina tutta la valle.
Angela: sembra una fiamma accesa. Le colonne brillano come se la pietra trattenesse il sole.
Piero: sono trentaquattro, in stile dorico, perfettamente proporzionate. Lì si celebravano riti legati al matrimonio e alla fecondità. Durante l’assalto cartaginese il tempio è stato dato alle fiamme e sulle pietre si vedono ancora segni di fuoco. Eppure è ancora in piedi, fiero, sospeso tra terra e cielo.
Alberto: seguiamo il sentiero: ecco il Tempio di Ercole, o Eracle. È il più antico, risale al 510 a.C. e resta solo una parte, con otto colonne ricostruite nel XIX secolo.
Angela: anche così, fa impressione. La meraviglia del chiaroscuro delle colonne le fa sembrare giganti addormentati.
Piero: era dedicato all’eroe simbolo di forza e coraggio. Gli antichi vi portavano offerte per ottenere protezione.
Angela: da qui si vede tutta la valle, punteggiata di luci. E laggiù, quel tempio più grande e perfetto?
Piero: quello è il Tempio della Concordia. È il meglio conservato di tutti. Costruito nel V secolo a.C., con sei colonne sui fronti e tredici sui lati, è un capolavoro di equilibrio dorico. E’ rimasto quasi intatto perché nel VI secolo d.C. è stato trasformato in basilica cristiana. Quando lo illumina la luna, sembra respirare.
Angela: ogni colonna sembra muoversi, come se avesse un’anima.
Piero: i Greci credevano che l’armonia architettonica fosse una forma di preghiera. Qui ne abbiamo la prova.
Angela: e quel campo immenso più avanti?
Piero: è il luogo dove sorgeva il Tempio di Zeus Olimpio, il più grande di tutti. Lungo 112 metri, alto 20, era costruito con semicolonne addossate a pilastri e decorato da statue colossali di uomini, i Telamoni, che reggevano l’architrave. Dopo la distruzione, i blocchi sono stati riutilizzati e oggi ne resta uno sdraiato a terra, ma basta guardarlo per capire quanto doveva essere imponente.
Angela: sembra impossibile che l’uomo abbia potuto costruire qualcosa di simile 2500 anni fa.
Piero: Akragas era un sogno di pietra e orgoglio. E più avanti, guardate, quello con le quattro colonne isolate è il Tempio dei Dioscuri.
Angela: Castore e Polluce, i gemelli divini. È bellissimo, anche se ricostruito.
Piero: simbolo di Agrigento. I Dioscuri rappresentano l’unione eterna tra fratelli e il legame fra cielo e mare. Ogni volta che lo guardo penso a quanto i miti antichi parlino ancora di noi.
Angela: e in quella zona più bassa, tra le rocce e le erbe, cosa c’è?
Piero: il santuario delle divinità ctonie, legato a Demetra e Persefone, dee della fertilità e del mondo sotterraneo. Qui si svolgevano riti notturni, con fiaccole e canti, per celebrare il ciclo delle stagioni. È uno dei luoghi più suggestivi della valle, dove si percepisce il confine sottile tra la vita e la rinascita.
Angela: la notte amplifica tutto: i suoni, i profumi, i ricordi. Sembra di essere sospesi tra passato e presente.
Piero: e forse è proprio questo il segreto della Valle dei Templi: un luogo dove gli dèi dormono, ma non hanno mai smesso di ascoltare.
Angela: Alberto, grazie per questa visita. Di notte la Valle è pura poesia.
Alberto: in Sicilia, ogni pietra racconta. Ma qui, tra le ombre dei templi, è la storia stessa a respirare.
Piero: allora torniamo domani, alla luce del sole. Voglio vedere se la Valle è più bella all’alba o al tramonto.
Angela: per me lo è adesso. Così, nel silenzio, sotto le stelle, tra le voci dei secoli.