Alla scoperta della Sicilia

Piero: questa volta abbiamo deciso di giocare in casa, raccontando della mia terra d’origine, la Sicilia!

Angela: la Sicilia geograficamente ha la forma di un triangolo: questa conformazione le valse l'antico nome di Trinacria, con i tre vertici rappresentati da Capo Lilibeo a ovest, Capo Peloro a nord est e Capo Passero a sud est.

Piero: il nome di Trinacria fu utilizzato già da Omero nell’Odissea. Proprio la sua particolare forma si ritrova anche nel suo simbolo fatto da un volto di donna, Medusa, attorniato da tre gambe che rappresentano i tre vertici. Fin dall’antichità classica, il nome Trinacria fu soppiantato da quello di Sicania (dal nome dei Sicani, i primi abitanti dell’isola) e poi da quello attuale, Sicilia. Il termine deriva forse dalla radice del nome di alcuni frutti che maturano rapidamente (ad esempio Sikè, il fico) a rappresentarne la fertilità; probabilmente invece deriva dal termine italico sica, falce, e sarebbe confermato dal fatto che per i romani questa era terra ricca di grano e quindi di falciatori. Secondo il mito, il nome Sicilia invece deriva da una bellissima principessa costretta a lasciare la sua terra natia per raggiungere quest’isola meravigliosa e luminosa, calda e piena di fiori, di frutti e di profumi, ma assolutamente deserta e solitaria, perché tutta la popolazione era stata uccisa da una peste; fu accolta da un giovane che le diede accoglienza e amore; da lei ebbe origine una razza forte e gentile: l’isola quindi si sarebbe chiamata col nome della donna che l’avrebbe ripopolata. Da sempre è stata considerata la terra del sole, tanto da essere cara al dio Apollo. Sempre secondo il mito la Sicilia sarebbe nata grazie a tre ninfe che vagavano per il mare raccogliendo un pugno di terra da ognuna delle parti più fertili del mondo: scelsero infine il cielo più limpido e azzurro del mondo e, dai tre punti dove si erano fermate, gettarono il loro pugno di terra in mare dando origine all’isola. Secondo un altro mito l’isola sarebbe nata dallo scontro tra gli dei e i giganti: Encedalo, uno di questi, tentò di fuggire ma cadde nel Mediterraneo ed Atena lo seppellì sotto un masso, appunto la Sicilia.

Estate 2013 in Sicilia - 141.JPG

Angela: se anche impiegassimo tutto il blog per raccontare la bellezza e le meraviglie di questa terra, forse non basterebbe, ma proviamoci lo stesso…

Piero: la Sicilia è una terra unica, una meravigliosa fusione di sole, mare e cultura che forse non si riscontra in nessuna altra regione al mondo. Un patrimonio unico, con una concentrazione straordinaria di siti Patrimonio dell’Unesco.

Angela: per non parlare poi della sua storia millenaria che passa attraverso le vicende di fenici, greci, cartaginesi, romani, bizantini, arabi, normanni, svevi e spagnoli che la hanno plasmata nel tempo.

Piero: cercheremo di conoscere i miti, le tradizioni popolari e i modi di dire, frutto di una cultura millenaria e dell'uso di una lingua comune, il siciliano, che sono ancora vive specie nei piccoli paesini. Tradizioni spesso particolari e a volte pittoresche che hanno creato lo stereotipo tradotto nel termine sicilianità, inteso come particolarità e differenziazione del carattere isolano rispetto a quello delle regioni confinanti.

Angela: una terra ricca di contrasti e di contraddizioni: l’acqua del mare contrapposta al fuoco del vulcano; il nero della pietra lavica che contrasta con l’ocra della pietra calcarea delle città barocche; il verde rigoglioso della costa ed il giallo brullo dell’entroterra; ma soprattutto la magnifica accoglienza e il calore della gente di Sicilia, contrapposte alle peculiarità per le quali Cicerone definisce i siciliani “gente acuta e sospettosa, nata per le controversie”.

Piero: gente che deve il proprio carattere a “una terrificante insularità di animo”, per dirla con Tomasi di Lampedusa, a causa della violenza del paesaggio, della crudeltà del clima, delle dominazioni “esterne” che in cambio di opere d’arte magnifiche e misteriose offrivano solo soprusi e tasse; dominazioni di popoli con una civiltà e cultura fatte e finite alle quali la gente di Sicilia si è sempre piegata senza mai farne germogliare una propria autonoma.

Angela: oggi la Sicilia e i siciliani sono il frutto straordinario di questa storia fatta di civiltà eterogenee per religione, lingua e tradizioni.

Piero: i siciliani sono soprattutto amore per questa terra ed orgoglioso attaccamento alle origini; ma è altrettanto forte un eccessivo senso dell’ineluttabilità del destino unito al rifiuto per il cambiamento. Giovanni Verga, ne “I Malavoglia”, lo spiega bene, descrivendo il culto della "roba" e l’altissimo senso della famiglia cui fa da contraltare la punizione della mala sorte per coloro i quali vogliono cambiare il mondo e sono costretti a tornare al punto di partenza, alla loro terra e alle loro radici; allo stesso modo Tomasi di Lampedusa ne “Il Gattopardo” racconta come “in Sicilia non importa far male o far bene; il peccato che noi Siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di ‘fare’; nell’amore più profondo per questa terra, non smetterò mai di rimproverare l’atavica protervia di chi, sempre secondo Tomasi di Lampedusa, non vuole mai migliorare per la semplice ragione che crede di essere perfetto, nascondendo la miseria con la vanità. 

Angela: il tuo è sicuramente un grido di dolore di un’amante ferito dalla lontananza. Lo dimostra l’amore e la passione con il quale andremo alla scoperta di tutto ciò che dona fascino a questa meravigliosa terra. In questo meraviglioso viaggio ci accompagnerà un nuovo personaggio più o meno immaginario, il nostro “figlio adottivo”, Alberto, pronto a darci i suoi suggerimenti ed i suoi spunti.

Piero: parleremo certamente di località note, cercando di far scoprire gli aspetti più particolari e meno conosciuti; ma andremo alla ricerca anche di località meno battute dalle ordinarie rotte del turismo.

Angela: si parte allora! Ecco il programma:

Piero: seguiteci allora!

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