I castelli di Sinaia e l’ultima ombra di Dracula
Angela: è l’ultimo giorno. Sinaia ci saluta con l’aria fresca dei Carpazi e il profumo della resina. Facciamo le valigie pian piano, senza fretta. Oggi ci aspetta il gran finale.
Piero: sì, perché qui ci sono due dei castelli più belli di tutta la Transilvania. E non possiamo certo andarcene senza averli visti. Anche se è domenica… e lo capiamo subito: il parcheggio è pieno, la fila è lunga, e la voce dei visitatori risuona tra gli alberi.
Angela: ma ne vale la pena. Dopo una breve passeggiata nel bosco, all’improvviso, tra le fronde compare lui: il Castello di Peleș. Una visione. Un sogno bavarese piantato nei Carpazi.
Piero: costruito tra il 1873 e il 1914 per volere di Carlo I di Romania, il primo re del paese, è un capolavoro dell’architettura neorinascimentale tedesca. Il re lo ha voluto come residenza estiva, ma anche come simbolo dell’identità moderna e occidentale della nuova Romania.
Angela: la facciata è un trionfo di legno scolpito, torrette appuntite, fregi, balconate, stemmi. Sembra un castello delle fiabe. Ma è dentro che lascia davvero senza fiato.
Piero: appena oltrepassata la soglia, ci troviamo nella Sala d’ingresso, con un’imponente scalinata in legno intagliato e pannelli scolpiti a mano. L’intaglio è così fine che sembra cesellato nella seta.
Angela: poi c’è la Sala d’Armi, con collezioni incredibili: armature medievali complete, alabarde, spade, elmi, scudi, e persino armi orientali. Un museo nel museo.
Piero: attraversiamo la Sala del Ricevimento, con i soffitti in vetro colorato, i divani in velluto rosso, le specchiere dorate, le colonne in marmo. Ogni stanza ha uno stile diverso: moresco, francese, turco, veneziano...
Angela: la Biblioteca di Carlo I è una meraviglia: scaffali di legno scuro, libri antichi rilegati in pelle, e perfino un passaggio segreto dietro uno scaffale, come nei romanzi gialli.
Piero: poi la Sala della Musica, dove suonò perfino George Enescu. E la Sala del Consiglio, dove il re prendeva decisioni con i suoi ministri circondato da boiserie e affreschi allegorici.
Angela: ovunque tappeti persiani, lampadari in vetro di Murano, stufe in maiolica dipinta. E poi quell’atmosfera… non pomposa, ma intima, vissuta.
Piero: di castelli meravigliosi ne abbiamo visti tanti, ma da qui usciamo davvero storditi. Ci spostiamo poco più in là verso il Castello di Pelișor, costruito all’inizio del ’900 per il futuro re Ferdinando e la sua consorte, la regina Maria.
Angela: se Peleș è elegante e monumentale, Pelișor è personale, romantico, pieno di anima. Lo stile è più moderno: art nouveau con influenze celtiche e orientali. Un castello da artisti.
Piero: qui si respira Maria in ogni angolo. Nelle vetrate dai colori accesi, nei mobili disegnati apposta per lei, nei simboli del cuore coronato che appaiono ovunque.
Angela: la stanza più famosa è la Camera d’Oro, realizzata su desiderio della regina. Le pareti sono coperte da foglie d’oro su sfondo bianco, con motivi vegetali e croci celtiche. Un tempio privato, mistico, luminoso. Qui Maria amava meditare e riflettere.
Piero: concludiamo la visita un po’ commossi. Due castelli così diversi, eppure entrambi profondamente legati all’identità di questa nazione. Scoprili con noi in questo video:
Angela: torniamo al nostro van. È ora di ripartire, ma prima di lasciare la Romania ci resta un ultimo luogo da visitare. Uno che ci riporta al punto di partenza: la leggenda di Dracula.
Piero: guidiamo verso Bucarest, ma poco prima dell’aeroporto deviamo verso nord-est, in direzione del Monastero di Snagov.
Angela: si trova su un’isoletta al centro di un lago, collegata alla terraferma da un ponte sottile. L’aria è ferma, lo specchio d’acqua riflette i salici, il cielo è azzurro e profondo.
Piero: il monastero, fondato nel secolo XI, fu fortificato nel Medioevo e più volte restaurato. È piccolo, ma carico di atmosfera. Dentro, affreschi antichi, icone annerite, e una luce morbida che filtra dalle finestre ad arco.
Angela: al centro della navata c’è una lastra di pietra semplice, con una croce. È la presunta tomba di Vlad Țepeș. Si dice che, dopo la sua morte in battaglia, i monaci abbiano recuperato il suo corpo e l’abbiano sepolto qui, in segreto, per proteggerlo dalla profanazione.
Piero: ma la verità, come spesso accade, si perde tra storia e leggenda. Gli scavi degli anni ’30 non hanno trovato resti umani. La tomba potrebbe essere altrove. Ma questo luogo, con il suo silenzio e il lago intorno, sembra fatto apposta per custodire un mistero.
Angela: ci fermiamo un attimo nel cortile. Il tempo si ferma anche lui. Il nostro viaggio cominciava con Dracula e si chiude dove forse riposa davvero.
Piero: poi risaliamo in van, l’ultimo tratto fino all’aeroporto. Ma qualcosa ce lo portiamo via: la bellezza severa della Transilvania, i suoi castelli, le sue leggende, i suoi silenzi.
Angela: e come sempre, il nostro van che ci ha portati fin qui, in ogni passo, come un compagno fidato.