Tutti a bordo!
Tutto inizia con un'idea.
Il viaggio in famiglia alla scoperta dei Balcani
Angela: prepariamoci questa volta ad un giro davvero particolare!
Piero: sicuramente: per l’itinerario, per il periodo dell’anno e per i luoghi che visiteremo!
Angela: una settimana, cinque tappe, tre paesi… quattromila chilometri seguendo il percorso dei Balcani verso sud!
Piero: particolare è anche il mezzo di trasporto che abbiamo scelto: il nostro fantastico van!
Angela: in questo modo potremo stare tu ed io alla guida, dietro i bambini tutti insieme e ancora dietro le mogli…
Piero: in questo modo potrà sembrare a tutti che il tempo passi più in fretta e la fatica dei lunghi spostamenti si sentirà meno.
Angela: più spazio per tutti, soprattutto per le valigie… e soprattutto tante risate tutti insieme!
Piero: viaggiando a cavallo di Capodanno, prepariamo bene i bagagli perché il clima potrebbe non essere sempre favorevole e perché ci sposteremo più volte dal mare all’entroterra e viceversa.
Angela: dimmi qualcosa in più del programma: come hai organizzato il viaggio?
Piero: si parte molto presto al mattino ed il primo giorno lo divideremo tra Trieste e Lubiana; poi ci sposteremo verso Zagabria; tre notti e poi ci sposteremo verso sud, facendo base a Stagno, visiteremo Dubrovnik e Mostar; ultimo giorno per il ritorno a casa tutto in una tirata unica!
Angela: itinerario davvero denso! Non perdiamo tempo allora: metti in moto il van e andiamo!
Ecco allora i racconti:
Trieste
Bellissima, colta, forse la città più cosmopolita d’Italia: sono evidenti gli incroci di lingue, popoli e religioni. Soprattutto si intuisce a prima vista la sua anima a un tempo mitteleuropea e mediterranea. Città dal passato glorioso in cui è forte l’impronta asburgica, che ne ha fatto la piccola Vienna sul mare. Cuore della città è la più bella e la più simbolica delle sue piazze, oggi dedicata all’Unità d’Italia. I palazzi che vi si affacciano sono una sintesi perfetta della storia di Trieste. E’ anche la città dei caffè letterari dal fascio retrò che hanno attratto grandi autori come James Joyce, Italo Svevo, Umberto Saba.
Prima e unica tappa in Italia nel viaggio alla scoperta dei Balcani
Piero: la stiamo considerando solo una tappa di passaggio nel nostro viaggio sulla rotta balcanica, ma Trieste probabilmente merita più di una visita di qualche ora.
Angela: entrando in città non si ha la sensazione dell’accoglienza meravigliosa tipica di altre città; sembra così lontana dalla altre città italiane e, come tutte le città di confine, ha tanto da scoprire e una storia importante da raccontare.
Piero: proprio per la sua posizione geografica e per la sua travagliata storia, Trieste è una città affascinante che nel tempo ha attirato artisti e scrittori, come Stendhal e Joyce.
Angela: parcheggiamo agevolmente in pieno centro e ci spostiamo verso il Molo Audace; a proposito, sai perché si chiama così?
Piero: prende il nome dalla prima nave che è entrata nel porto di Trieste dopo la fine della prima guerra mondiale, con l’annessione all’Italia.
Angela: ad accoglierci nella nostra camminata lungo il molo sono un mare affascinante e soprattutto la bora!
Piero: giunti in fondo al molo, giriamo lo sguardo verso la città e apprezziamo la prima grande meraviglia: Piazza Unità d’Italia!
Angela: piazza meravigliosa, probabilmente una delle più grandi affacciate direttamente sul mare: senza dubbio la più bella!
Piero: già dai cambiamenti dei nomi si capisce che questa piazza è il vero cuore della storia di questa città: prima Piazza San Pietro, poi Piazza Grande e infine la denominazione attuale.
Angela: trovarsi al centro di questa piazza ha un fascino unico; su tre lati abbiamo palazzi meravigliosi che rimandano allo stile austro-ungarico: prima il Palazzo della Luogotenenza austriaca sede della Prefettura, poi Palazzo Stratti, ancora Palazzo Modello, sede del Municipio, per arrivare al più antico della piazza, Palazzo Pitteri con accanto l’albergo in Palazzo Vanoli, e finire con il Palazzo della Regione.
Piero: il quarto lato non è da meno e, come detto, è il mare.
Angela: non può mancare la sosta al famoso Caffè degli Specchi, prima di inoltrarci a piedi verso la città vecchia.
Piero: passiamo da Piazza della Borsa e da via Roma raggiungiamo il canale: siamo nel Borgo Teresiano e vale la pena fermarsi sul Ponte Rosso ad ammirare il panorama.
Angela: costeggiamo il canale fino a raggiungere la bellissima chiesa di Sant’Antonio.
Piero: a fianco della chiesa si trova anche il tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione.
Angela: tornando indietro, puntiamo di nuovo verso Ponte Rosso dove prima non avevamo notato la statua di in bronzo di James Joyce: fa parte di un gruppo di tre statue dedicate ad altrettanti letterati; le altre due raffigurano Umberto Saba e Italo Svevo. Ultima foto al canale con la chiesa di Sant’Antonio sullo sfondo e si ritorna indietro.
Piero: abbiamo visto proprio il minimo indispensabile con il tempo a disposizione ma è bastato per convincerci che bisognerà tornare a Trieste con più calma.
Angela: riprendiamo il van a questo punto e ci prepariamo a lasciare l’Italia subito dopo pranzo.
Piero: trovi QUI tutte le immagini di questa meravigliosa città.
Angela: e soprattutto guarda questo bellissimo video!
Lubiana
Breve visita nell’incantevole capitale della Slovenia. Purtroppo solo una breve visita nel lungo viaggio alla scoperta dei balcani.
Rapidissima visita di un pomeriggio della capitale della Slovenia
Piero: lasciata Trieste abbiamo da percorrere poco meno di 100 chilometri, un’ora di macchina, per raggiungere Lubiana.
Angela: sosta all’ultimo Autogril in territorio italiano per comprare la vignetta slovena, necessaria per circolare sulle autostrade appena superato il confine.
Piero: raggiungiamo la capitale nel primo pomeriggio e ci avviciniamo subito al centro città: il tempo a disposizione è poco e va ottimizzato.
Angela: Lubiana è una città tranquilla e romantica ed ha un patrimonio culturale molto ricco frutto delle contaminazioni nel tempo.
Piero: il centro si gira tranquillamente a piedi e le maggiori attrazioni si concentrano tutte qui.
Angela: partiamo da piazza Prešeren, una delle piazze principali della città, e da qui proseguiamo fino a raggiungere gli argini del fiume Ljubljanica che attraversa la città.
Piero: probabilmente, con più tempo a disposizione, varrebbe la pena fare un giro in battello: sarà per la prossima.
Angela: il lungofiume è pieno di graziosi caffè e locali che si affollano soprattutto di notte; in questo periodo dell’anno poi l’atmosfera si riempie di magia con le luminarie che rendono Lubiana ancor più affascinante.
Piero: il castello, dall’altra parte del fiume domina la città: il tramonto rende il suo profilo meno severo del solito.
Angela: arriviamo a quella che è una delle principali attrazioni della città: il Ponte dei Draghi.
Piero: quattro dragoni verdi alati fanno da guardia a questo ponte ad arco. La leggenda vuole che l’eroe greco Giasone, fondatore della città, uccise il drago che viveva nella palude vicino alla sorgente del fiume Ljubljanica. Il ponte ed il dragone sono così importanti per la città che ne sono il simbolo sulla bandiera.
Angela: continuiamo la nostra passeggiata e raggiungiamo la zona del mercato centrale: le casette in legno sono addobbate per le feste natalizie e rendono questo luogo, interessante tutto l’anno, ancora più affascinante.
Piero: decidiamo di affrontare l’impegnativa salita a piedi verso il castello anche se, in alternativa si potrebbe, utilizzare la funicolare.
Angela: questa costruzione risale al medioevo ed è diventata in seguito di proprietà degli Asburgo.
Piero: ad eccezione delle mura esterne e della cappella di San Giorgio, tutti gli edifici principali del castello furono ricostruiti nel XVI e XVII secolo in seguito al terribile terremoto del 1515.
Angela: dopo essere stato per molto tempo una prigione, oggi il castello è una popolare destinazione turistica in cui si svolgono concerti, eventi culturali, mostre e spettacoli. Fantastici i giochi di luce all’esterno ed all’interno che attraggono i bambini.
Piero: essendo un castello ricostruito, sicuramente ha perso molto dell’antico fascino. Da vedere sicuramente all’interno il museo del giocattolo ma soprattutto la torre panoramica da cui si gode una vista privilegiata di tutta la città.
Angela: a questo punto si è fatto buio ed è il momento di tornare indietro. Facciamo però un percorso diverso per vedere le ultime due cose in città.
Piero: ultime non sicuramente per importanza, essendo due dei simboli più importanti della città: la Cattedrale di San Nicola ed il Ponte Triplo.
Angela: la cattedrale riusciamo a visitarla solo dall’esterno: molto belli i due portali in bronzo oltre ovviamente ai due campanili ed alla cupola. Proprio lì vicino si trovano la Fontana del Robba, che richiama nell’aspetto la Fontana dei Quattro Fiumi del Bernini in Piazza Navona, ed il palazzo municipale.
Piero: per raggiungere il punto di partenza dobbiamo nuovamente attraversare il fiume e lo facciamo da un altro dei ponti simbolo della città: il Ponte Triplo.
Angela: è un ponte davvero particolare: il progetto originario prevedeva un solo ponte carrabile; l’aumento del traffico cittadino ha portato alla realizzazione ai lati di due altri ponti pedonali, obliqui rispetto a quello centrale: oggi ovviamente vi si accede solo a piedi.
Piero: il tempo a disposizione per girare Lubiana è terminato; è una città molto tranquilla e ordinata nella quale vale sicuramente la pena trascorrere un week end o addirittura farne la base per un tour più ampio della Slovenia.
Angela: sarà per un’altra volta; tutti a bordo del van adesso: si parte per Zagabria!
Zagabria: tutta la città in due giorni!
Da non perdere per chi vuole ammirare il suggestivo aspetto di una città che ha saputo mantenere la sua complessa storia e fare di questa commistione di stili: da quello maestoso dell’epoca austro-ungarica fino alle austere costruzioni del periodo socialista. Zagabria è la porta dei Balcani, nonostante sia molto forte la sua natura europea. La cattedrale, la chiesa di San Marco, i musei e i parchi sono sicuramente le attrazioni da non perdere; affascinante e travolgente è però un passaggio a Kamenita Vrata, la porta di pietra dove la galleria è illuminata da decine di candele, la cui luce, mossa dal vento rischiara le tante targhe commemorative.
L’arrivo nella capitale croata
Piero: da Lubiana a Zagabria percorriamo i 150 chilometri che le dividono a bordo del nostro van. Strada comoda ed in poco più di un’ora siamo nella capitale croata.
Angela: giusto in tempo per la cena e la sistemazione in appartamento.
Piero: anche questa volta abbiamo evitato gli hotel, scegliendo la soluzione degli appartamenti.
Angela: la nostra scelta è caduta su Irundo Downtown Apartments: sono appartamenti che si trovano in pieno centro a due passi dalla centralissima piazza Ban Jelačić.
Piero: la posizione è davvero fantastica perché ci consentirà di raggiungere comodamente ed a piedi tutte le tappe che abbiamo programmato.
Angela: attenzione ad un piccolo particolare però: essendo in piena zona pedonale non si riesce a raggiungere con il van; occorre quindi organizzarsi a piedi con i bagagli e trovare il primo parcheggio utile appena fuori dal centro.
Piero: inconveniente di poco conto comunque: basta saperlo prima e si evita di perdere tempo.
Angela: l’ingresso e le scale, pur essendo in pieno centro, sono austere e sicuramente non proprio accoglienti. Gli appartamenti sono ottimi però, non grandissimi ma sufficienti a soddisfare le esigenze di due famiglie con ragazzi al seguito.
Piero: dopo il meritato riposo, siamo pronti a partire con il nostro tour di due giorni a Zagabria!
Angela: cosa mi dici della città?
Piero: è una delle capitali europee meno conosciute, ancora non toccata dal turismo di massa. Spesso siamo portati ad immaginare la Croazia come una meta di vacanze estive, ma la sua capitale Zagabria è una città entusiasmante da visitare sia in estate che in inverno. Ha il fascino tipico della vecchia Europa continentale, austro-ungarica, anche se Zagabria è anche una città giovane e moderna e, essendo proprio nel periodo natalizio, non dimentichiamo che ha vinto per due anni consecutivi il premio di Miglior Mercatino di Natale.
Angela: cosa prevede il nostro programma?
Piero: Zagabria è divisa in due zone ben distinte, collegate tra loro da una funicolare: la città alta e la città bassa. La prima sorge su una collina ed è la parte più antica della capitale croata, con edifici storici ed importanti chiese; la seconda, invece, è una zona più recente, dove sono concentrati i principali musei della città e dove si possono ammirare interessanti esempi di architettura dell’Ottocento e del Novecento. Avendo in programma due giorni in città, tendenzialmente divideremo così il nostro itinerario.
La prima giornata nella città alta
Angela: partiamo allora! Da dove si comincia?
Piero: iniziamo da uno dei simboli della città: Cattedrale dell’Assunzione della Beata Vergine Maria!
Angela: è un’imponente struttura neo gotica nella quale spiccano le due guglie gemelle, alte più di cento metri, visibili praticamente da tutte le zone della città. Risale al XIII ed il suo volto attuale è il risultato di una serie di lavori e di restauri che la hanno interessata nel corso dei secoli. Molto bella da vedere di giorno ma anche illuminata di notte. Recentemente le guglie sono state nuovamente danneggiate da un terremoto.
Piero: è uno dei monumenti simbolo di tutto il paese, tanto da essere stato raffigurato da subito sulle banconote locali, le kune.
Angela: a proposito di valute, nessun problema ad utilizzare indifferente kune ed euro in tutto il Paese: qualche problema in più si ha solo con le monete in euro.
Piero: vale assolutamente la pena dedicare del tempo ad una visita all’interno. Di rilevante si possono ammirate diversi affreschi, alcuni altari barocchi e soprattutto le bellissime vetrate.
Angela: ci spostiamo ancora di più verso la parte alta della città adesso e, attraverso splendide stradine, raggiungiamo la Chiesa di San Marco.
Piero: è un altro degli edifici simbolo di Zagabria. Colpisce subito il suo tetto costruito con piastrelle smaltate bianche, rosse e celesti, i colori della Croazia. Sul lato destro del tetto, sempre con le piastrelle, è stato raffigurato l’emblema della città mentre sulla sinistra sono stati realizzati gli stemmi di Croazia, Dalmazia e Slavonia (tre dei più importanti territori che compongono l’attuale Croazia).
Angela: la chiesa risale al XIII secolo ma conserva solo alcune parti della struttura originale. Molto interessante il portale gotico, ornato da 15 figure poste in nicchie poco profonde, che risale al XIV secolo.
Angela: in Piazza San Marco si trovano anche i palazzi del Parlamento croato e quello del Presidente della Repubblica.
Piero: attraversiamo adesso via Ivana Tkalcica, una delle vie più allegre e movimentate di Zagabria: è piena di bar caffè e ristoranti che si susseguono sui lati della strada e in uno di questi ci fermiamo per il pranzo. In un piccolo spiazzo erboso c’è una statua in bronzo ad altezza naturale che ritrae una signora con un ombrellino: è Marija Juric Zagorka, popolare scrittrice e prima giornalista donna della Croazia. Raggiungiamo adesso il punto più alto della città, la torre Lotrscak.
Angela: anch’essa simbolo di Zagabria, è stata il punto di difesa più importante della città, grazie alla sua posizione; risale al XIII secolo ed il suo nome deriva dalla campana "latruncolorum", ovvero campana dei ladri: il suo compito ogni sera era quello di avvisare, con il suo rintocco, la chiusura delle porte della città per evitare che entrassero appunto i ladri.
Piero: attraverso la passeggiata Strossmayer, che costeggia le mura di alcuni importanti edifici della città, addobbata in maniera fantastica per il periodo natalizio, colma di attrazioni e piena di bancarelle, facciamo ritorno verso il nostro punto di partenza.
Angela: prima di tornare in appartamento però una ultima sosta ci capita quasi per caso…
Piero: si tratta di uno dei luoghi che mi ha affascinato di più di tutta la città, pur nella sua estrema semplicità: la Kamenita Vrata, la Porta di Pietra.
Angela: è l’unica delle cinque porte della città rimasta in piedi. Per i croati è una meta importante di pellegrinaggi; si tratta di una strada molto breve, in discesa, dove si trova anche la più antica farmacia della città.
Piero: sono rimasto affascinato da un angolo di questa porta dove si trova un quadro della Madonna con il Bambino; sotto di esso bruciano decine di candele, accese dai devoti che chiedono la grazia alla Madonna, le cui fiamme sono mosse tutte insieme dal vento e dal sottofondo di preghiere appena mormorate.
Angela: e a prendersi cura di questo luogo c’è una vecchina instancabile che sposta di continuo le candele e ripulisce la cera, completamente a mani nude. Un momento di silenzio e di spiritualità unici!
Piero: ultima tappa prima del rientro la facciamo a piazza Ban Jelačić, proprio dietro i nostri appartamenti
Angela: è la piazza principale di Zagabria, in questo periodo attiva sia di giorno che di notte. In stile tipicamente austro-ungarico, con i palazzi che la circondano che appartengono ad epoche differenti; al centro si trova la statua a cavallo di Jelačić, il governatore che nel 1800 guidò le truppe della Croazia contro l'Ungheria.
Piero: una particolarità: la statua è stata rimossa da Tito nel 1947 per poi tornare al suo posto nel 1990.
Angela: discretamente stanchi si va a nanna! La giornata è stata lunga e densa anche se non abbiamo dovuto percorrere tantissima strada: i saliscendi di questa zona della città si fanno sentire…
La seconda giornata nella città bassa
Piero: riposati adesso siamo pronti per la seconda ed ultima giornata alla scoperta di Zagabria! Oggi ci dedicheremo alla visita della parte bassa della città. Si gira comodamente a piedi, essendo tutte le attrazioni in programma molto vicine tra loro.
Angela: il nostro giro comincia da quella che oggi si chiama piazza della Repubblica Croata. E’ una delle piazze più grandi e più importanti di Zagabria ed ha assunto questo nome solo a partire dal 2017: in precedenza il suo nome era piazza Maresciallo Tito; è il centro culturale della città tanto che è nota ai residenti anche come la piazza del Teatro o dell’Università.
Piero: la piazza infatti sorge proprio intorno al Teatro Nazionale Croato; ai lati poi si trovano la Facoltà di Giurisprudenza ed il rettorato dell'Università di Zagabria (una delle più antiche d’Europa), l'Accademia della Musica con il conservatorio e poi ancora l'Accademia d'Arte Drammatica dell'Università di Zagabria, il Museo delle Arti e Mestieri ed il Museo della Scuola.
Angela: ci spostiamo adesso verso piazza Rooseveltov dove si trova il museo Mimara, forse il più importante museo della capitale croata; all’interno ci sono opere di Velasquez, Raffaello, Rubens e Goya, alcune rarità provenienti dall’Egitto oltre ad una bellissima biblioteca proprio lì accanto.
Piero: lì vicino si trovano anche il Museo Etnografico ed il Museo delle Scienze e delle Tecniche.
Angela: approfittiamo della passeggiata per una visita ai mercatini ed ai negozi tipici; è una buona occasione per conoscere le abitudini locali e per acquistare qualcosa di tipico per il nostro pranzo.
Piero: dopo pranzo torneremo nuovamente in zona per una ampia visita al parco Ledeni, la principale attrazione cittadina in questo periodo, che ha reso famosi i mercatini di Natale a Zagabria.
Angela: apparentemente sembra un unico grande parco, ma in realtà è il risultato del susseguirsi di tre delle più belle piazza della città.
Piero: devo dire che tutta la città contribuisce a rendere magico il periodo natalizio e a fare di Zagabria la capitale dei mercatini di Natale, ma questo parco da solo conquista tutti, grandi e piccini.
Angela: diventa ancora più bello ed interessante per i bambini perché lungo tutto il percorso della piazza viene installata una gigantesca pista da pattinaggio su ghiaccio: molto bello lo spazio centrale e poi tutto il percorso intorno al parco.
Piero: oltre alle attrazioni natalizie, queste piazze ospitano numerosi monumenti e statue importanti; nella parte finale, di fronte alla stazione centrale, si trova la statua equestre di re Tomislav; a seguire si incontra il Padiglione d’Arte, un bellissimo palazzo in stile liberty con la facciata di colore giallo.
Angela: più vanti si trovano il bellissimo palazzo in stile asburgico del Palace Hotel e la Galleria d’Arte Moderna.
Piero: la passeggiata in questo parco è una tappa obbligata soprattutto se si viaggia con bambini e ragazzi e soprattutto se si visita Zagabria nel periodo natalizio.
Angela: a questo punto riprendiamo il percorso verso casa e ci arriviamo ancora da piazza Ban Jelačić che si prepara già per i festeggiamenti per il nuovo anno che sta per arrivare.
Piero: prima di rientrare però decidiamo di visitare il Belvedere, denominato Zagabria Eye 360°: si tratta di una terrazza che si trova al sedicesimo piano dell’unico grattacielo di Zagabria.
Angela: la salita in ascensore è a pagamento, con riduzioni per i ragazzi sotto i 15 anni e la gratuità per i più piccoli: non è molto economico, ma ne vale la pena. Suggerisco sempre di prenotare prima per evitare lunghe code. Oltre alla terrazza il sedicesimo piano ospita anche un bar dove ci fermiamo per un caffè.
Piero: la terrazza offre una vista privilegiata delle bellezze della città dall’alto e girando intorno si gode di una bellissima vista di tutta la capitale croata.
Angela: rientriamo a questo punto a casa per preparare il cenone: essendo in pieno centro, ci organizziamo in casa per poi uscire sulla piazza che ospiterà i festeggiamenti per il nuovo anno.
Piero: cenone quindi, passeggiata in piazza accompagnata dalla musica e dai ballo, fuochi d’artificio a volontà, brindisi e poi tutti a nanna relativamente presto perché domani si riparte presto in direzione sud per continuare il nostro viaggio alla scoperta dei Balcani!
Angela: prima però clicca QUI per rivedere tutte le immagini e soprattutto guarda il video che ripercorre la nostra visita di due giorni a Zagabria!
Rotolando verso Sud…
In viaggio verso Ston
Piero: di buon mattino, quando ancora Zagabria dorme dopo la notte di festeggiamenti per il Capodanno, facciamo i bagagli, recuperiamo il nostro van e ci prepariamo per la partenza.
Angela: abbiamo da percorrere circa 600 chilometri per raggiungere Stagno (Ston in croato).
Piero: abbiamo scelto questa località, poco nota alle principali rotte turistiche, perché ci sembrava un buon punto di partenza per i giri degli ultimi tre giorni.
Angela: ci impiegheremo poco più di sette ore, comprese un paio di soste, percorrendo il primo tratto di autostrada E71, usciti da Zagabria, per poi piegare verso sud sulla E65, in direzione Spalato.
Piero: abbiamo due diverse alternative per raggiungere Stagno: percorrere l’autostrada fino alla fine e, arrivati a Porto Tollero, prendere il traghetto per Trappano e da qui percorrere in direzione sud la penisola di Peljesac fino a raggiungere la nostra meta; la traghettata dura però un’ora, nonostante la distanza non sia lunghissima, ed i traghetti sono solo quattro al giorno; l’alternativa è continuare verso sud, finita l’autostrada, superare per due volte in pochi chilometri il confine croato-bosniaco fino a raggiungere Stagno dall’inizio della penisola. Noi abbiamo scelto questa seconda opzione.
Angela: attenzione ad un particolare però: quando noleggiate il mezzo assicuratevi di poter circolare al di fuori dell’Unione Europea; un piccolo tratto di costa è infatti in territorio bosniaco, come detto, a maggior ragione se, come noi, avete intenzione di dedicare una giornata alla Bosnia.
Piero: strade ed autostrade in Croazia, specie nell’ultimo decennio, sono notevolmente migliorate: chi ricorda le vecchie, pericolose e affollate strade lungo la costa, oggi rimarrà colpito dalla modernità delle autostrade e soprattutto delle bellissime e attrezzatissime aree di sosta: sono dei punti che soddisfano ogni esigenza di chi viaggia, anche con ragazzi al seguito, che in questo modo possono passare qualche momento di divertimento in tranquillità e sicurezza.
Angela: man mano che ci spostiamo dall’entroterra al mare il panorama si fa sempre più attraente: gli scorci della costa croata, disseminati di verde con sullo sfondo la miriade di isole della Dalmazia, rimangono impressi nella memoria.
Piero: dopo una piccola disavventura in dogana, a causa di un piccolo incidente rapidamente risolto, raggiungiamo nel pomeriggio Stagno.
Angela: dicevamo di aver scelto quasi per caso questa località, perché ci sembrava comoda per i nostri spostamenti. In realtà è stata una piacevolissima scoperta sia perché è una bellissima cittadina sul mare ma soprattutto perché abbiamo avuto la fortuna di trovare un alloggio fantastico: abbiamo scelto anche questa volta un appartamento, prenotando da Apartmani Ponta.
Piero: si tratta di una bellissima sistemazione sul mare che ci aveva affascinato per le bellissime immagini; devo dire che è uno dei rarissimi casi in cui la realtà supera di gran lunga le foto che la pubblicizzano. E’ una costruzione abbastanza recente in cui vive anche la famiglia dei proprietari; all’ultimo piano sono stati ricavati alcuni spaziosi appartamenti, tutti molto belli, spaziosi, pulitissimi e curati in ogni minimo dettaglio; ogni sistemazione ha poi un’incantevole terrazza che da sul mare e su questo meraviglioso paesino.
Angela: ma la cosa memorabile è la fantastica accoglienza della famiglia di Marijana, sempre disponibili per ogni necessità!
Piero: e come dimenticare il fantastico vassoio di ostriche freschissime con il quale ci hanno accolto?
Angela: se avete in programma una vacanza in questa zona, consiglio vivamente questa sistemazione!
Piero: come detto, Stagno non è sicuramente tra le mete turistiche più famose. Si trova sull’istmo che collega la penisola di Peljesac con la Croazia continentale e di solito è soltanto un punto di passaggio per chi da qui è diretto a Korcula. Ma Ston è una cittadina molto tranquilla ed ancora di più lo sono le sue piccole frazioni direttamente sul mare; è famosa per il prelibato pesce della zona: vale assolutamente la pena concedersi una succulenta cena a base di ostriche e cozze nei suoi ristorantini tipici. Stagno è una cittadina medievale protetta da una cinta muraria ancora oggi conservata. Le possenti mura furono costruite nel 1333 e con i loro 5.5 km di lunghezza rappresentano uno dei sistemi di fortificazioni più estesi d’Europa.
Angela: oggi stanno cercando di ricostruire la bellezza del borgo medievale anche se gli interventi non sempre riescono a mantenere il fascino dell’antichità.
Piero: ci sistemiamo quindi nel tardo pomeriggio, abbiamo tempo per due passi lungo la piccola spiaggia nei pressi di casa e facciamo divertire i ragazzi inventando una versione tutta nostra di pallavolo, nel piccolo campetto a disposizione lì vicino.
Angela: per la cena ci fidiamo (e facciamo bene!) dei suggerimenti di Marijana che prenota per noi uno dei ristorantini tipici di cui abbiamo detto prima.
Piero: stanchi ma sazi, dopo aver assaggiato dell’ottimo pesce, arriva il momento di goderci il meritato riposo!
Dubrovnik
Alla scoperta della “Perla dell'Adriatico"
Angela: perfettamente riposati grazie alla tranquillità dell’ambiente, siamo pronti per la nostra giornata. Il mare ed il primo sole del mattino ci mettono subito di buon umore e ci invogliano a scoprire le meraviglie della zona.
Piero: partiamo molto presto allora in direzione sud: la nostra metà è Dubrovnik!
Angela: la bellezza del paesaggio ci accompagna già durante il tragitto: il piccolo tratto di penisola che da Stagno porta alla Croazia continentale, nella sua semplicità, è davvero meraviglioso. Il giorno prima, presi forse dalla stanchezza del viaggio e dalla voglia di arrivare non lo avevamo apprezzato: nessuna costruzione, solo mare e natura selvaggia.
Piero: dobbiamo percorrere circa sessanta chilometri di strada lungo la costa; la bellezza della vista del mare è interrotta dalle tante isole che costellano questo tratto della costa dalmata.
Angela: impieghiamo circa un’ora per arrivare alle porte di Dubrovnik e ammirare il panorama dal Ponte Franco Tudman.
Piero: è una costruzione recente, iniziata e completata a cavallo degli anni duemila. E’ un ponte strallato lungo cinquecento metri ed alto cinquanta ed è un simbolo della ricostruzione dopo la guerra nei Balcani degli anni novanta: la sua progettazione, infatti, risale proprio al periodo della guerra ed è intitolato al primo presidente della Repubblica croata libera. Facilita di molto il percorso per raggiungere la città, laddove una volta era necessario costeggiare il fiordo, allungando il percorso di qualche chilometro e di una buona mezz’ora.
Angela: probabilmente la passeggiata lungo il fiordo sarebbe stata ugualmente interessante, ma la vista del panorama dall’alto del ponte è sicuramente affascinante. Corriamo a Dubrovnik adesso!
Piero: non è ancora il momento di raggiungere Dubrovnik; meglio: non è ancora il momento di visitare la città fortificata. Superiamo l’abitato per raggiungere il monte Sergio (Srd in croato).
Angela: il nostro obiettivo è quello di portare a casa la meravigliosa foto dei tetti rossi di Dubrovnik dall’alto, abbracciati dalle possenti mura della città che accolgono la bellezza del mare.
Piero: non è una strada comodissima da percorrere, specie con il nostro van: ripida a tratti, stretta sempre, un continuo di curve a gomito a strapiombo sul mare; aiuto... le vertigini!
Angela: nonostante tutto ce l’abbiamo fatta però e la vista ripaga appieno il piccolo sacrificio! La città e l’isola di Lacroma che si trova di fronte viste da qui sono davvero meravigliose grazie alla combinazione del blu del mare, del bianco della pietra con la quale è costruita e del rosso acceso dei suoi tetti!
Piero: volendo, da qui ci sarebbe un sentiero che porta direttamente all’ingresso della città vecchia; il percorso non è agevolissimo e non è consigliabile percorrerlo con ragazzini al seguito. Riprendiamo quindi il van e ci dirigiamo adesso al cuore della città. Allo stesso modo, la cima del monte si può raggiungere dalla città con una cabinovia.
Angela: parcheggiare nei pressi del borgo è davvero un’impresa; c’è un parcheggio a pagamento ma è molto piccolo. Ci fermiamo quindi al parcheggio pubblico a pagamento appena fuori. E’ comodo ed economico e ci permette di raggiungere rapidamente la città fortificata attraverso un elegante percorso pedonale. Certo la salita non sarà semplicissima, ma ci penseremo dopo...
Piero: adesso è il momento di godersi questa meravigliosa città! L’antica Ragusa con il suo meraviglioso centro storico figura nell’elenco dei siti Patrimonio dell’Unesco ed è, a ragione, considerata la vera e propria “perla dell’Adriatico”. Vanta una storia molto antica, fatta di indipendenza e di importanza strategica. La sua fondazione risale al VII secolo d.C.. Ha alternato lunghi periodi di indipendenza alle varie dominazioni bizantine, veneziane, napoleoniche e austroungariche, mantenendo sempre la sua fierezza ed autonomia, grazie alla sua potenza commerciale e marittima.
Angela: dopo la prima guerra mondiale, con la disgregazione dell’impero austriaco, Ragusa passa al Regno di Jugoslavia; infine, con la guerra di indipendenza croata, entra a far parte della neonata Repubblica di Croazia.
Piero: oggi la città è stata completamente ricostruita e non porta più i segni della sanguinosa guerra: i suoi tetti rossi, distrutti dai bombardamenti sono uno dei simboli della devastazione di quel periodo.
Angela: ci accingiamo ad accedere alla città vecchia dal ponte levatoio che si trova davanti a Porta Pile, principale e classico passaggio aperto tra le imponenti mura che la circondano.
Piero: vale assolutamente la pena cominciare la visita partendo proprio da percorso a piedi sulle mura. Non è esattamente economico, ma si gode da qui una vista meravigliosa delle sue splendide vie, delle piazze, delle chiese e dei palazzi.
Angela: iniziamo adesso la nostra passeggiata per la città partendo dalla sua via principale, lo Stradun. Il nome testimonia il fatto che si tratta della grande strada principale, un incantevole viale, chiaramente pedonale, costruito con lastre di marmo bianchissime e levigate dal tempo che, nelle giornate di sole, accoglie i visitatori in tutta la sua luminosità.
Piero: proprio all’inizio dello Stradun si trova l’imponente fontana di Oronzo. Proseguendo, si affacciano sul viale alcuni dei più bei palazzi della città in stile rinascimentale e barocco. I più belli sono sicuramente il Palazzo Sponza ed il Palazzo del Rettore.
Angela: oltre ai palazzi, il centro è disseminato di chiese e luoghi di culto. Meritano certamente una visita la Cattedrale dell’Assunzione della Vergine, la sinagoga, una delle più antiche del mondo, il Monastero Dominicano con il suo bellissimo chiostro ed infine la Chiesa di San Biagio, patrono della città, con i suoi altari e la statua del santo in argento.
Piero: lo Stradun termina con la magnifica piazza Luza dove campeggiano la torre dell’orologio e la cattedrale. Proprio dal passaggio a sinistra della torre, raggiungiamo un’altra delle zone più significative della città, il porto vecchio. Oggi è solo un porto turistico zeppo di yacht e barche a vela; a riva si vedono ancora gli archi dell’antico arsenale, dove un tempo venivano costruite e riparate le imbarcazioni.
Angela: finiamo la nostra passeggiata raggiungendo i bastioni del Forte Revelin, ben visibile dal porto, che un tempo aveva proprio il compito di proteggerlo dagli attacchi da terra.
Piero: ci godiamo a questo punto il sole ed il mare in un momento di relax; questa città ha un clima meraviglioso tutto l’anno, sicuramente grazie alla sua latitudine, chiaramente per la posizione sul mare e soprattutto perché il monte Sergio alle spalle e l’isola di Lokrum davanti la proteggono dai venti.
Angela: una curiosità: in questa meravigliosa città sono stati girati alcuni episodi della serie “Il Trono di Spade”.
Piero: è il momento di rientrare adesso. Ritorniamo indietro percorrendo questa volta alcune vie secondarie per assaporare ancora una volta la meraviglia di questa città.
Angela: il tour complessivamente non porta via tantissimo tempo e la città si gira comodamente in una giornata, lasciandoci lo spazio nel pomeriggio per un pò di svago per i ragazzi.
Piero: ritorniamo a questo punto a Ston, con ancora negli occhi la bellezza di una vera “perla dell’Adriatico”.
Angela: clicca QUI per rivedere tutte le immagini e soprattutto guarda questo meraviglioso video che ripercorre la nostra visita a Dubrovnik.
Alla scoperta della Bosnia
Piero: ci prepariamo per l’ultima vera tappa di questo impegnativo tour alla scoperta dei Balcani. Lo dedichiamo alla Bosnia. Il nostro programma originario prevedeva di raggiungere Saraievo, ma le condizioni meteo del periodo e la qualità delle strade ce lo hanno impedito.
Angela: l’unico vero tratto di autostrada infatti, in Bosnia, dal mare termina a Medjugorje: il progetto e la costruzione in corso permetteranno un giorno di arrivare direttamente nella capitale dello stato balcanico; oggi bisogna accontentarsi di strade ordinarie.
Piero: è un bell’accontentarsi comunque, perché se è vero che i tempi di percorrenza si allungano, è altrettanto vero che si attraversano paesaggi dove il tempo non sembra essere trascorso e dove la modernità lascia ancora spazio alla bellezza incontaminata della natura.
Angela: le zone meno battute dal turismo in Bosnia ci portano indietro nel tempo e soprattutto lontano dallo sviluppo e dall’intervento umano tipico di buona parte del resto dell’Europa continentale.
Piero: la Bosnia Erzegovina (è questo il nome completo di questo paese) deriva appunto dall’unione di questi due territori, quello appunto che prende il nome dal fiume Bosna e quello che invece prende il nome dal titolo di “herceg”, duca, da cui appunto “terra di herceg”.
Angela: lo stesso fascino misterioso del territorio, si ritrova anche nella storia di questo meraviglioso paese i cui primi insediamenti risalgono al neolitico anche se non sono molte le informazioni a disposizione su questo periodo; certamente subito dopo vi si stabilirono gli illiri ed in epoca romana questa terra faceva parte della provincia della Pannonia, per poi passare sotto i bizantini con la disgregazione dell’Impero Romano d’Occidente.
Piero: anche in epoca medievale le informazioni rimangono frammentarie; dalla fine del medioevo e fino al 1881 questo territorio rimane sotto la dominazione turco-ottomana, i cui segni sono ancora evidenti anche per la presenza di un’importante comunità musulmana. Successivamente e fino alla fine della prima guerra mondiale, la Bosnia rimane sotto il dominio austro-ungarico per poi diventare parte integrante del Regno di Jugoslavia, prima della seconda grande guerra, e della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, dopo la seconda guerra mondiale.
Angela: questa terra è stata poi pesantemente coinvolta nella seconda fase della guerra nei Balcani degli anni novanta: dopo la dichiarazione di indipendenza del 1992, la guerra infatti si è abbattuta con una furia inaudita su Sarajevo e sulle altre parti del Paese. Riguardano proprio questa terra e questo periodo alcuni eventi simbolo della barbarie di questa guerra i cui segni sono ancora perfettamente visibili: dall'assedio di Sarajevo, con l'estenuante lotta per la sopravvivenza della popolazione inerme durato ben quattro anni, al Massacro di Srebrenica. Solo in ritardo, l’intervento della Comunità Internazionale ha posto fine ad uno dei più atroci conflitti europei, avviando la Bosnia Erzegovina ad un lento e faticoso percorso ancora incompiuto di avvicinamento all’Europa.
Piero: conoscere la storia di questo paese è fondamentale per comprenderne a fondo la natura e per comprenderne meglio il fascino.
Angela: partiamo quindi anche stamattina molto presto e superiamo, in direzione nord il confine tra Croazia e Bosnia, nei pressi di Neum, unico sbocco sul mare.
Piero: se nel breve passaggio sulla costa in cui il territorio bosniaco si insinua in quello croato, dividendo di fatto la Croazia in due parti, attraversiamo due volte il confine senza particolari controlli e problemi, andando verso l’interno della Bosnia i controlli sono molto più approfonditi e pignoli. Se si viaggia con auto a noleggio, come noi, fate bene attenzione ad essere autorizzati e soprattutto assicurati a circolare fuori dall’Unione Europea; ancora, spesso qui richiedono documenti di circolazione in originale in luogo delle fotocopie che solitamente si trovano sulle vetture noleggiate. Attenzione poi ai telefoni: va verificata la tariffa locale, di solito poco economica per il roaming internazionale; ciò rende poco utilizzabili i servizi internet e quindi anche le mappe on line. Infine, non dappertutto si accettano gli euro: è bene avere a disposizione la necessaria quantità di marchi bosniaci, la valuta locale appunto.
Medjugorje
Angela: percorriamo quindi l’unico vero tratto di autostrada che dalla costa ci porterà, dopo 80 chilometri e un’ora e mezza di strada, alla nostra prima tappa: Medjugorje.
Piero: è una piccola città lontana soli trenta chilometri dal confine con la Croazia e probabilmente sarebbe rimasta sconosciuta al mondo se non fosse per un episodio avvenuto nel 1981, quando a sei ragazzini locali apparve la Madonna, presentandosi come Regina della Pace e consegnando loro un messaggio di amore e speranza.
Angela: le apparizioni, iniziate su una collina appena fuori la città e continuate nelle case dei veggenti e nella casa parrocchiale, sono continuate per giorni e, caso unico nella apparizioni mariane, sono proseguite per 30 anni senza interruzione e fino ai giorni nostri. Medjugorje diventa rapidamente meta di pellegrinaggi, creando chiaramente scompiglio nell’allora regime comunista che non sopportava il clamore e l’enfasi religiosa provocati dalla vicenda.
Piero: in termini economici però l’evento fu una vera “benedizione” per il territorio; non è un caso che, come detto, l’unico vero tratto di autostrada termini proprio qui, in quella che diventa una meta turistica che richiama milioni di visitatori e fedeli ogni anno.
Angela: Medjugorje perde quindi la tradizionale tranquillità di città “tra i monti” (questo il significato del nome in croato) a causa dell’immancabile seguito di guarigioni miracolose (vere o presunte), del moltiplicarsi delle pensioni per pellegrini, dell’eccessivo proliferare di negozi di souvenir, di tour organizzati e di ristoranti con menu fissi.
Piero: per un fedele chiaramente Medjugorje non è questo: è prima di tutto la Chiesa di San Giacomo dove si svolgono tutte le funzioni e, soprattutto, la Collina delle Apparizioni che si trova a circa due chilometri dal centro alla cui sommità, la statua bianca della Madonna segna il punto esatto delle apparizioni del 1981. Si raggiunge a piedi in venti minuti dal parcheggio ma la salita avviene lungo un sentiero poco agevole fatto di rocce spigolose.
Angela: prima di pranzo, lasciamo Medjugorje verso l’entroterra per raggiungere la nostra seconda tappa di giornata: Mostar.
La città del ponte
Piero: Medjugorje e Mostar distano solo 25 chilometri che percorriamo in poco più di mezz’ora di strada in mezzo alle montagne. In lontananza intravediamo le alture dei Balcani innevati che avremmo dovuto attraversare per raggiungere Sarajevo: la bellezza di questi paesaggi ci fa certamente rimpiangere di non averlo fatto, ma sarebbe stato davvero pericoloso.
Angela: parcheggiamo agevolmente in uno dei tanti parcheggi privati che non sono altro che spazi all’interno di abitazioni dedicati a questo servizio ai turisti.
Piero: Mostar è il principale centro storico, culturale ed economico dell’Erzegovina; è attraversata dal fiume Narenta sul quale si trova il famosissimo "ponte vecchio", lo Stari Most: le torri sulle due rive "custodi del ponte" sono chiamate “mostari” e da qui deriva appunto il nome della città. Dal 2005 tutta l’area intorno al ponte è stata riconosciuta dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità.
Angela: come la capitale, anche Mostar tra il 1992 ed il 1993 fu sottoposta ad assedio e bombardamenti; inoltre, questo territorio è stato teatro di un sanguinoso scontro interno tra croato-bosniaci e bosniaci musulmani che si sono fronteggiati per il controllo della città: il simbolo di questo ulteriore fronte fu la divisione della città in due parti, separate dal fiume, con la conseguente distruzione dello Stari Most, crollato sotto i bombardamenti il 9 novembre 1993.
Piero: prima di addentrarci nel centro città, nel quale sono racchiuse, in poche centinaia di metri, tutte le cose che ci sono da vedere, facciamo una sosta poco a sud dello Stari Most, per osservare questo meraviglioso ponte ricostruito in tutta la sua bellezza da un ponte carrabile parallelo.
Angela: il ponte per questa città è il vero simbolo certamente turistico ma anche e soprattutto storico e simbolico: Mostar è comunemente nota infatti come “la città del ponte”.
Piero: quello originale è un ponte ottomano che risaliva al XVI secolo, la cui costruzione si deve al sultano Solimano il Magnifico, in sostituzione di un vecchio ponte in legno. Ha la particolare forma a schiena d’asino, con una larghezza di quattro metri e una lunghezza di trenta; raggiunge un’altezza massima sul fiume di 24 metri. Dopo il crollo del 1993 il ponte è stato ricostruito e riaperto al pubblico nel 2004: la ricostruzione è avvenuta con il contributo della comunità internazionale e sotto l’egida dell’UNESCO, utilizzando i materiali locali originali e le tecniche medievali. Il ponte e la sua ricostruzione rappresentano il simbolo della fine della guerra e soprattutto la riconciliazione tra cristiani e musulmani che oggi vivono pacificamente in città.
Angela: due curiosità: l’Italia è stato il paese che ha contribuito maggiormente alla ricostruzione; il tuffo dal ponte ha sempre attratto molti praticanti di questo sport tanto che oggi vi si svolge ogni anno una particolare competizione che vede partecipare ovviamente tuffatori molto esperti.
Piero: arriviamo al ponte per un primo una prima visita dal fiume.
Angela: risaliamo la scalinata che porta al cuore del centro storico: Kujundžiluk.
Piero: lungo una meravigliosa via pedonale in acciottolato, si susseguono abitazioni dalle classiche forme architettoniche orientali, con le facciate vivacemente colorate. L’ambiente è quello del classico bazar orientale, con botteghe artigianali dove vengono lavorati l’ottone, metalli preziosi, calzature, manufatti in pelle e tessuti. Sembra di essere in un vero e proprio suk dove , anche se i pressi sono esposti, è d’obbligo contrattare e dove ovviamente finiamo per comprare souvenir ma non mancano le pashmine, i costumi e gli accessori per la danza del ventre, i ciondoli contro il malocchio e le coloratissime lampade di vetro; non mancano anche abbigliamento ed accessori palesemente contraffatti.
Angela: ci fermiamo per una pausa in uno dei caffè in perfetto stile arabo e per pranzo decidiamo di gustare il buonissimo piatto tipico locale: il cevapi. Si tratta di una specie di salsiccia piccola alla griglia, fatta con carne di manzo o di vitello, e servita con buonissimo pane, cipolla tagliata a pezzetti e ajvar, una salsa leggermente piccante a base di pepe rosso, aglio e melanzane: una vera goduria per grandi e piccini!
Piero: a questo punto siamo pronti per attraversare il ponte; prima però entriamo nella torre che ospita il museo fotografico della guerra.
Angela: attraversando il ponte apprezziamo la sensibilità della pendenza, che unita al selciato in pietra levigato e al parapetto basso e poco protetto, mettono ancora alla prova le nostre vertigini. Apprezziamo comunque il panorama della città con le sue costruzioni e le sue moschee, il fiume e le montagne sullo sfondo che abbracciano la città da una parte e dall’altra.
Piero: finito il giro del centro della città siamo pronti a ripartire recuperando il nostro van. Scegliamo, quasi involontariamente, una strada diversa per il ritorno, senza passare per Medjugorje, ma costeggiando la riserva naturale di Hutovo Blato.
Angela: questa scelta non ci permette sicuramente di risparmiare tempo e chilometri: ne dovremo comunque percorrere un centinaio in poco più di due ore. Tuttavia ci regala scorci e paesaggi assolutamente indimenticabili.
Piero: questo percorso rimarrà per sempre nella nostra memoria e se non fosse stato per le stradine strette, scoscese e spesso senza parapetti, ci saremmo fermati molto spesso per qualche foto e qualche ripresa.
Angela: ricordo anche un po' di ansia comunque per il fatto di non avere a disposizione mappe o navigatori satellitari e quindi abbiamo dovuto arrangiarci con le modeste e non sempre comprensibili indicazioni stradali. Aggiungi a tutto questo la quasi totale assenza di centri abitati e di altri passanti e un pò di ansia era senz’altro giustificata.
Piero: rimane comunque la bellezza e la particolarità indimenticabili di questo territorio e di tutte le cose che abbiamo in tutta questa giornata! Una delle più belle e affascinanti di tutto il viaggio, che ha lasciato più immagini impresse nella mia mente di tutti gli altri viaggi mai fatti. Vale la pena rivedere tutte le immagini cliccando QUI, ma soprattutto rivedere tutta la meraviglia di Mostar in questo video.
Angela: sicuramente la migliore cornice di nostalgia e di fascino con la quale, di rientro a casa, ci toccherà, a malincuore, preparare le valigie per il rientro in Italia.
Piero: l’ultimo giorno infatti, con partenza prestissimo al mattino sarà dedicato al rientro in una tirata unica: mille e cento chilometri da percorrere in dodici ore circa.
Angela: finisce dunque anche questa sensazionale avventura che ci ha visto attraversare quattro paesi in un continuo di cose meravigliose che abbiamo avuto il privilegio di vedere.